Cesare Geronzi, Giorgia Meloni e la Scoperta della Massoneria. Parte I
Che risate.
Periodicamente, qualcuno scopre che il Mondo contemporaneo è governato dalla “Massoneria”, salvo mai approfondire la portata esatta di questo significante oltremodo generico, se offerto all’opinione pubblica privo di qualsivoglia analisi dall’interno.
L’altro giorno, i media italiani riportavano le parole di Giorgia Meloni – pronunciate nel corso della Convention con Guido Crosetto per dar seguito a non si sa bene quale coerente progetto politico… – la quale invocava almeno una sorta di “par condicio” da parte di una Massoneria descritta come invasiva e pervasiva di tutti gli spazi di potere.
La Meloni, improvvisamente caduta dal pero dopo anni di contiguità compiacente al Fratello Piduista Berlusconi e ad altri soggetti in grembiulino ben presenti tra Alleanza Nazionale e PDL, riscopriva un accenno di tonalità anti-massoniche tipiche della pseudo-cultura post-fascista di facciata; forse nemmeno consapevole del fatto che lo stesso Benito Mussolini era stato una “creatura” della Massoneria britannica conservatrice sin dal 1917, che Massoni erano i quadrumviri Michele Bianchi, Italo Balbo, Emilio De Bono e Cesare Maria De Vecchi, e che il Gran Consiglio del Fascismo pullulava di Fratelli reazionari (o ex progressisti) delle diverse Comunioni italiane (Piazza del Gesù in testa, ma con Palazzo Giustiniani ben rappresentato).
Utilissime (e sin troppo benevole) osservazioni sulle modalità superficiali con cui la Meloni ha evocato lo spauracchio “Massoneria” sono contenute in
Giorgia Meloni e l’evocazione della Massoneria, articolo del 17 dicembre 2012 by Francesco Maria Toscano(clicca per leggere).
Con le specificazioni di Toscano, sentiamo persino di poter solidarizzare con la povera Meloni, quantomeno apprezzabile per aver individuato in Mario Monti & Fratres i Massoni più pericolosi per il benessere del popolo italiano ed europeo (altro che P2, P3, P4 et similia).
D’altra parte, non abbiamo ben capito su quali “idee” la Meloni abbia inteso indire le sue “primarie” (la Convention con Crosetto si intitolava appunto “Le primarie delle idee”).
Forse su quelle stesse idee che hanno ispirato il libro di Angela Pellicciari, Risorgimento da riscrivere. Liberali e massoni contro la Chiesa, che con grande enfasi (e infinita faccia di bronzo) fu presentato (nel 2009) dal Massone Piduista Silvio Berlusconi (in cerca di sostegno vaticano) alla manifestazione “Atreju”, festa nazionale di quella Azione Giovani (poi confluita nella Giovane Italia) che era guidata proprio dalla Meloni?
Se le idee della Meloni per il futuro dell’Italia sono quelle tradizionaliste, clericali, illiberali (che c’entra Crosetto in tutto ciò?) e anti-risorgimentali tanto care a certi ambienti vaticani reazionari e già utilizzate strumentalmente da Berlusconi per rendersi gradito al Pastore Tedesco che siede (indegnamente) sul soglio di Pietro, allora francamente non vediamo quale sia il progresso rispetto alle strategie funeste che animano determinati cenacoli massonici oligarchici. Anzi, dietro un’apparente schermaglia ideologica, sappiamo bene che esiste una convergenza progettuale tra gli ambienti curiali e opusiani (cioè dell’Opus Dei) più tradizionalisti e le anime reazionarie e conservatrici della Libera Muratoria euro-atlantica.
Giorgia Meloni si dia un contegno più adeguato ai suoi 35 anni (non è più una fanciulla di primo pelo dell’Istituto professionale alberghiero dove ha preso il suo titolo di studio, cui si possano perdonare grossolane superficialità culturali in nome della giovane età) e si prepari meglio sul tema “Massoneria”, quando ne evoca pubblicamente il concetto.
