Boaz Content Banner Jachin

 

Il massone fascista Licio Gelli, l’ “Anello della Repubblica” e la perdurante ignoranza degli italiani sulla Massoneria, che alcuni Media gradiscono rimanga tale

 

 

 

 

Quelli di Noi che sono impegnati nel Movimento politico d’opinione “Democrazia Radical Popolare” (Sito ufficiale: www.democraziaradicalpopolare.it ) avrebbero preferito dedicarsi ad altro che valutare, soppesare e discutere le questioni evocate nel titolo di questo articolo.
Parimenti, sia ai simpatizzanti di G.O.D. che di D.R.P., vogliamo dare la rassicurazione che presto verranno pubblicate le 10 Serie di Proposte per il Governo dell’Italia dal 2011 in poi,  da Democrazia Radical Popolare al Nuovo Centro-Sinistra (da costruire sulle ceneri del Vecchio).
In effetti, siamo un po’ stufi di questa esigenza diffusa che i Massoni debbano occuparsi di celare o disvelare Misteri pruriginosi, nel momento stesso in cui, in Italia, c’è un bisogno urgente che la Libera Muratoria si preoccupi piuttosto di contribuire (attraverso i suoi membri sparsi lungo tutto l’arco politico costituzionale) alla rigenerazione morale, sociale, culturale, economica e istituzionale della Nazione.
Tale necessità risalta specie nell’assenza drammatica di altri seri punti di riferimento etici e spirituali di respiro nazionale.  La Curia Vaticana è ridotta al minimo di credibilità, dopo i mille scandali finanziari dello IOR, dopo la devastante querelle dei preti pedofili, dopo la perdurante “doppia morale” sessuale smascherata persino in un servizio del settimanale Panorama dell’Estate scorsa, dopo il soffocamento di ogni anelito auto-riformatore sulla scia di un Concilio Vaticano II che è ormai morto e seppellito dalla Reazione conservatrice targata Ratzinger & Soci; i partiti politici o sono partiti-azienda o sono piccole parrocchie litigiose composte da mercenari in vendita al migliore offerente, oppure sono piccole truppe di volenterosi senza tattica né strategia; Confindustria si preoccupa soprattutto dei suoi affari; il Sindacato è ormai l’ombra di se stesso; etc.
In ragione di tutto ciò, sia come Movimento strettamente massonico (Grande Oriente Democratico), sia come Movimento politico (Democrazia Radical Popolare) cercheremo di dare una mano a tutte le donne e a tutti gli uomini di buona volontà che non si arrendono a questa fatale Decadenza dell’Italia, stretta tra le forche caudine del secessionismo anti-unitario della Lega Nord (mascherato ipocritamente da federalismo), mortificata dal“golpismo” strisciante del Grande Fratello di Arcore e dall’ineffabile insipienza del centro-sinistra, come viene stigmatizzata nello scritto del Fratello Gioele Magaldi, In attesa di Piazzale Loreto (Parte I).

Ogni tanto, però, dobbiamo occuparci anche di analizzare e spiegare quello che dicono i soliti noti, fra i quali il Fratello Fascista Licio Gelli occupa un posto privilegiato.
Costui, in “Io avevo la P2, Andreotti l’Anello”, Intervista a Licio Gelli by Raffaella Fanelli per il settimanale OGGI del 23 febbraio 2011, commentato l’altro ieri sul quotidiano IL RIFORMISTA, in un articolo di Alessandro Calvi nel quale vengono riportate le riflessioni del Prof. Aldo Giannuli, sciorina un po’ di considerazioni in libertà, secondo il suo stile ambiguo e allusivo.
Cosa dice Licio Gelli?
Ripete le stesse cose di sempre, affermando tutto e il contrario di tutto, salvo essere pronto a ri-smentirsi la prossima volta.
Tanto, i cronisti ignoranti e disattenti, incapaci di interloquire seriamente con questo vecchio volpone, non mancano mai.
In questa occasione, tuttavia, riprendendo un’allusione di qualche giorno fa, Gelli accenna al “Noto Servizio” detto anche l’”Anello”.
Allorché l’intervistatrice Raffaella Fanelli domanda al Licio nazionale:

