Boaz Content Banner Jachin

 

Avviso di Grande Oriente Democratico alla Classe Dirigente italiana, europea, statunitense e occidentale in genere sulla Crisi Economico-Sociale in corso. E Complimenti a George Papandreou per l’annuncio del 31 ottobre 2011 sul Referendum relativo all’accordo neoliberista lacrime e sangue che vuole fare oggi del popolo greco (e domani di quello spagnolo, italiano, etc.) il laboratorio per la cinesizzazione dell’Europa. Quello di Papandreou è un autentico scatto d’orgoglio democratico contro i masnadieri della BCE e del FMI e contro l’illegittimo Duumvirato Merkel-Sarkozy che (mal) governa l’attuale aborto di Unione Europea

 

 

 

 

Bisogna iniziare a parlarsi chiaro, senza più ghirigori e infingimenti retorici.
Occorre uscire dalla mistificazione che postula un nesso tra la realizzazione di eventuali misure economiche e finanziarie austere e neoliberiste annunciate o realizzate nel presente contesto e un conseguente positivo andamento dei cosiddetti mercati.
Il contesto cui facciamo riferimento è ancora dominato dalla fallimentare credenza che gli Stati siano come cittadini privati, che se lo Stato ha un deficit di bilancio – come se fosse un privato e invece non lo è - lo deve ridurre al più presto, che se ha un debito pubblico lo deve ridurre drasticamente e purchessia - come un privato, e invece non lo è -, che se si vuole tornare a “crescere” bisogna liberalizzare e privatizzare tutto, ridurre welfare e stato sociale, abbassare i salari, diminuire la dignità, l’indipendenza, l’autonomia e le tutele relative al lavoro dipendente, elevare l’età pensionabile e in generale praticare una rigorosa austerità con pesanti tagli alla spesa pubblica.
Facciamo un’ipotesi.
Mettiamo che in Europa, nei prossimi mesi, tutti i paesi cosiddetti PIGS (Portogallo, Irlanda, Grecia, Spagna = P.I.G.S. + aggiungiamoci l’Italia) accelerino le raccomandazioni di Mario Draghi, Christine Lagarde, Angela Merkel, Nicolas Sarkozy, etc. e realizzino ciò che imperiosamente gli prescrivono Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale e compagnia cantante.
I patrimoni e le imprese statali saranno svenduti (misura una tantum, perché questi beni, appartenenti a tutte le collettività nazionali, che li hanno comprati e pagati nel corso dei decenni, una volta svenduti, non ci saranno più e lo Stato, la prossima volta, non avrà più nulla da svendere); le grandi imprese pubbliche saranno svendute; le piccole aziende degli enti locali (regionali, provinciali, comunali) che erogano servizi a prezzi calmierati in favore dei cittadini saranno svendute; l’età pensionabile sarà elevata e magari l’importo delle pensioni decurtato o non tenuto al passo dei rincari dei generi di consumo; i salari diminuiti, la flessibilità-precarietà resa più estesa e i licenziamenti resi più facili (nella utopica e stolta speranza che ciò, in tempo di recessione/depressione, induca ad assumere e non a licenziare), ogni cosa privatizzata e falsamente liberalizzata per una fasulla concorrenza (lo abbiamo visto negli anni ’90 del XX° secolo come sono state gestite le presunte liberalizzazioni in Italia e altrove…); il deficit di bilancio costituzionale reso operativo, con pesantissimi tagli alla spesa pubblica (non gli sprechi, che saranno attentamente conservati e preservati per far piacere ai soliti cacicchi nazionali e locali, ma la spesa per pagare fornitori e professionisti che hanno lavorato per le istituzioni statali nazionali o locali, la spesa per far funzionare servizi essenziali per i cittadini-sanità, scuola, pubblica sicurezza, efficienza della burocrazia, etc.- e/o quella per incentivare gli stessi consumi e l’economia locale e nazionale); il debito sovrano ridotto di qualche piccola quota (ma quanto inciderà in negativo, a fronte di ciò, la diminuzione di entrate fiscali a causa di una contrazione o non aumento del PIL?), etc., etc.
Mettiamo che accada tutto questo, che tutti i migliori auspici della Tecnocrazia della BCE , dell’FMI e delle altre istituzioni finanziarie internazionali si realizzino al più presto.
E ammettiamo anche (ammesso, ma non concesso né scontato) che, complessivamente, i cosiddetti Mercati, sul breve periodo (sul medio e lungo no, perché le depressioni/recessioni non giovano a nessuno, alla fine della fiera, nemmeno ai Mercati nel loro complesso) rispondano positivamente a tutte queste misure ULTRA-NEOLIBERISTE accettate in termini bovini e asinini dalle classi dirigenti europee.
Avremmo perciò, almeno per un breve periodo, il seguente, felice (si fa per dire) connubio: il trionfo dell’IPERLIBERISMO, lo STATO MINIMO e i MERCATI PLAUDENTI, con tutte le Borse, da Wall Street a Tokyo, da Londra a Milano e a Francoforte, che brindano e realizzano fruttuosi scambi.
Nel frattempo, la disoccupazione crescerebbe a dismisura e i nuovi occupati, con le nuove regole IPERLIBERISTE - in un contesto di abbassamento del costo della manodopera - avrebbero meno tutele, dignità e autonomia e, soprattutto, con salari molto più bassi e incertezza del loro percepimento futuro, una propensione a ridurre drasticamente i CONSUMI (se vivi nella paura costante del licenziamento facile, non solo vivi con meno dignità e autonomia il tuo lavoro, ma tendi anche a non spendere/risparmiare, temendo che da un momento all’altro tu possa perdere anche il salario da fame che ti ritrovi).
