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Grande Oriente Democratico a fianco di Wikipedia, di tutti i giornalisti, degli editori e della libertà di informazione CONTRO i bavagli e le censure introdotte dal comma 29 del DDL sulle intercettazioni e contro questo DDL in generale

 

 

 

 

Ci risiamo.
Periodicamente, una casta politica screditata e imbelle cerca di mettere il bavaglio alla libera informazione mediante leggi ad hoc censorie e illiberali.
Subdole e spacciate come necessari provvedimenti di natura garantista, gli articoli e i commi di questi disegni di legge spesso nascondono fra le loro pieghe accorgimenti ripugnanti ad ogni democrazia liberale fondata sullo stato di diritto.
Si tratta di accorgimenti legislativi ispirati ai metodi cinesi, iraniani, nord-coreani, etc., non certo alla tradizione libertaria delle società occidentali.
Leggiamo per intero il comunicato diramato in proposito da Wikipedia, la libera Enciclopedia del Sapere circolante sul web, senza dimenticare che non solo costei, ma tutti i siti, i blog e le testate on-line, se passassero simili leggi, sarebbero esposti ad odiosi atti di censura preventiva (dissuadendo i responsabili dall’occuparsi di questioni delicate e scottanti) e postuma rispetto al loro quotidiano lavoro di informazione, critica ed elaborazione intellettuale di qualsivoglia contenuto.
Il seguente comunicato, appare ad ogni utente che, in queste ore, tenti di accedere ai contenuti di Wikipedia in lingua italiana la quale, per protesta, ha sospeso ogni servizio, come probabilmente sarebbe costretta a fare-insieme ad altri liberi operatori del web- se il comma 29 del DDL citato venisse infine approvato:

“Cara lettrice, caro lettore,
in queste ore Wikipedia in lingua italiana rischia di non poter più continuare a fornire quel servizio che nel corso degli anni ti è stato utile e che adesso, come al solito, stavi cercando. La pagina che volevi leggere esiste ed è solo nascosta, ma c'è il rischio che fra poco si sia costretti a cancellarla davvero.
Il Disegno di legge - Norme in materia di intercettazioni telefoniche etc., p. 24, alla lettera a) del comma 29 recita:
«Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono.»
Negli ultimi 10 anni, Wikipedia è entrata a far parte delle abitudini di milioni di utenti della Rete in cerca di un sapere neutrale, gratuito e soprattutto libero. Una nuova e immensa enciclopedia multilingue e gratuita.
Oggi, purtroppo, i pilastri di questo progetto — neutralità, libertà e verificabilità dei suoi contenuti — rischiano di essere fortemente compromessi dal comma 29 del cosiddetto DDL intercettazioni.
Tale proposta di riforma legislativa, che il Parlamento italiano sta discutendo in questi giorni, prevede, tra le altre cose, anche l'obbligo per tutti i siti web di pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine.
Purtroppo, la valutazione della "lesività" di detti contenuti non viene rimessa a un Giudice terzo e imparziale, ma unicamente all'opinione del soggetto che si presume danneggiato.
Quindi, in base al comma 29, chiunque si sentirà offeso da un contenuto presente su un blog, su una testata giornalistica on-line e, molto probabilmente, anche qui su Wikipedia, potrà arrogarsi il diritto — indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensive — di chiedere l'introduzione di una "rettifica", volta a contraddire e smentire detti contenuti, anche a dispetto delle fonti presenti.
In questi anni, gli utenti di Wikipedia (ricordiamo ancora una volta che Wikipedia non ha una redazione) sono sempre stati disponibili a discutere e nel caso a correggere, ove verificato in base a fonti terze, ogni contenuto ritenuto lesivo del buon nome di chicchessia; tutto ciò senza che venissero mai meno le prerogative di neutralità e indipendenza del Progetto. Nei rarissimi casi in cui non è stato possibile trovare una soluzione, l'intera pagina è stata rimossa.
Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo
Articolo 27
«Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici.
Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.»
L'obbligo di pubblicare fra i nostri contenuti le smentite previste dal comma 29, senza poter addirittura entrare nel merito delle stesse e a prescindere da qualsiasi verifica, costituisce per Wikipedia una inaccettabile limitazione della propria libertà e indipendenza: tale limitazione snatura i principi alla base dell'Enciclopedia libera e ne paralizza la modalità orizzontale di accesso e contributo, ponendo di fatto fine alla sua esistenza come l'abbiamo conosciuta fino a oggi.
Sia ben chiaro: nessuno di noi vuole mettere in discussione le tutele poste a salvaguardia della reputazione, dell'onore e dell'immagine di ognuno. Si ricorda, tuttavia, che ogni cittadino italiano è già tutelato in tal senso dall'articolo 595 del codice penale, che punisce il reato di diffamazione.
Con questo comunicato, vogliamo mettere in guardia i lettori dai rischi che discendono dal lasciare all'arbitrio dei singoli la tutela della propria immagine e del proprio decoro invadendo la sfera di legittimi interessi altrui. In tali condizioni, gli utenti della Rete sarebbero indotti a smettere di occuparsi di determinati argomenti o personaggi, anche solo per "non avere problemi".
Vogliamo poter continuare a mantenere un'enciclopedia libera e aperta a tutti. La nostra voce è anche la tua voce: Wikipedia è già neutrale, perché neutralizzarla?
Gli utenti di Wikipedia