Quanto agli organi mediatici – composti in gran parte da giornalisti non meno ignoranti e/o ignari e/o in mala fede della Meloni – invece di limitarsi a rilanciare le generiche accuse di questo o quel politico contro il sempre verde complotto demo-pluto-giudaico-massonico, si attrezzino per spiegare all’opinione pubblica (come ha ben fatto Francesco Maria Toscano in Giorgia Meloni e l’evocazione della Massoneria, articolo del 17 dicembre 2012 by Francesco Maria Toscano clicca per leggere) le diverse dinamiche e dialettiche interne dell’universo libero-muratorio, il quale ha creato la società moderna e contemporanea, ha messo in esecuzione i processi di globalizzazione spinta degli ultimi decenni e ovviamente gestisce i più sensibili gangli del Potere a livello planetario e locale (dicesi glocale), in modo talora palese e talora più riservato.
Parimenti, suscita sconcerto il fatto che ci si sia limitati a registrare con qualche enfasi le parole di Cesare Geronzi su Massoneria e Alta Finanza, anche qui senza approfondire alcunché attraverso adeguati strumenti giornalistici (servizi appositi e di ampio respiro, talk-show debitamente condotti, interviste ad hoc sulle massime testate nazionali fatte a chi abbia qualcosa di intelligente e utile da dire per incrementare l’informazione dell’opinione pubblica, e non per depistarne l’attenzione).
Cosa ha detto Geronzi?
Dopo aver fatto alcune affermazioni sibilline nei mesi scorsi sul peso assoluto della Massoneria nel mondo economico-finanziario italiano, europeo ed internazionale, ha realizzato un libro intervista con Massimo Mucchetti, dal titolo CONFITEOR. Massimo Mucchetti intervista Cesare Geronzi. Potere, banche e affari, la storia mai raccontata, Feltrinelli, Milano 2012.
Di seguito, riproponiamo –nel report di DAGOSPIA- gli articoli che su alcuni stralci del libro di Mucchetti/Geronzi hanno fatto rispettivamente Barbara Palombelli per IL FOGLIO e Denise Pardo per l’ESPRESSO.
Non senza premettere che si, il libro-intervista in questione è stato ben reclamizzato dal circuito mediatico, la parola “Massoneria” è circolata nello stesso modo generico, allusivo e inconcludente in cui la citano le fanciulle “alla Meloni”, ma nessuno ha saputo costruire un’indagine giornalistica degna di questo nome sulle implicazioni più importanti delle parole di Cesare Geronzi.
Vediamo i testi presentati da DAGOSPIA:
L’ARTIGLIO DELLA PALOMBA - NEL LIBRO DI GERONZI, SI RACCONTANO GLI STRANI INTRECCI TRA VATICANO E MASSONERIA, DAL FASCISMO ALLA MORTE DI AMBROSOLI - CESARONE NON HA “MAI COMMEMORATO RAFFAELE MATTIOLI, STORICO CAPO DELLA BANCA COMIT, A CHIARAVALLE” - NELL’ABBAZIA FU SEPOLTA L’ERETICA GUGLIELMINA DI BOEMIA, E OGNI ANNO SI INCONTRAVANO GLI EREDI DI MATTIOLI IN ODORE DI COMPASSO - CI SI SPOSÒ ANCHE MONTI, TANTO DA FAR DIRE CHE ERA NIPOTE DI MATTIOLI (TUTTO FALSO)…
Barbara Palombelli per "Il Foglio"
Cesare Geronzi
Il libro-intervista di Massimo Mucchetti a Cesare Geronzi ("Confiteor", Feltrinelli) è una miniera di racconti, allusioni, retroscena. Si discute di simboli massonici su una scrivania in Vaticano, di intrighi e intrecci che vengono riepilogati senza svelarli mai del tutto. Ci vorranno molti sforzi e molta fatica per mettere in fila personaggi e interpreti. Cosa ha unito per decenni fra loro i grandi uomini della finanza nazionale?