MENO CONSUMI significa meno COMMERCI.
MENO COMMERCI significa meno INDUSTRIA PRODUTTIVA.
Meno consumi, meno commerci e meno industria produttiva significa nuovi licenziamenti (resi peraltro più facili) e di nuovo meno consumi, attivando in una spirale infernale il circuito della RECESSIONE/DEPRESSIONE.
Dunque, dopo i primi momenti di euforia per l’IPERLIBERISMO dilagante, anche i cosiddetti MERCATI andrebbero in caduta verticale. O qualcuno si immagina che, nel fallimento delle attività commerciali e industriali, nel fallimento degli Istituti Bancari a causa di clienti insolventi, i MERCATI potrebbero continuare a prosperare?
E anche le esportazioni (e dunque le produzioni e i commerci) di nazioni come la Germania che si credono al riparo degli effetti della Crisi generale, andranno allegramente a puttane.
E dopo tutto ciò, l’ABISSO, un ABISSO nel quale, tuttavia, i TECNOCRATI e i POLITICI che l’abbiano prodotto saranno i primi ad essere scaraventati dalle MASSE INFEROCITE e senza più nulla da perdere.
Forse è la necessaria catarsi.
Forse, dopo la CATASTROFE sociale dell’Occidente che FMI, Banca Mondiale, Banca Centrale Europea, WTO, OCSE e altri SANTUARI più o meno palesi e occulti stanno preparando, finalmente ci sarà spazio per una nuova, aggiornata e perfezionata RIVOLUZIONE DEMOCRATICA E LIBERALE, che, “ghigliottinati” gli OLIGARCHI e i loro CORTIGIANI, potrà rigenerare la politica, l’economia e la società occidentale.
Forse questa VIA APOCALITTICA è davvero l’UNICA VIA.
Naturalmente, i più accorti fra gli OLIGARCHI sovra-nazionali che lavorano alla “cinesizzazione” dell’Occidente sono ben consci di questi rischi.
Ma tendono a ritenere - nel loro contro-iniziatico delirio di onnipotenza - di potersi comunque SALVARE e anzi di riuscire ad accrescere il loro POTERE, sia attraverso una strategica alleanza economico-finanziaria con POTENZE ASIATICHE infide e imprevedibili, sia presumendo di poter manipolare a tal punto l’opinione pubblica dei paesi occidentali, da indurla ad accettare come una pestilenza inevitabile di altri tempi, un “castigo divino ineluttabile”, la progressiva proletarizzazione delle sue classi medie e la neo-schiavizzazione delle sue classi proletarie.
Anche perché, in questo raffinatissimo e diabolico progetto, potrà giocare una buona parte anche il conflitto tra i migranti del Terzo e Quarto Mondo e le fasce più vulnerabili economicamente (destinate ad aumentare a dismisura) dei cittadini occidentali: nella corsa al ribasso per spartirsi le briciole della mensa dei ricchi e dei benestanti, la concorrenza fra vecchi e nuovi poveri di ogni etnia darà vita ad un Nuovo Feudalesimo sovra-nazionale, con forme sociali sempre più gerarchizzate e statiche, dove al vertice siedono i pochi e i pochissimi e dove la base sarà composta di un POPOLO sempre più spogliato di concrete prerogative sovrane.
Addirittura, secondo questo infame PROGETTO, persino l’emergere su scala internazionale di nuove potenze economiche come Brasile, India e altre nazioni asiatiche o dell’ex Terzo Mondo (la Cina fa storia a sé, costituendo il più grande alleato delle Oligarchie reazionarie occidentali nella edificazione di una società globale fascio-comunista e dirigista di stampo elitario) costituisce un potenziale supporto: la “cinesizzazione” dell’Occidente verrà infatti giustificata sempre più con la necessità storica di lasciare spazio e un posto al sole anche a nuove nazioni emergenti extra-occidentali.
Verrà detto che “noi occidentali abbiamo vissuto al di sopra dei nostri mezzi, che bisogna sacrificarsi e operare rinunce, tagli e dimagrimenti in vista del SOLE dell’AVVENIRE NEOLIBERISTA, che persino il disastro disoccupazionale è bene, perché sul medio-lungo periodo sarà foriero di nuove sorti magnifiche e progressive…”
Per inciso, sul medio-lungo periodo saremo TUTTI MORTI, amava ripetere quel VERO INIZIATO di John Maynard Keynes (1883-1946) a chi ne contestava le perorazioni e le analisi scientifiche in favore di serie e lungimiranti politiche di giustizia e redistribuzione sociale, di piena occupazione e di equa regolazione della bilancia commerciale degli scambi internazionali.
John Maynard Keynes non era un sovversivo bolscevico.
Al contrario, credeva nella LIBERTA’, nell’UGUAGLIANZA (il comunismo è falsamente egualitario, perché ha sempre postulato un’ELITE al comando del Partito-Stato, esattamente come il fascismo), nella Fratellanza dei popoli, nella Libera Economia di Mercato e nella Libertà nel possesso/controllo dei mezzi di produzione (che possano essere sia privati che pubblici).
John Maynard Keynes credeva in tutte queste cose così come ci crediamo Noi Massoni di Grande Oriente Democratico (www.grandeoriente-democratico.com ) che proveniamo da esperienze, appartenenze e convinzioni di destra, di centro e di sinistra e come ci credono le cittadine e i cittadini di Democrazia Radical Popolare (www.democraziaradicalpopolare.it ), impegnate/i legittimamente nella costruzione di un Nuovo Centro-Sinistra italiano che sia da esempio per tutta la società europea ed occidentale, andando, fra le altre cose,  Oltre le Destre, i Centri e le Sinistre del XX secolo: un Nuovo Centro-Sinistra per l’Italia del XXI secolo  (clicca sopra per leggere).