Qualcuno ha indicato in Giulio Andreotti il “vero padrone” della Loggia P2…

Lui risponde:

Per carità…io avevo la P2, Cossiga la Gladio e Andreotti l’Anello

Gelli non dice di più e rimanda ad altra occasione l’esplicazione di questa affermazione.
Su IL RIFORMISTA del 18 febbraio 2011, Aldo Giannuli, sollecitato da Alessandro Calvi, osserva però che Gelli dice una palese inesattezza allorché dichiara che il referente di Gladio fosse Cossiga, il quale si era limitato-sempre secondo Giannuli- soltanto a regolarizzare questa struttura para-militare.
Ricordiamo che Aldo Giannuli è colui che nel 1998, mentre stava indagando come consulente di alcune procure in relazione alle stragi di Piazza della Loggia (Brescia) e di Piazza Fontana (Milano), mise gli occhi su certa documentazione contenuta negli archivi del Ministero dell’Interno.
Di qui, la scoperta di una struttura segreta informale più o meno legata allo Stato, sulla quale è stato scritto da Stefania Limiti il libro: L’ANELLO DELLA REPUBBLICA. La scoperta di un nuovo servizio segreto. Dal fascismo ALLE BRIGATE ROSSE, CHIARELETTERE Editore, Milano 2009.
Su questa vicenda del “Noto Servizio/Anello della Repubblica”, Noi di Grande Oriente Democratico possiamo anticipare che se è utilissima la lettura del libro della Limiti e sono particolarmente preziose le annotazioni dello “scopritore” Giannuli, la “verità storica completa” è ancora tutta da appurare, specie per ciò che concerne i “livelli superiori” e le “super-strutture” di riferimento internazionale cui ciò che è stato denominato “Noto servizio” faceva capo.
Qualche uccellino ci suggerisce che nell’imminente libro di Gioele Magaldi, MASSONI. SOCIETA’ A RESPONSABILITA’ ILLIMITATA, CHIARELETTERE Editore, la cui uscita probabilmente sarà posticipata da questa primavera al prossimo autunno, potrebbero apparire rilevanti testimonianze relative a questa vicenda, ma vista da un angolo visuale che non è italiano, bensì “atlantico”.
Torniamo però al testo che stavamo commentando, “Io avevo la P2, Andreotti l’Anello”, Intervista a Licio Gelli by Raffaella Fanelli per il settimanale OGGI del 23 febbraio 2011.
Cos’altro dice Gelli di importante, a parte il riferimento a l’Anello e a Gladio?
Secondo Giannuli (IL RIFORMISTA del 18 febbraio 2011, articolo di Alessandro Calvi) “non quadrano i conti” su ciò che dice l’Ex Venerabile della P2.
Cioè: “Difficile dunque capire perché Gelli abbia deciso di rinunciare al silenzio e stia rilasciando certe affermazioni” (incalza Alessandro Calvi).
E risponde Giannuli: “Di certo-osserva Giannuli- non si può dire che stia dando un contributo di chiarezza. Allude, ma non dice, come con quelle frasi su Berlusconi, dopo che per anni ci ha spiegato che proprio Berlusconi ci aveva salvato dal comunismo […]forse sta preparando il terreno a qualche fratellino in arrivo. D’altra parte, Berlusconi da qualche tempo non è molto simpatico agli americani e il cuore di Gelli notoriamente batte su quella sponda dell’Atlantico. Forse qualche sgarbo sull’energia, forse altro. Ma il gioco è ancora incomprensibile. Ciò che mi pare chiaro è che il Noto Servizio è un amo. Ora si deve capire cosa quell’amo pescherà”.