MASSIMO MUCCHETTI
Che legame aveva stretto un massone di rito inglese come il ministro tecnico di Mussolini, il siciliano ebreo Guido Jung, con i suoi collaboratori? E come si conciliavano le sante messe mattutine del cattolico Enrico Cuccia, aiutato da Jung e genero del socialista massone Alberto Beneduce, con il mito della finanza laica? Gli esegeti si stanno interrogando - in particolare - su una frase sibillina che allude alla divisione fra le varie tribù bancarie italiane.
Mario Monti e Elsa Fornero
Il messaggio è in codice: "Non sono mai andato alle commemorazioni di Raffaele Mattioli a Chiaravalle" . E come mai Geronzi, cattolico praticante di rito andreottiano, vuole prendere le distanze dal mitico banchiere della Comit e dai suoi eredi? La storia dell'Abbazia di Chiaravalle - e qui ci vorrebbe un Dan Brown, non un'umile cronista - inizia nel 1100. E' lì che, alla fine del 1200, riparerà la regina Guglielmina di Boemia - figura molto studiata dalle femministe, in quanto eretica poi santificata e infine rinnegata - le cui ossa furono poi bruciate vent'anni dopo la sua morte.
RAFFAELE MATTIOLI
Nella sua vita, Guglielmina aveva mandato messaggi di pace, di unificazione fra ebrei, musulmani e cristiani, delegittimando il potere temporale dei pontefici del suo tempo. Torniamo alle banche e al gioiello del Novecento, la Comit, banca commerciale italiana, e al suo leader Raffaele Mattioli.
Alla fine di una lunga vita in cui riuscì a costruire l'architrave bancario del regime fascista, fondare il Partito d'Azione, essere il primo banchiere a sostenere l'Agip di Enrico Mattei, diventare consigliere di Togliatti e maestro-padrino di personaggi come Ugo La Malfa e Giovanni Malagodi, Mattioli - secondo la leggenda - volle fare una donazione straordinaria a Chiaravalle ed essere seppellito proprio là. Qualcuno dice che comprò il sepolcro della santa eretica (vuotato dall'Inquisizione, che aveva messo al rogo lo scheletro di Guglielmina) come sua ultima dimora.
Dunque, Geronzi non andava alle messe in suffragio dell'anima di Don Raffaele. Non faceva parte del gruppo nutrito di allievi ed eredi, piuttosto in odore di massoneria. In altre parti del suo libro li accusa di molte complicità oscure nelle gestioni delle ex Bin, le banche pubbliche che diedero vita a Mediobanca, e delle Generali. Ma Chiaravalle diventa simbolo anche di un messaggio contemporaneo.
GUGLIELMA DI MILANO O DI BOEMIA
Furono i gesuiti a benedire la salma di Mattioli, nello spirito della chiesa di frontiera che si occupa della salvezza dell'anima, fondamento della loro pratica religiosa. Perfino gli storici contemporanei allievi di Gabriele de Rosa rivendicano le molteplicità delle appartenenze come una peculiarità delle classi dirigenti negli anni del fascismo. Lo stesso Mussolini si circondò di socialisti massoni per organizzare lo stato, e fu davvero la sua carta vincente.
Le due tribù, con la doppia tessera, una volta caduto il regime, lavorarono assieme e in accordo per la ricostruzione. L'Iri, creatura fascio-massonica, fu nutrita e occupata dalla Dc. E così le partecipazioni statali, l'Eni, l'Enel, la società autostrade, la Banca d'Italia... Poi, probabilmente con il caso Sindona, con la rottura del gold standard americano, la crisi energetica e le conseguenze monetarie, l'intesa è saltata.
