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Flash del 12 marzo 2011: “ Compartecipazione emotiva e cordoglio per il Giappone, la Libia come la Jugoslavia, l’Europa fellona e gli USA che non possono addossarsi sempre ogni responsabilità”

 

 

 

 

In Italia, la principale emergenza, potremmo dire, è costituita dal duplice assalto dei Fratelli Massoni contro-iniziati Silvio Berlusconi e Gustavo Raffi ai sistemi giudiziari della Repubblica e del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani.
Con singolare e significativa coincidenza temporale, questi due “Attila” della convivenza civile nostrana, in luogo di riforme del sistema giudiziario (profano e massonico) al servizio e in favore dei cittadini e dei liberi muratori, hanno lanciato un osceno attacco, spudorato e impudente, a quelli che considerano- senza farne mistero- degli ostacoli al dilagare del proprio malaffare e della propria impunità.
Seppur con sfumature diverse (Raffi vuole annichilare il dissenso interno al G.O.I. attraverso una riforma giudiziaria di natura inquisitoria e trucemente vessatoria, che per di più consegni ogni potere sanzionatorio al suo tirannico ed illegittimo Esecutivo di governo; Berlusconi vuole destrutturare l’indipendenza e la capacità operativa della magistratura, soprattutto di quella inquirente che l’ha appunto inquisito, camuffando e mescolando questi suoi intenti con proposte per altri versi accettabili) questi pessimi esponenti della Massoneria italiana perseguono fini sostanzialmente analoghi e convergenti.
Su questi temi, sui quali ritorneremo necessariamente in futuro, si veda per il momento lo Speciale Riforma Giustizia, pubblicato sui siti www.grandeoriente-democratico.com e www.democraziaradicalpopolare.it .

Sullo scenario internazionale, invece, con tutta evidenza, oggi si impone- da parte di tutti gli abitanti del pianeta- un sentimento di solidarietà, compartecipazione emotiva e cordoglio per le vittime dell’immane tragedia naturale che ha colpito il Giappone.
Noi di “Grande Oriente Democratico” e di “Democrazia Radical Popolare” esprimiamo tutta la nostra vicinanza affettiva alla popolazione giapponese.

Intanto, rispetto alla tragedia libica, come non constatare la singolare ed ipocrita fellonia dell’Europa che, in quanto Unione Europea, sa soltanto distinguersi per le sue vacue e inconcludenti chiacchiere, mentre il Macellaio Gheddafi continua il suo sanguinoso contrattacco, ridendosene dei velleitari e parolai “cartellini rossi” che vengono proclamati dall’altra parte del Mediterraneo.
“Gheddafi deve andarsene!” hanno abbaiato gli irresoluti e patetici governanti europei (con qualche sussulto di dignità solo da parte della Gran Bretagna e, da poco, anche della Francia, che cercano di spingere verso un’opzione operativa di qualche concretezza ed efficacia).
E chi è così mentecatto da pensare che Gheddafi se ne andrà in virtù dell’innocuo “abbaiare” di qualche tartufo ben pasciuto e cialtrone che sonnecchia tremebondo in lontananza?
Niente, ormai da molto tempo è chiaro che l’Europa, lungi dall’essere mai divenuta quello che si immaginavano uomini come Giuseppe Mazzini, Altiero Spinelli ed altri europeisti sinceri e illustri, si è affezionata ad una dimensione di patetica fellonia, ben miscelata con squallido cinismo.
La stessa fellonia e lo stesso cinismo dimostrato anni fa, in occasione dei massacri della “guerra civile jugoslava” (come ricordava Gioele Magaldi ne l’Editoriale del 7 marzo 2011: "Sulla Libia, l'Europa si dia una regolata, le democrazie occidentali una mossa, Obama e Hillary Clinton un pò di coraggio e Robert Gates sia all'altezza del Pentagono" di Gioele Magaldi ).
Complimenti! Continuiamo così… E lo diciamo Noi che vorremmo una Grande Europa, forte e compatta sia economicamente che politicamente, faro di civiltà e cultura per il resto del Mondo, auriga di valori irrinunciabili quali libertà, democrazia, stato di diritto, laicità, solidarietà sociale.

Quanto agli Stati Uniti, diciamo chiaro e forte che non ci piace molto l’attendismo di questi giorni e una politica estera contrassegnata da esternazioni magniloquenti accanto ad una operatività incerta e contraddittoria, intelligence inclusa…
Questa vicenda libica non somiglia molto a quella egiziana (ci voleva uno sforzo per farla andare in quella direzione: tempo, lavoro e visione strategica), bensì a quella iraniana di due anni fa, quando Obama fece sacrosanti proclami in favore degli insorti, ma gli Ayatollah e Ahmadinejad si fecero un baffo di quei pronunciamenti e repressero nel sangue tutti i moti, fra morti ammazzati e dissenzienti arrestati, torturati e ridotti al silenzio.
Tuttavia, si comprendono alcune ragioni delle titubanze yankee.
Perché mai gli USA devono sempre addossarsi la maggior parte del peso politico, militare ed economico di simili operazioni di “polizia internazionale” (come appunto avvenne in Jugoslavia a fine anni ’90)?
Perché tutti questi oneri, a fronte della fellonia e della colpevole indifferenza dell’Europa (come appunto avvenne in Jugoslavia a fine anni ’90) ?
Perché gli USA dovrebbero intervenire militarmente per poi sentirsi accusare dalle solite sirene pseudo-pacifiste che la loro è un’operazione imperialistica e predatoria?
Badate bene che queste sirene sono le stesse che, negli studi televisivi, assumono le vesti di quegli intellettualini che dicono: “Gheddafi è un Tiranno sanguinario, certo, e non deve rimanere al potere… però anatema a qualunque intervento armato delle democrazie occidentali!”
E come bisogna mandarlo via un Despota odioso come il “Colonnello libico” (e come tanti dittatori di oggi e di domani), con una parata di viole mammole? Con lo sfoggiodi tante belle bandiere arcobaleno? Con la forza del pensiero? Con qualche incenso new age?
Attendiamo pazientemente le risposte.
In conclusione, ci dispiace che gli USA ancora non si siano mossi (anche se non disperiamo che prima o poi il vecchio Zio Sam voglia far sentire la sua energia risolutiva e coraggiosa, la stessa che liberò l’Europa dominata dal nazi-fascismo; la stessa che impedì alla Serbia di Milosevic di compiere l’ennesimo genocidio), ma non possiamo non comprendere la natura e la ragionevolezza della loro indecisione, specie dinanzi a questo aborto di Unione Europea, priva di dignità e di qualsivoglia lungimiranza politica.
Forse, per tutti quelli che ipocritamente invocano per qualunque iniziativa l’assenso dell’ONU, andrà ricordato che finché nel Suo Consiglio di Sicurezza vige il principio del “veto” decisivo da parte di anche uno solo dei “membri permanenti”, l’Organizzazione delle Nazioni Unite non avrà alcuna capacità di intervenire sulle grandi questioni internazionali che richiedono fermezza e concretezza operativa.
Forse è ora di mettere le mani e l’ingegno al lavoro per modificare il datato Statuto di un’Organizzazione altrimenti sempre più condannata all’impotenza e all’irrilevanza.
AD MAIORA, speriamo.

I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO (www.grandeoriente-democratico.com )

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