Ecco. Su queste affermazioni di Giannuli occorre apportare qualche contributo chiarificatorio.
Lasciando all’imminente libro del Fratello Magaldi di spiegare in modo esaustivo la questione, in questa sede ci preme dire che ormai da tempo Licio Gelli non gode di relazioni particolarmente qualificate con il “mondo statunitense”.
Ciò, in modo lampante per quanto riguarda il presente e in particolare l’amministrazione “Obama”.
Ma bisogna anche sfatare un luogo comune troppe volte ripetuto, e riferito al passato.
Gelli, negli anni ’70 (distinguendo, come riteniamo farà Magaldi nel suo saggio, tra ante e post 1974 e tra il periodo 1974-77 e quello compreso tra il ’77 e l’ ‘81) ebbe rapporti discreti con alcuni ambienti nord-americani conservatori, ma non ebbe mai l’appoggio maggioritario della Massoneria Usa, peraltro molto articolata al suo interno.
Appena migliori i rapporti con la Libera Muratoria inglese, ma solo fino ad un certo momento storico ed entro certi limiti.
Basti ricordare la vicenda dell’O.M.P.A.M. (Organizzazione Mondiale del Pensiero e dell’Assistenza Massonica, fondata per volere e impulso di Gelli nella primavera del 1975) che, se non ebbe l’espansione e il successo che il Venerabile della P2 si aspettava, fu proprio a causa della freddezza ostile della Massoneria britannica e di quella statunitense.
Quindi, se si vuol essere rigorosi sotto il profilo “filologico e storico”, si può concedere che Gelli ebbe-non per lunghissimo tempo- qualche “supporto” da alcuni esponenti conservatori/reazionari dell’establishment britannico e nord-americano particolarmente attivi economicamente e politicamente in Sud America, ma occorre invece sfatare la leggenda del Burattinaio italiano a sua volta Burattino della CIA e/o di altre agenzie dell’intelligence statunitense.
Questa leggenda regge solo per i palati di storici e opinionisti che non conoscano nulla della straordinaria varietà e complessità del ceto politico e massonico USA (per non parlare dei variegati servizi di intelligence) e che non si immaginano minimamente le rigidità, le fisime e le diffidenze della Libera Muratoria britannica verso personaggi non direttamente inseriti nelle sue strutture.
Quindi, al contrario di ciò che sembra ritenere Giannuli, Licio Gelli non sta preparando il terreno a nessun fratellino in arrivo e non è attualmente ispirato da alcuna “centrale di potere” d’oltre Atlantico.
Ci mancherebbe…
E non si tratta neanche di presunti “ami” gettati ambiguamente, affinché qualcuno abbocchi.
La spiegazione è molto più semplice, ma va cercata mutando i paradigmi interpretativi più consueti, come per quanto riguarda alcuni presunti “Misteri d’Italia” ancora irrisolti (e anche in questa direzione, Ci attendiamo molto dall’imminente libro di Gioele Magaldi, MASSONI. SOCIETA’ A RESPONSABILITA’ ILLIMITATA, CHIARELETTERE, dove, a quanto ci è dato sapere, appaiono testimonianze inedite di pezzi grossi dell’establishment statunitense, che finalmente fanno luce sugli ultimi 40 anni di storia italiana ed europea- i più oscuri e ingarbugliati- analizzati dal punto di vista di chi, dall’altra “sponda dell’Oceano”, di quegli eventi è stato “mandante”, e/o protagonista e/o osservatore privilegiato).
La spiegazione delle attuali dichiarazioni di Gelli, sia quelle generiche che quelle più specificamente anti-berlusconiane, si fonda su un fatto incontrovertibile.
L’Ex Venerabile della P2, da qualche tempo (non certo dall’altra settimana) ha cominciato a prendere le distanze dal Fratello Berlusconi, in nome di un sentimento umano, troppo umano: Sua Eccellenza l’INVIDIA…
Dopo le elezioni vittoriose del Maestro di Arcore della primavera 2008, il Maestro Licio ha proseguito per un po’ ad elogiare e ad incoraggiare il suo antico discepolo.
Poi, improvvisamente, comincia una fase di critiche più o meno rese pubbliche, fino a sfociare nell’exploit del giugno 2010, allorché Gelli, intervistato da L’ESPRESSO, dichiara sentenzioso (smentendo tutto quello che aveva affermato negli anni precedenti) che Berlusconi non è adatto a realizzare efficacemente il Piano di Rinascita Democratica a suo tempo distillato proprio in ambiente piduista.
Perché questa brusca giravolta? E perché proprio verso l’estate 2010 (seppure con qualche anticipazione precedente)?
In molti se lo sono chiesti, nessuno ha saputo offrire risposte minimamente soddisfacenti.
Il fatto è che, di lì a poco (luglio 2010), sarebbe esploso il cosiddetto “Scandalo P3”.
Licio Gelli, come al suo solito, si sarebbe espresso in termini ambigui, allusivi e contraddittori su questa presunta Associazione segreta “P3” (nome inventato di sana pianta dai giornalisti, per analogia con la P2 nell’eventuale reato di violazione delle leggi sulle “associazioni segrete”): su tali ambiguità vedi, fra gli altri, Editoriale del 3 novembre 2010: "La 7 tra Exit e l'Infedele, Licio Gelli tra P2 , P3 e Prosseneti del Fratello Silvio Berlusconi, Ruby e l'Elisir di Bunga Vita, Grande Oriente Democratico e un Vaso di Pandora che nessuno vuole aprire…"
Ad oggi, allorché in “Io avevo la P2, Andreotti l’Anello”, Intervista a Licio Gelli by Raffaella Fanelli per il settimanale OGGI del 23 febbraio 2011, l’intervistatrice gli chiede:

