Boaz Content Banner Jachin

 

Licio Gelli, Silvio Berlusconi e Gustavo Raffi: una Trimurti inquietante di massoni contro-iniziati e golpisti (Parte I)

 

 

 

 

Saremo brevi ed essenziali, in questa Prima Parte (ne seguiranno altre) di un’analisi comparativa fra questi tre massoni contro-iniziati e golpisti, singolarmente collegati l’uno con l’altro, al di là di mille infingimenti e prese in giro dell’opinione pubblica.
In questi ultimi giorni, il Fratello Licio Gelli è stato particolarmente ciarliero.
In un’intervista al quotidiano IL TEMPO di Roma del 28 gennaio 2011 (clicca sopra per leggerla) l’Ex Maestro Venerabile della Loggia P2 del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, scioglie la lingua e manda qualche segnale, nemmeno troppo occulto (per chi abbia le giuste chiavi ermeneutiche).
Proviamo a decifrare questi segnali, a beneficio dei semplici cittadini italiani interessati, di giornalisti e politici, magistrati, forze dell’ordine, servizi d’intelligence, etc.
Intanto bisognerebbe correggere qualche apparente imprecisione storica che, a meno di un improvviso attacco di arteriosclerosi del Licio nazionale, deve ubbidire ad una logica altra.
Gelli infatti dice che ha avuto Berlusconi per sette anni nella Loggia P2…
Ma poiché l’iniziazione formale del Fratello Silvio è avvenuta nel 1978 e nel 1981 la P2 ha terminato la sua attività ordinaria, a cosa si riferiscono i quattro anni che “non tornano” nel conto?
Il famoso Venerabile è diventato arteriosclerotico oppure questo presunto periodo temporale accenna al fatto che già nel 1974 Berlusconi cominciava una qualche forma di apprendistato informale?
E perché Gelli fa questa presunta “rivelazione” proprio ora, il 28 gennaio 2011?
Lasciamo al Fratello Gioele Magaldi di dissipare queste distonie temporali nel suo saggio di imminente uscita: MASSONI. Società a responsabilità illimitata, Chiarelettere (Editore).
Altra imprecisione/stranezza: l’ultranovantenne Fratello toscano fa esplicito riferimento ad una “terza organizzazione”, compagna di P2 e Gladio nel tentativo di realizzazione del “Piano di rinascita democratica”; poi, però, con stile sfacciatamente omissorio e falso, dichiara all’intervistatore di non ricordare come si chiamerebbe questa “terza gamba” della notte della Repubblica… Salvo poi riprendere la questione, nel corso dell’intervista, e precisare in modo minuzioso che questa “terza organizzazione” sarebbe stata creata da una persona “che è ancora viva tutt’oggi, nonostante abbia oramai tanti anni…”.
Non solo. Con rara impudenza, Licio Gelli conferma ciò che ha sempre negato e smentito in sede giudiziaria (evidentemente, vista l’età, non teme più i rigori della giustizia): secondo Lui, tramite queste tre organizzazioni (Gladio, P2 e l’altra innominata), se solo avessero avuto quattro mesi di tempo in più, insieme ai suoi Compari/Fratelli/Camerati (tra cui l’allora Apprendista Massone Silvio Berlusconi) già negli anni ‘80 avrebbero realizzato concretamente quello specifico golpe eversivo implicito nel famigerato Piano di rinascita democratica.
Su questo “Piano”, anche di recente, persino valenti studiosi/analisti di cose massoniche hanno speso molte parole per mostrarne il carattere innocuo e conforme ad una normale dialettica liberale e democratica.
Il Piano di rinascita democratica non avrebbe contenuto altro che legittimi proponimenti politici, discutibili e opinabili come qualunque altro, ma niente affatto eversivi delle istituzioni democratiche.
Ci dispiace. Non siamo d’accordo. Proprio per niente.
Ed è per questo che, nelle prossime parti di questa comparazione tra i “massoni contro-iniziati e golpisti” Gelli, Berlusconi e Raffi, analizzeremo in termini esaustivi il testo del famigerato Piano, proposta per proposta.
Vedremo allora se il fascista Licio Gelli (sempre rimasto orgoglioso di essere tale) intendesse rimanere entro i confini di una normale democrazia liberale, oppure se la “rinascita democratica” di cui Lui e i suoi Camerati/Fratelli parlavano assomigliava di più a quei regimi realizzati negli anni ’70 in Cile e in Argentina dai militari reazionari (a partire da Videla, Massera e Pinochet) per i quali lo stesso Venerabile toscano nutriva stima e amicizia.

Ma in questa sede ci preme piuttosto porci la domanda delle domande in relazione ai veri scopi che il quotidiano IL TEMPO si è posto, con questo tipo di intervista farlocca a Licio Gelli.
Proviamo a fare qualche logica deduzione.
In questi giorni, abbiamo visto l’attuale Direttore de IL TEMPO, Mario Sechi, girare come una trottola in televisione ad attaccare strumentalmente il Presidente della Camera Gianfranco Fini e a sostenere le “buone ragioni” (ma quali?) del Fratello Premier Silvio Berlusconi.
Ora, proseguendo nell’intervista, Gelli dichiara espressamente (è già la seconda volta in poco tempo) di disapprovare il recente operato del suo ex apprendista prodigio Silvio, dopo averlo in passato lodato.
Inoltre, come ben sanno i giornalisti de IL TEMPO e di tutta la stampa italiana, da mesi Noi di Grande Oriente Democratico mettiamo in evidenza l’identità e il back-ground massonico del Fratello Berlusconi.
Ergo, la sottile operazione del quotidiano romano è quella di rendere divaricati e contrapposti, nella percezione dell’opinione pubblica, Licio Gelli, la P2 e la Massoneria da una parte e lo stesso Premier Berlusconi dall’altra.
Cioè, ostentando che Gelli lo disapprova, IL TEMPO cerca di dissipare, nell’immaginario collettivo (titillato con tattica subliminale), l’alone piduista (o quel che è peggio, pitreista…) che inevitabilmente si associa alla vicenda politico-imprenditoriale del Grande Fratello di Arcore. Specie dopo la recente intervista concessa a L’ESPRESSO dal Prefetto massone piduista Bruno Rozera, sulla quale rimandiamo a: Commento a "La massoneria dietro B." (B. sta per Berlusconi) by Fabrizio Gatti, per il settimanale L'ESPRESSO del 27 gennaio 2011.