ABBAZIA DI CHIARAVALLE
Le liste dei clienti eccellenti costano la vita a Giorgio Ambrosoli, la guerra armata fra le due finanze inizia a contare i cadaveri, le vittime, i suicidi veri o presunti. Si scoprono gli elenchi - parziali - della P2, muore Roberto Calvi. Vaticano e massoneria continuano a incontrarsi, ma alcuni esponenti piuttosto spregiudicati usano anche la criminalità comune (la banda della Magliana) per gli affari correnti e la politica.
Nei siti che si occupano di controinformazione ci si muove sempre fra verità e fantasia e si favoleggia di un superpotere oscuro che tirerebbe le fila del denaro mondiale. Quando è diventato premier Mario Monti (si sposò a Chiaravalle con la sua Elsa) nasce la leggenda che egli sia nipote di Mattioli, e si narra la dynasty bancaria un po' come la saga del "Signore degli anelli". Il nipote vero del banchiere di Vasto, il mio amico Luca - identico al nonno - smentisce ogni legame famigliare con l'attuale capo del governo. E allora? Chi voleva davvero colpire Cesare Geronzi, citando l'abbazia cistercense?
DE BELLO BANCARIO – FRECCIATE. REGOLAMENTI DI CONTI. ALLUSIONI. ESTRATTO IN PILLOLE DEL GERONZI-PENSIERO – MASSONERIA E LA MESSA ANNUALE IN MEMORIA DI MATTIOLI NELLA CHIESA IN CUI MONTI SI È SPOSATO - ‘’A CALTAGIRONE GLI HO FATTO AVERE IL "MESSAGGERO" - LE PARE CHE PER REALIZZARE LA FUSIONE CAPITALIA-UNICREDIT C'ERA BISOGNO DI LUIGI BISIGNANI?” - CI SARÀ UN CONFITEOR DUE….
di Denise Pardo per l'Espresso
Del libro "Confiteor, Massimo Mucchetti intervista Cesare Geronzi" hanno parlato tutti, pioggia di recensioni, talk monografici, paginate intere di quotidiani. Anche perché non era mai successo che un banchiere di sistema, ex presidente di Capitalia, Mediobanca, Generali, per di più muto come una tomba per tre decenni, si trasformasse in un ex banchiere piuttosto chiacchierone. Le 362 pagine contengono il racconto di «trent'anni di potere, banche e affari».
Cesare Geronzi
Ma anche il giudizio, a volte tagliente e impietoso sugli uomini che popolano quei palcoscenici, sugli amici, i nemici, quelli che un tempo erano i santi protettori e poi sono caduti in disgrazia e quelli a cui rinfrescare la memoria, lanciare strali obliqui e trasversali, accorciare o allungare le distanze: «Io non temo nulla», dice Geronzi, « perché sono abituato a perdonare non a dimenticare». Chi ha orecchi per intendere intenda. Questo messaggio e tutti gli altri. Eccone un estratto.
Massimo Mucchetti
«Guido Carli è il mio vero grande maestro». ( Preferenze di sistema 1 ).
«Nel 1976 durante una discussione parlamentare sull'inflazione, il senatore Beniamino Andreatta disse rivolto ai colleghi: "Mentre voi state discutendo c'è un signore di nome Cesare Geronzi che manipola il tasso di inflazione nel nostro Paese. Questo sconosciuto concorre ogni giorno a determinare il valore del cambio della lira con il dollaro impegnando le riserve valutarie del Paese"». ( Preferenze di sistema 2 ).
«Non ho mai fatto parte di cerchie. E Andreotti non ha nulla a che vedere con la mia nomina a Cariroma». (Giulio chi? Amnesie bancarie ).
«Gianni Letta è uomo di valore che viene diffusamente stimato, che rassicura, che s'impegna a dare una mano ma che non sempre riesce a mantenere le promesse...» ( Non tutte le ciambelle ).