(Cosa pensa) della P3, il gruppo di pressione occulto scoperto la scorsa estate?

L’Ex Venerabile risponde:

“Uno scherzo di Carnevale”.

Già, proprio un brutto “scherzo”. Anzitutto proprio per Gelli e per il suo “orgoglio senile”…
Ribadendo che la “P3” in quanto Loggia con questo nominativo non è mai esistita e riaffermando che il livello dei vari Martino, Lombardi, etc. era il più basso dei livelli operativi dell’ “Associazione”, la stizza (più che evidente, dall’Estate ad oggi) del Licio nazionale per questa “Cosa” rimanda a ben altre questioni.
Una su tutte.
Quando il Fratello Silvio Berlusconi, nel 1991, fonda la cosiddetta “Loggia del Drago” ad Arcore, il Maestro brianzolo si serve anche dei contatti nazionali e internazionali dei suoi due principali Mentori: l’ormai ex Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia (1982-1990) Armando Corona e l’ormai ex Venerabile della disciolta Loggia P2 del Grande Oriente d’Italia, Licio Gelli, appunto.
La “Loggia del Drago” cresce, negli anni, e rende Berlusconi massonicamente indipendente sia da Corona che da Gelli.
Corona se ne fece una ragione, Gelli ha sempre ritenuto di poter essere prima o poi gratificato e riconosciuto come “Padre Nobile” di tutte le successive fortune berlusconiane, sia politiche (italiane) che libero-muratorie (italiane ed estere).
Anche perché, alla Corte del Fratello Berlusconi, non sono pochi quelli che un tempo erano cortigiani del Licio nazionale e che, con Lui, lontano dalle quinte, continuano ad avere rapporti di consiglio e indirizzo su questa o quella faccenduola che può richiedere i buoni uffici dell’Ex Burattinaio di Castiglion Fibocchi (il quale conserva “cognizioni”, documenti e dossier che possono ancora essere buona merce di scambio per ottenere favori e aderenze là dove, per i comuni cittadini e anche per qualche politico o notabile rampante, l’accesso è abbastanza ostico…).
Per tutti gli anni ’90 e buona parte del decennio successivo, Gelli si accontenta di questo low-profile da “Consigliori”, lavorando all’ombra delle fortune del milieu berlusconiano e contribuendovi a sua volta come può, con assoluta discrezione.
Certo, dal 1994 in poi (anno della “discesa in campo” politica del Discepolo Fratello Silvio), il Maestro Licio sa che potrà godere di una certa indulgenza da parte di alcuni organi giudicanti…del resto all’epoca il Fratello Cesarone Previti è ancora “vivo”, vegeto, operante e “influente” presso molti Tribunali della Repubblica…e del resto condivide con Gelli, oltre che la fratellanza, anche una comune ascendenza fascista.
In ogni caso, con l’affermazione politica di Berlusconi del 2008, l’Ex Venerabile della P2 sogna un rientro in scena più ufficiale e pubblico, che lo ripaghi di tutta l’amara traversata del deserto dal 1981 ai tempi nostri.
Del resto, il Fratello Piduista Fabrizio Trifone Trecca (grande amico comune tra il Grande Fratello di Villa San Martino e il Grande Fratello di Villa Wanda) imperversa su Rete 4; dunque, si domanda Gelli con narcisismo senile, perché io non potrei avere un mio spazio adeguato su qualche rete Mediaset? Oltre tutto, con l’ampia maggioranza che il Fraterno Cavaliere detiene in parlamento, “se non ora, quando”…incalza il Licione nazionale?