Ma davvero bisogna andare tutti incontro all’ABISSO, come vorrebbero tanto questi Apprendisti Stregoni della DESTRA MASSONICA E PARAMASSONICA MONDIALE?
Costoro, come tutti gli apprendisti stregoni, potrebbero avere calcolato male le proprie capacità di controllo delle energie scatenate e, ben presto, rendersi conto che la TIGRE, una volta liberata, non si lascia così facilmente cavalcare come si era pensato.
Invece che un Dominio Neo-Feudale stabile, gerarchizzato e pacificato che renda alcuni ricchi sempre più ricchi e tutti gli altri ricchi, benestanti, mediostanti e poveri sempre più poveri, potrebbe scatenarsi un’ANARCHIA generale e distruttiva dagli esiti imprevedibili.
Invece che ORDO AB CHAO in senso contro-iniziatico e non scozzese (come auspicano gli Oligarchi di certa Destra Massonica e Paramassonica globalizzata), potremmo andare incontro ad un CAOS distruttivo, inarrestabile e ingovernabile anche da parte delle elites occulte che l’abbiano scatenato.

Esiste però un’altra VIA, che Noi di Grande Oriente Democratico, fintanto che non sarà troppo tardi, non smetteremo di raccomandare ai membri più responsabili e onesti intellettualmente delle CLASSI DIRIGENTI italiane, europee, statunitensi e occidentali in generale.
Essa si “nutre” di alcune premesse fondamentali.