Francesco Gaetano Caltagirone
«Le pare che per fare la Banca di Roma o per realizzare la fusione Capitalia-Unicredit c'era bisogno di Luigi Bisignani? Via. Diamo le giuste proporzioni alle cose». ( Tutto qui per il grande amico di un tempo? Bisignani a dieta ).
«Paolo Scaroni ha grandi capacità e grandissime relazioni ad ampio spettro. Formulo la previsione che egli sarà al verificarsi di un certo contesto postelettorale il futuro ministro degli Esteri». ( Governo Geronzi ).
PALENZONA BUFFET
«A Francesco Gaetano Caltagirone gli ho fatto avere il "Messaggero"». ( A Cesare quel che è di Cesare ).
«Capace, abile il dottor Palenzona non è mai un comprimario è uomo che esercita vaste influenze... Due o tre volte è sparito dal mio radar. Ma questo ci sta» ( Il nuovo capo, l'unico che nel libro meriti il titolo di dottore, che onore! ).
«Lei Mucchetti lo chiama Mr Tod's. Cesare Romiti lo aveva soprannominato Lo Scarparo. Diego Della Valle ha scosso l'albero con malagrazia e non gli hanno fatto nemmeno raccogliere la mela». (Adamo Diego ).
«Matteo Arpe è stato tradito da un eccesso di ambizione... nella mia grande generosità volli dare un'ultima chance al giovane Arpe, mi limitai a pretendere una lettera di scuse da rendere subito pubblica, naturalmente». ( Illusioni perdute ).
fie74 romiti arpe
«In campo economico Giulio Tremonti ha proiezioni palingenetiche a volte immaginifiche o millenaristiche: grandi discorsi, poveri e nulli risultati. È un uomo molto capace, capace di tutto, e perciò inadatto ad assumere incarichi istituzionali come i fatti hanno purtroppo dimostrato». ( Siediti sulla sponda del fiume e aspetta ).
«Massimo D'Alema aveva concepito una profonda stima per Enrico Cuccia e giudicava Mediobanca tra i pochi soggetti privati che non mendicavano favori al governo e avevano un'idea generale del Paese». ( Banchiere Maximo )
TREMONTI MONTI
«Presidente D'Alema cosa pensa di Geronzi? Geronzi è meglio della sua reputazione». ( Vanity fair )
«Non tenevo contro della modestia del management di Mediobanca il cui capo Alberto Nagel dimostra di non essere all'altezza». ( Bassobanca ).
«Senza togliere nulla alla sua indubbia professionalità, Gabriele Galateri è versato in quella vera e propria arte che è il "troncare, sopire"... Da noi in Mediobanca avrebbe iniziato quel mestiere di presidente che poi non abbandonerà più, conquistandosi un affettuoso nomignolo: piumino di cipria». ( Affettuosità presidenziali ).
Ecco, certamente su questi temi – come su moltissimi altri – saranno illuminanti alcune pagine del libro di imminente uscita del Fratello Gioele Magaldi, MASSONI. Società a responsabilità illimitata. Il Back-Office del Potere come non è stato mai raccontato. Le radici profonde e le ragioni inconfessabili della crisi economica e politica occidentale del XXI secolo, Chiarelettere Editore).
Tuttavia, prendiamo commiato provvisoriamente dai nostri lettori con una pacata osservazione: siamo proprio sicuri che l’ineffabile Cesare Geronzi che considera il Massone Guido Carli il suo “grande maestro”, che ha avuto nel Massone Luigi Bisignani e in una sfilza di altri Liberi Muratori influenti i suoi migliori amici, confidenti e compagni di strada, sia davvero estraneo al milieu latomistico così come vorrebbe far intendere, ritagliandosi quasi il ruolo di “vittima sacrificale” (negli ultimi tempi) del Moloch massonico italiano e sovra-nazionale?
Magari parleremo meglio di questo punto alla prossima puntata.
I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO (www.grandeoriente-democratico.com)
[ Articolo del 17-19 dicembre 2012 ]