Con pazienza, viene spiegato al Venerabile che sulle reti Mediaset proprio non si può, almeno per il momento, dargli uno spazio ufficiale: la cosa darebbe troppo scandalo e creerebbe troppi grattacapi al Fratello Silvio.
Meglio cominciare un po’più in sordina…
All’uopo viene scelta ODEON TV, proprietà di Raimondo Lagostena Bassi, figlio della mitica avvocatessa Augusta Bassi in Lagostena-detta Tina- (dinanzi a lei ci togliamo il cappello, dinanzi al figlio no…), collegatissimo ad ambienti berlusconiani e che il 17 dicembre 2009 verrà arrestato per delle tangenti in margine a vicende di promozione del Turismo della Regione Lombardia.
Ma nell’autunno 2008 Raimondo Lagostena Bassi non è stato ancora né arrestato né condannato (attraverso patteggiamento, da lui stesso richiesto, di una pena di 2 anni e 10 mesi di reclusione e diversi risarcimenti danni, a fronte dei riconosciuti reati di turbativa d’asta, corruzione e truffa) e si accinge a mandare in onda sulla sua ODEON TV “VENERABILE ITALIA”, una trasmissione televisiva incentrata su Licio Gelli e che, nella puntata d’apertura prevedeva la presenza, oltre che di Giulio Andreotti, anche del Compagno Fraterno di mille avventure berlusconiane, Marcello Dell’Utri.
A prescindere da come andò a finire quella prima puntata e tutto il progetto successivo, Gelli non ne fu per nulla soddisfatto.
Realizzò, non a torto, che Berlusconi, Dell’Utri e Confalonieri, nonostante le promesse, non avevano alcuna intenzione di farlo sbarcare su Mediaset.
Realizzò, contemporaneamente che, ormai, la “Loggia del Drago” di Arcore funzionava assai meglio di quanto non avesse mai funzionato la sua Loggia P2 e che lui stesso, pur trattato con amichevole deferenza (e malcelata sopportazione…) da tanti ex-piduisti, non aveva alcuna vera voce in capitolo sulle strategie di potere e di affari dell’ex discepolo Silvio.
Le ultime illusioni che si spegnevano definitivamente.
Perciò, quando Gelli seppe che si sarebbe di lì a poco scatenato lo scandalo P3, rilasciò l’intervista a l’ESPRESSO in cui formalizzava il mutato atteggiamento nei confronti di Berlusconi (giugno 2010).
E dopo che lo scandalo effettivamente scoppia,l’Ex Venerabile inizia a rilasciare dichiarazioni in cui si prende qualche narcisistica rivincita: “la P3? Niente a che vedere con la P2…Noi si che eravamo gente seria…questi sono dilettanti…”.
Ma si tratta appunto di una rivincita un po’ amara, del tipo la Volpe e l’uva…
Infatti, si può anche concedere il non eccelso livello di manovalanze come Arcangelo Martino o Pasquale Lombardi (eppure, per tentare di conseguire risultati, come si può leggere in P3. Tutta la verità, Editori Riuniti, di Giusy Arena e Filippo Barone, certi “manovali” possono rivelarsi assai preziosi), ma che dire di personaggi del calibro di Flavio Carboni, Nicola Cosentino, Giacomo Caliendo, Denis Verdini e Marcello Dell’Utri?