  1. Quand’anche gli spread fra i titoli dei vari debiti sovrani si riducessero, le Borse fossero in costante rialzo per qualche tempo, ma non si riuscisse ad aumentare la partecipazione delle nuove generazioni al mercato del lavoro e a debellare la disoccupazione di giovani e maturi, i consumi non solo non cresceranno, ma diminuiranno tragicamente, prima in Occidente, poi nel resto del Mondo, innestando una recessione/depressione senza precedenti nella storia contemporanea, con il crollo ulteriore delle produzioni, delle esportazioni e delle importazioni, dei commerci e di nuovo dell’occupazione e dei consumi, in un ciclo infernale e auto-distruttivo. Le politiche neoliberiste, anche nella formulazione della cosiddetta terza via blairiana-clintoniana al rimorchio delle teorie di Anthony Giddens prima maniera, fondate sui consumi legati al credito facile e all’indebitamento selvaggio invece che all’aumento dei salari, sono miseramente fallite. Se si vogliono alimentare i consumi, bisogna sostenere i salari e le pensioni, con politiche di giustizia e redistribuzione sociale, non abbassare gli stipendi e facilitare/invogliare il credito al consumo sciamannato e senza coperture da reddito o proprietà, avallando un indebitamento incontrollabile come quello che ha prodotto la catastrofica bolla immobiliare del 2007-2008. I profitti per industriali, finanzieri e banchieri saranno sempre alti, e giustamente proporzionati al talento e al lavoro immateriale che la classe dei capitalisti sarà in grado di mettere in campo, ma un benessere generalizzato e una rinnovata rigenerazione economico-sociale delle classi medie e medio-alte, così come di quelle artigianali, impiegatizie e operaie, sarà la migliore assicurazione sulla vita del sistema capitalistico basato sulla libera economia di mercato.
  2. E’ demenziale e stolto, come in Italia tornano a fare il senatore Pietro Ichino, i sempre più confusi e autolesionisti radicali (che avrebbero bisogno della ricostruzione di un vero Partito Radicale come fu il PR degli anni ’70 e ’80, mettendo fine alla stagione delle Liste Pannella, Bonino e Pinco Pallino…) e i sempreverdi neoliberisti improvvidi alla Renato Brunetta, Maurizio Sacconi et similia, auspicare una revisione peggiorativa dei diritti del lavoro in un contesto nazionale e globale quale quello che stiamo vivendo. Sarebbe anche utile, come suggerisce Tito Boeri, una specie di contratto unico a tempo indeterminato, con acquisizione di diritti e tutele progressive. Ma non è esattamente la stessa cosa che abbattere l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori pensando che così, miracolosamente, le imprese (in crisi perché strozzate nel credito, perché i commerci calano, perché le gente viene licenziata e consuma molto di meno, etc.) inizieranno ad assumere giovani lavoratori a gogò. Il problema investe direttamente l’idea che si ha della DIGNITA’ del lavoro. Se, come ormai accade in molti casi di lavoro subordinato (in nero e in bianco) in Italia e altrove in Occidente, si vuole rendere il lavoratore esposto al potere ricattatorio e arbitrario del datore di lavoro o del dirigente di turno che controlla assunzioni e licenziamenti, allora si proceda pure con la proposta Ichino, ingenuamente e stoltamente presentata come misura liberista per la crescita. Liberismo non vuol dire né ricatto, né ripresa di un rapporto paternalistico, iper-gerarchico e potenzialmente vessatorio nei confronti del lavoratore dipendente che non si piega alla Volontà Assoluta di chi diventa facilmente il dispensatore della morte e della vita economico-sociale del suo dipendente, per di più in un mercato asfittico come quello italiano (almeno altrove, in alcuni paesi occidentali, la cosiddetta flessibilità è reale e, insieme a difetti congeniti ha anche alcuni pregi e non è soltanto precarietà assoluta come nel Bel Paese). Noi crediamo che la facoltà di licenziare per giusta causa o per giustificato motivo, attualmente sancita dall’Art. 18 dello Statuto dei Lavoratori (insieme alle altre vigenti normative giuslavoristiche) lasci all’imprenditore tutti i margini per