Ma perché, nel titolo di questo articolo, abbiamo associato Licio Gelli, Silvio Berlusconi e Gustavo Raffi, quali contro-iniziati e golpisti?
Sugli intenti golpisti e contro-iniziatici di Gelli negli anni ‘70 avremo modo di tornare in termini ampi e analitici, dopo la premessa di cui sopra.
Per quanto concerne Gustavo Raffi, da molto tempo denunciamo (sia presso la Magistratura civile, sia presso l’opinione pubblica) che ha compiuto un odioso golpe endogeno alla stessa Comunione libero-muratoria di Palazzo Giustiniani, con conseguente deriva contro-iniziatica di diversi organi interni a questa gloriosa Istituzione, di recente anche insozzata e disonorata dalla presenza di un Addetto stampa della Gran Maestranza neofascista e neonazista, il Fratello Gerardo Picardo (su ciò, vedi "27 gennaio 2011: Giornata della Memoria, Grande Oriente Democratico e la Grande Ipocrisia di Raffi, Abramo & Company"
E sul Massone reazionario e clericale Silvio Berlusconi che dire?
Che numerosi suoi progetti di legge o esternazioni pubbliche rasentano l’eversione e il tentativo di destrutturare i principi di uno Stato di diritto, liberale e democratico?
Ma questo è abbastanza pacifico e sotto gli occhi di tutti, ancorché meritevole in futuro di trattazione minuziosa ed esauriente.
In questa sede estremamente preliminare e sintetica, aggiungiamo che il suo stesso semi-monopolio dei media nazionali (in termini di proprietà dei principali players privati e di influenza palese e sfacciata ovunque, attraverso suoi ex-dipendenti assurti a ruoli istituzionali di garanzia e/o di grande responsabilità diretta anche nei media pubblici) è tale da costituire un golpe di fatto, reiterato da quasi vent’anni, in spregio a qualunque regolamentazione autenticamente pluralista e liberale del settore delle tele-comunicazioni.
In aggiunta, negli ultimi anni, licenziate alcune voci più autonome come Enrico Mentana (artefice di un TG5 e di una MATRIX che tentavano di essere abbastanza equilibrati), i telegiornali Mediaset sono diventati tutti niente di più e niente di meglio che la servile VOCE DEL PADRONE…
Un Padrone “orwelliano” sempre più incline ad una manipolazione e mistificazione quotidiana dell’opinione pubblica italiana, con la complicità di manager e giornalisti (pubblici e privati) dalla schiena curva e dall’assenza di dignità professionale.
Nelle società post-moderne, del resto, il “golpe” si fa soprattutto manipolando e falsificando le informazioni e il modo in cui le notizie vengono omesse, distorte o create ad arte per favorire il Nuovo Duce/Caudillo.
D’altronde, cosa di insuperata importanza, oggi l’ex piduista Berlusconi non ha più bisogno di Licio Gelli per la sua scalata al potere.
Lo ha già scalato.
E non ha più bisogno dell’anziano Venerabile nemmeno per conservarlo, questo potere.
Per conservare questo potere e intervenire abusivamente su alcune Istituzioni dello Stato, il Massone Silvio Berlusconi necessita piuttosto di uomini come Marcello Dell’Utri, Denis Verdini, Flavio Carboni, Nicola Cosentino, Pasquale Lombardi, Arcangelo Martino, etc.
Per tentare di ottenere risultati sotterranei e illegali a proprio vantaggio, cioè della propria Maestà di novello Cesare, Silvio Berlusconi non aveva (negli scorsi mesi) più bisogno di una P2 che non opera ormai da tempo, bensì di una sorta di P3…”mano grossolana” della più raffinata “Loggia del Dragone” con sede anche ad Arcore, che probabilmente ha violato e viola la cosidetta Legge Anselmi sulle associazioni segrete.
E secondo alcuni maligni, per mantenere in piedi, anche a livello massonico internazionale, la credibilità della sua “Loggia di Arcore”, il Fratello Berlusconi aveva ed ha bisogno del supporto occulto ma attivo e servizievole di alcuni attuali vertici del G.O.I. di Palazzo Giustiniani.
Su tutto ciò, forse, è venuta l’ora che la Magistratura competente si metta ad indagare con adeguata solerzia.
A proposito, ma sui collegamenti tra “Loggia del Dragone” di Arcore e P3 è competente la Procura di Roma oppure quella di Milano?

 

(PROSEGUE CON LA PARTE II, PROSSIMAMENTE SU WWW.GRANDEORIENTE-DEMOCRATICO.COM E WWW.DEMOCRAZIARADICALPOPOLARE.IT )

I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO

 

 

 

 

 

 

 

Per comunicazioni, scrivete a: info@grandeoriente-democratico.com