Che dire se un giorno si scoprisse che, a monte di operazioni laterali come quella cosiddetta “P3” in relazione al business dell’eolico, all’aggiustamento di sentenze varie e ad altri affari, si erge in effetti la “Loggia del Drago”, organisno super-segreto che, nel tempo, ha ben servito gli interessi e gli affari (italiani ed esteri) del Fratello Massone Silvio Berlusconi?
Gelli tutto questo lo sa.
E sa bene, anche, che mentre lui stesso e altri potenti personaggi piduisti dell’epoca furono travolti dall’Inchiesta sulla P2, il potere del Fratello di Arcore è talmente pervasivo e solido che in tanti (anche insospettabili) hanno fatto e faranno di tutto per tenere Berlusconi fuori da ogni accusa di partecipazione alle attività eversive della cosiddetta P3.
Anzi, si farà di tutto per evitare di approfondire quello che si nasconde dietro le attività che, da Martino e Lombardi conducevano a Verdini e Dell’Utri e ancora più su…, passando per Carboni ed altri e coinvolgendo diversi esponenti della Magistratura, passando per Sottosegretari di Stato come Caliendo e Cosentino.
In questa storia- e Gelli lo sa bene- quello che si vede e si “è visto” finora è solo la punta di un iceberg molto più ampio e ramificato.
Eppure- ed ecco spiegato il malumore dell’Ex Venerabile nei confronti del Venerabile in carica della “Loggia del Drago”, Silvio Berlusconi, almeno per ora, non è stato affatto disarcionato e smascherato come invece toccò a Gelli e ai suoi Fratelli della P2.
Silvio Berlusconi, un tempo Apprendista della Loggia P2 all’Obbedienza di Palazzo Giustiniani e poi Pupillo del Gran Maestro del G.O.I. Armando Corona (caro amico del Presidente Francesco Cossiga), ha superato tutti i suoi maestri ed è divenuto a sua volta il Capo Carismatico di una fratellanza tutta sua, molto più solida, segreta e invisibile di quanto non siano state le logge coperte che hanno infestato l’Italia nel secolo scorso.
Certo, ma di questo parleremo meglio in seguito, esistono molte tracce e possibili testimonianze, specie femminili…per giungere sino al Tempio libero-muratorio berlusconiano.
Infatti, a differenza della P2, che trascurava molto l’aspetto “rituale”, al Fratello Silvio l’Esoterismo e le cerimonie occulte piacciono molto…specie quelle di magia sessuale…
Specie quelle che coinvolgano in un “sol colpo” alcuni presunti Illuminati Massoni e alcune fanciulle scelte all’uopo per la loro potenzialità erotico-iniziatica “sottile” (Julius Evola docet) e non per un’adeguata qualificazione spirituale.
Questo, almeno, accadeva prima che il Fratello Silvio perdesse la bussola della propria Via contro-iniziatica e iniziasse a praticare il Bunga-Bunga de noantri
Ma le/i testimoni di quei riti più raffinati restano: spetta solo alla libera informazione italica (se c’è) di convincerle/i a “vuotare il sacco”.
Di lì, da quei riti di magia sessuale che, al contrario del Bunga-Bunga (in cui il Grande Satiro è pressoché l’unico Fruitore), vedevano coinvolti molteplici importanti (e qualificati) personaggi dell’entourage berlusconiano, non sarà difficile risalire ad alcuni importanti componenti della “Loggia del Drago”, tra le cui attività non è mai mancata la possessione rituali di “Vergini”, intese in senso “iniziatico”, come con rara precisione e raffinatezza ebbe a dichiarare la steineriana Veronica Lario.