licenziare nel momento in cui la sua società è in effettiva crisi o nel caso il lavoratore sia un incapace, un pelandrone o un insubordinato. Nel contempo, il medesimo Art. 18 (che già non vale per le aziende con meno di 15 dipendenti, che sono la maggioranza delle imprese manifatturiere italiane) conferisce al lavoratore quel minimo di autonomia e dignità cui ha sacrosanto diritto e lo sottrae all’arbitrio assoluto e all’eventuale sfruttamento del datore di lavoro. Non occorre essere comunisti o degli estremisti di sinistra per comprendere e condividere tutto ciò. Sia che si sia di destra, centro o sinistra, per comprendere il concetto di dignità e autonomia del lavoro dipendente basta essere degli esseri umani che ritengono sacro il rispetto di altri esseri umani: gente che lavora per far campare le proprie famiglie e che chiede solo di essere trattata con lealtà ed equanimità da quegli industriali che vivono nel lusso e nell’agiatezza anche grazie all’impegno materiale dei propri dipendenti, oltre che per (l’eventuale) proprio ingegno imprenditoriale.
  3. Qualunque manovra di rigore e austerità, anche la più estrema, non servirà a sanare la Crisi in corso dal 2007-2008. Semmai servirà ad aggravare tale Crisi. Questo lo sanno benissimo e anzi lo auspicano coloro che, però, alimentano il teatrino politico-mediatico che invoca le solite nenie neoliberiste: tagli, riduzioni, contrazioni, sacrifici, privatizzazioni, liberalizzazioni, etc. Poi c’è la solita fetta di utili idioti cortigiani e decerebrati che crede davvero alle filastrocche cantate ieri dai corifei del Washington Consensus, cui oggi si aggiungono quelle del Bruxelles-Frankfurt Consensus.
  4. Per il Mondo intero, per l’economia e la finanza globalizzata contemporanea, ciò che farà o non farà l’amministrazione USA e soprattutto l’Unione Europea è di fondamentale importanza. Noi (insieme alle amiche e agli amici di DRP) lo diciamo da tempo: dalla crisi si uscirebbe alla grande  attraverso la costituzione di Stati Uniti d’Europa che sarebbe pienamente legittimata e benvoluta dai popoli europei se preceduta dalla eliminazione dei singoli debiti pubblici delle nazioni dell’eurozona, sostituiti dagli EUROBOND e dall’euro resa moneta sovrana della UE. Costituiti gli EUROBOND, cesserebbe l’oscillazione e la speculazione sugli spread fra questo e quel tipo di buono del Tesoro. Costituiti gli EUROBOND e l’euro come moneta sovrana dell’UE, sottratta alla tirannia tecnocratica della BCE (ridotta ad eseguire le direttive politiche del Parlamento e di un autorevole e unificato Governo europeo, con una politica economico-finanziaria federale e integrata, scevra dai nazionalismi di chicchessia), si potrebbe dare corso ad un grandioso NEW DEAL e Nuovo Piano Marshall per l’Europa e per l’area mediterranea. Anche la Germania avrebbe il suo tornaconto. Quest’ultima, insieme alla Francia e ad altri paesi cosiddetti virtuosi sui conti pubblici, dovrebbe accettare di consociare il proprio debito sovrano con quello di nazioni meno virtuose. Ma Germania, Francia ed altri paesi nord-europei avrebbero come tornaconto quello di non dover più alimentare fondi-salva stato ed altri simili e parimenti inutili e costosi espedienti. Senza EUROBOND e con una crisi dell’euro sempre più ingovernabile, con il probabile default concordato e/o l’uscita dall’euro di diversi membri dell’eurozona, i costi per Germania, Francia e altri virtuosi sarebbero molto più onerosi. Senza contare che, se in Italia si tornasse alla lira, e anche altrove alle valute nazionali, anche le esportazioni tedesche ne risentirebbero sensibilmente. Infine, se si procedesse come si sta procedendo verso una RECESSIONE/DEPRESSIONE di proporzioni bibliche, è vero che ne guadagnerebbero alcuni ristretti circoli oligarchici ed elitari sovra-nazionali (fra cui alcuni con solide basi anche in Germania e Francia, oltre che nel Regno Unito e negli USA), ma l’insieme delle imprese, dei commercianti, dei produttori e dei cittadini tedeschi, francesi, britannici e statunitensi sarebbero travolti da una Grande Crisi che farebbe impallidire quella del 1929.