Nota: poiché anche il bar, punto d'incontro e di discussione della comunità, sarà bloccato, vi rimandiamo al canale IRC della Wikipedia in lingua italiana, dove potrete chiedere spiegazioni ed esprimere il vostro parere (qui è spiegato nel dettaglio come accedere): irc://chat.freenode.net/wikipedia-it

Ora, a Noi di Grande Oriente Democratico, personalmente, il comma 29 del cosiddetto DDL sulle intercettazioni fa un baffo…
Saremo lieti di pubblicare entro 48 ore tutte le dichiarazioni e/o rettifiche inviate da coloro che avessero da obiettare sui nostri contenuti: sarà un modo per amplificare al massimo la pubblicità di determinate questioni da noi trattate e per snidare la malafede di coloro che verranno a inviarci le proprie rettifiche.
Il problema, però, non sono le spalle larghe di Grande Oriente Democratico: il problema è che simili commi legislativi rischiano di mandare in tilt servizi come quello di Wikipedia e l’opera di libera (ancorché contestabile) informazione gestita da altri siti, blog e testate.
Anche il  lettore/fruitore di essi, bombardato da comunicati pubblicati da sedicenti rettificatori che potranno scrivere tutte le menzogne o le mistificazioni che vorranno (obbligando i responsabili di blog, siti o testate on-line a pubblicarli tali e quali senza alcun filtro critico) in che modo viene a essere tutelato da una simile legge?

Ma è tutto il cosiddetto DDL sulle intercettazioni così come attualmente è concepito che va respinto al mittente, costituendo un palese attentato alla libertà di informazione da parte di giornalisti ed editori.
Con l’aggravante delle conseguenze penali proprio per i giornalisti che l’ineffabile Maurizio Paniz del PDL ha proposto in queste ore.
E’ la solita scandalosa e ignobile solfa.
Avevamo inviato al Fratello Silvio Berlusconi (che, con la complicità della sua maggioranza e di taluni personaggi delle opposizioni vorrebbe far passare tali turpi provvedimenti) alcune ESORTAZIONI contenute in:

Auguri al Fratello Silvio Berlusconi per i suoi 75 anni e Commento all'intervista al Fratello Valter Lavitola a Bersaglio Mobile di Enrico Mentana su La7 del 28 settembre 2011. Sul tema "massoneria" Lavitola mente e svicola e i giornalisti non vanno al dunque, a parte il buon incipit di Marco Travaglio e i servizi sulle potenti amicizie latinoamericane in stile Licio Gelli

Evidentemente non ci ha voluto dare retta, se sta spingendo per l’ennesima legge liberticida ai danni del diritto all’informazione del cittadino e del diritto ad informare da parte degli operatori mediatici.
Peggio per lui.
Come sono andate le cose al Fratello Berlusconi, dopo che furono pubblicate la 

Lettera Aperta n.1 al Fratello Silvio Berlusconi del 26 luglio 2010

e la

Lettera Aperta N°2 al Fratello Silvio Berlusconi del 9 dicembre 2010  ?

Male. Ogni cosa è andata male.
Bene. Adesso ci si prepari, perché d’ora in poi andranno ancora peggio.
Parimenti, avvisiamo tutti i Fratelli, fratellastri e cugini di rito berlusconiano o raffiano presenti in Parlamento: se verrà approvato un simile DDL (per di più con il comma 29 anti-web) grazie alla vostra corresponsabilità, il giorno in cui i vostri traballanti punti di riferimento saranno caduti di poltrona, non ci sarà pietà per nessuno.
Pensateci bene.
L’Italia vuole essere una democrazia liberale, laica e occidentale, non uno stato del terzo o quarto mondo governato con metodi confessionali, dispotici e liberticidi in spregio allo stato di diritto.

P.S. A proposito della partita epocale che si gioca sulla libertà dell’informazione sul web, sulla libertà di critica, informazione ed espressione tout-court e su altre cosucce di stringente attualità, mettiamo in evidenza e consigliamo la lettura di “Il colpo di coda del berlusconismo denunciato con vigore da Stefano Rodotà”, articolo del 3 ottobre 2011(clicca sopra per leggere) e di “Perché e come Silvio Berlusconi è diventato un totale perdente”, articolo del 4 ottobre 2011 (clicca sopra per leggere), entrambi apparsi a firma Sergio Di Cori Modigliani sul Blog “Libero Pensiero: la casa degli italiani esuli in patria”.

 

I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO

[ Articolo del 6 ottobre 2011 ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per comunicazioni, scrivete a: info@grandeoriente-democratico.com