Tornando, per concludere, sulla malinconica figura dell’ultranovantenne Gelli, che cos’ altro si ricava di saliente dalla sua intervista, cioè da “Io avevo la P2, Andreotti l’Anello”, Intervista a Licio Gelli by Raffaella Fanelli per il settimanale OGGI del 23 febbraio 2011 ?
Intanto che, stavolta, dopo aver spesso asserito di aver “bruciato tutto”, l’Ex Venerabile afferma, in risposta alla domanda se vi siano nella sua disponibilità, in Svizzera o a Montecarlo, dei “documenti segreti”,
“Non me lo ricordo…”

Ecco qua. Chi doveva essere avvertito, lo è stato, nel più classico dei modi.
Poi, Gelli dichiara, ma non è una novità, di essere

“l’ultimo gerarca fascista in servizio permanente effettivo ancora vivente”

Perché stupirsi?

E non ci stupisce nemmeno che Gelli, sul bavero della giacca, porti lo stemma del Movimento etico per la difesa internazionale del crocifisso e che dichiari:

“Se avessi vent’anni di meno mobiliterei il popolo, bloccherei ferrovie e autostrade per protestare contro l’ingerenza dell’Europa. Per bloccare chi vieta di esporre il crocifisso negli edifici pubblici”.

Aggiungiamo Noi, se Gelli avesse vent’anni di meno e se negli anni ’70, in Italia, si fosse attuato qualche Golpe tipo quello cileno o argentino (tutte cose realizzate da suoi amici), che magari si fosse protratto fino ad oggi, non dubitiamo che chi volesse rendere gli edifici pubblici laici e non-confessionali, forse farebbe la fine dei desaparecidos cileni e argentini.
Del resto, il crocifisso (che molti- tra Noi Massoni di G.O.D.- custodiscono costantemente nel cuore e non esitano ad esporre o onorare nelle proprie case private) viene imposto come arredo delle sedi pubbliche ed istituzionali proprio dal Regime Fascista, non prima.
Con ordinanza ministeriale dell’11 novembre 1923 n.250 viene stabilita l’esposizione del crocifisso negli edifici pubblici in genere.
Con circolare del Ministro di Grazia e Giustizia, Alfredo Rocco, del 29 maggio 1926, veniva sancito l’obbligo di esposizione nelle aule giudiziarie.
I Patti Lateranensi del febbraio 1929 completarono il lato giuridico della questione, trasformando l’Italia, da Paese (quasi) liberale e laico a Stato Fascista e Semi-Confessionale.
Più o meno quello che l’Italia, dopo i mille sacrifici della Resistenza e della Ricostruzione, sta ritornando ad essere (certo in termini aggiornati e parzialmente dissimulati) grazie al blocco politico, sociale e culturale che sorregge il “ducetto” di Arcore.
Meno male che, in Italia, non esistono solo Massoni come Licio Gelli o Gustavo Raffi & Camerati, anche se i Media spesso fanno finta di non essersene accorti.
Anche se i Media ancora non rendono adeguatamente conto della battaglia durissima che si sta consumando all’interno della Massoneria, italiana, europea e mondiale.
Si preferisce spesso parlare di Libera Muratoria in relazione a P2, P3, scandali e misteri irrisolti, ma non ci si rende conto che la Comunità massonica mondiale è in fermento e che siffatto “travaglio” ha ricadute non solo in Italia e in Europa, ma anche nel Maghreb e nel Medio Oriente.
Nelle sedi opportune, bisognerà parlare anche di questo.

I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per comunicazioni, scrivete a: info@grandeoriente-democratico.com