E’tutto CHIARO?
Da una parte c’è la VIA degli APPRENDISTI STREGONI della DESTRA MASSONICA E PARAMASSONICA SOVRANAZIONALE che, nei vari paesi occidentali, mette indifferentemente a libro paga politici, tecnocrati, intellettuali, opinionisti e giornalisti di destra, di centro e di sinistra pur di portare sino in fondo il proprio GOLPE GLOBALE OLIGARCHICO. Per realizzare questo GOLPE è necessario che l’attuale crisi economica occidentale si aggravi, non che migliori. E per aggravare la crisi è necessario cinesizzare l’Europa, mediante le consuete politiche neoliberiste dure, pure e intransigenti, di concerto con l’espansione dell’economia e del modello cinese, laddove la Cina è il perfetto paradigma di un Governo Tecnocratico ed Elitario della Res Publica.
Per BCE, FMI, Banca Mondiale, OCSE, WTO, Governo cinese e Governo russo, Aristocrazie arabe e LOGGE/LOBBIES occidentali contro-iniziatiche, le procedure democratiche e liberali sono una inutile perdita di tempo e di denaro.
Ciò che conta è che una ELITE di ILLUMINATI e OLIGARCHI (in Cina si chiamano Partito Comunista, in Russia sono in gran parte ex dirigenti del KGB e degli altri servizi, ai vertici delle istituzioni finanziarie internazionali sono vassalli delle Oligarchie occulte con squadra, compasso e svastica, e così via) vuole usare l’impoverimento economico, politico e sociale che sarà prodotto dalla crisi come grimaldello per imporre un Nuovo Feudalesimo con una Aristocrazia sovra-nazionale del Denaro che tutto sorvegli, controlli e reprima come e peggio che in 1984 di George Orwell.

Dall’altra parte c’è la nostra VIA.
Quella che in Italia è battuta da coloro che simpatizzano per Grande Oriente Democratico, massoni e non massoni, fuori e dentro le istituzioni, certamente dentro la società civile nelle sue varie componenti.
Quella che altrove, nel Mondo, è perseguita da Fraterni amici di GOD.
Quella degli autentici LIBERI MURATORI, in Italia rappresentati trasversalmente nelle varie Comunioni insediate sul territorio, anche a prescindere dall’indirizzo specifico dei vertici pro-tempore attuali.
Naturalmente, Grande Oriente Democratico non è e non vuole essere una Comunione massonica in competizione con altre Comunioni o Obbedienze, quanto piuttosto un network dinamico che raccolga insieme le migliori energie e personalità massoniche del panorama italiano, collegandole ai migliori circuiti massonici democratici e libertari internazionali.
Battendo questa VIA, quello che si vuole conseguire, per l’Italia, per l’Europa, per gli USA e per l’ecumene planetaria, è un Nuovo Ordine Mondiale democratico e liberale fondato su istituzioni politiche ed economico-finanziarie globali che abbiano a cuore non solo la libera circolazione delle merci e dei capitali, ma anche quella dei diritti umani universali, dei diritti del lavoro e dei principi di giustizia sociale e redistribuzione della ricchezza; consentendo a CIASCUNO di arricchirsi secondo i propri talenti e la propria intraprendenza, e a TUTTI di avere uno standard minimo di partenza (che significa possibilità di studiare, lavorare, progettare e costruire un futuro per sé e per i propri cari) che contempli il diritto concreto alla felicità, in condizioni di sicurezza e dignità materiale e morale.

VOI, cari membri della Classe Dirigente italiana, europea, statunitense e occidentale in genere che non siete stati ancora comprati e corrotti dall’ORO DEI NIBELUNGHI offertovi da alcune Oligarchie massoniche e paramassoniche sovra-nazionali, CHE VIA SCEGLIETE?

I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO

 

P.S. Complimenti di cuore per il coraggioso scatto d’orgoglio del Premier greco GEORGE PAPANDREOU, il quale ha legittimamente annunciato che sottoporrà a Referendum popolare l’approvazione o meno del Piano “lacrime, sangue e decrescita drammatica” che BCE, FMI & Compari vorrebbero imporre all’antica culla della democrazia e della civiltà europea, la Grecia, già massacrata socialmente ad opera degli infingardi amici e amici degli amici del Washington/Bruxelles/Frankfurt Consensus. Piuttosto, è interessante notare come, a seguito della più che legittima decisione di Papandreou di affidare l’ultima parola sulla sorte della Grecia al suo popolo sovrano, spuntino come funghi politici, intellettuali, tecnocrati e opinionisti prezzolati i quali mostrano tutto intero il loro disprezzo per i popoli e per la democrazia, rigettando l’opportunità di un simile referendum.
A questi servili FARABUTTI, SERVI di Oligarchie occulte, i referendum e le prassi democratiche FANNO PAURA! E ne hanno ben donde. Questi FURFANTI trattano con sufficienza la volontà popolare, considerando il DEMOS come un’accozzaglia di mentecatti e minus habentes.
Benissimo, DOTTISSIMI CORTIGIANI corrotti e intellettualmente cicisbei, preparatevi allo stesso trattamento che ebbero i vostri antenati dei salotti aristocratici settecenteschi più retrivi e reazionari (non quelli autenticamente illuminati dall’Oriente e dalla sapienza di Hiram…), quando il POPOLO parigino li prese a bastonate sul deretano.
Ad una peculiare sottospecie italica di cicisbei disonesti intellettualmente ci pare di poter ricondurre anche un saccente, supponente e sgraziato professorino ed ex finto politico e consigliori di centro-sinistra (ma vero consulente ben pagato di importanti gruppi finanziari sovra-nazionali, ci viene riferito) cui ieri, nella puntata di BALLARO’ del 1 novembre 2011, Giovanni Floris ci sembra abbia dato molto più spazio e pulpito del lecito, per recitare un SERMONE servile e tautologico nei confronti della BCE e degli imperativi categorici in mala fede della coppia Jean-Claude Trichet/Mario Draghi.
Costui risponde al nome di Giacomo Vaciago, il quale, vantandosi di avere 4 figli e svariati nipoti per il cui futuro è preoccupato (e perciò reclamizza le RICETTE della Ditta BCE & Draghi-Trichet), certamente ha omesso di aggiungere che questi figli e nipoti, a differenza dei figli e nipoti dei cittadini italiani, greci ed europei che sono stati già licenziati o sono in procinto di esserlo, dopo avere percepito stipendi da fame, hanno avuto e avranno - grazie al padre e al nonno, così intimo di caste politiche e tecnocratiche sin dagli anni ’80 - immensi privilegi e supporti per avere una vita facile, ben al riparo dagli effetti di macelleria sociale che si prepara per altri ceti e famiglie che non hanno avuto padri e nonni in servizio permanente effettivo nell’area CITIBANK e in strutture analoghe del potere finanziario o politico.
Quindi, si annotino bene i nomi e i cognomi di quelli che invocano OBBEDIENZA CIECA alla BCE e/o si scagliano contro la legittima prerogativa del popolo sovrano greco oggi (e di quello italiano domani) di decidere del proprio destino: la loro parola, d’ora in poi, non sarà più credibile per nessuno che sia dotato di un minimo di onestà intellettuale e convinzioni democratiche e liberali.
E a chi straparla dicendo che così - con i REFERENDUM popolari - si crea un conflitto fra egoismo nazionalistico greco e bene comune europeo, ci permettiamo di far notare che ciò sarebbe vero se le politiche neoliberistiche lacrime e sangue le avessero decise le popolazioni europee tutte consultate tramite REFERENDUM o per mezzo di diretti rappresentanti di un governo federale europeo legittimato da elezioni. Non certo nel caso in cui a voler disporre del futuro della Grecia (e di altre nazioni del Vecchio Continente) sia una CRICCA di personaggi della BCE, del FMI o della Commissione Europea presieduta da un vacuo incapace ruba-stipendio come José Barroso.

[ Articolo del 2 novembre 2011 ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per comunicazioni, scrivete a: info@grandeoriente-democratico.com