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GOD: attenzione ai progetti discreti, occulti e inconfessabili che alcuni circuiti massonici oligarchici e sovranazionali potranno implementare a partire dalla crisi ucraina

 

 

 

 

Con molta prudenza e sobrietà, nel corso dell’intervista contenuta in

Massoneria, Governo Renzi e altre questioni. Intervento di Gioele Magaldi a Border Nights del 25 febbraio 2014 (clicca per ascoltare),

il nostro Gran Maestro Gioele Magaldi ha risposto in modo molto diplomatico e paludato sulla questione della crisi ucraina.
C’è anche da dire che il 25 febbraio scorso gli argomenti che valeva la pena commentare erano soprattutto quelli dell’avvenuto cambio di regime in Ucraina e dei pro e i contro rispetto ad una eventuale adesione del popolo ucraino all’UE in evidente rottura con le politiche filo-russe di Viktor Fëdorovyč Janukovyč.
Ora, però, in attesa che in qualche intervista voglia farlo anche il Fratello Magaldi, Noi di GOD vorremmo suggerire all’opinione pubblica che, a margine di quello che sta accadendo e accadrà in Crimea e in Ucraina, diversi “soggetti storici” sovranazionali potranno operare con discrezione, onde ottimizzare un certo tipo di vantaggi politico-economici diretti e indiretti che da quella crisi potranno derivare.
Questi “soggetti storici”, gli unici attrezzati ad esserlo in senso forte in quest’era globalizzata, -più e meglio anche delle grandi potenze nazionali occidentali, le quali non esistono come entità unitarie, coese e concordi, ma sono a loro volta egemonizzate in particolari segmenti della propria struttura da tale o tal altro cenacolo trans-nazionale, in competizione/collaborazione con altri consessi simili per il controllo delle istituzioni pubbliche, sempre meno democratiche nella sostanza e sempre più vulnerabili al potere di determinate elites- sono ovviamente i circuiti massonici neoaristocratici di cui GOD parla costantemente, vicariando il silenzio reticente sull’argomento dei media mainstream.
Ebbene, al contrario di quanto ha ritenuto di poter concludere il sempre brillante (ma stavolta fuori strada sul senso potenziale della crisi ucraina, mentre le altre considerazioni contenute nell’articolo sono come sempre lucide e penetranti) Francesco Maria Toscano in

“Il rinnovato protagonismo russo costringerà l’Europa a fare un passo in avanti. O due indietro”, articolo del 3 marzo 2014 by Francesco Maria Toscano per IL MORALISTA (clicca per leggere),

il rinnovato interventismo russo non rischia affatto di indebolire l’attuale UE matrigna, antidemocratica, vessatoria sul piano economico rispetto alle nazioni ad essa soggetta, inefficace e imbelle sul piano diplomatico e militare, quanto asfittica e inconsistente sul piano politico.
Tale interventismo russo non nuocerà a questo aborto di Europa (Dis)Unita (succube di quei cenacoli massonici elitari e reazionari di cui sopra) più di quanto non le abbia nuociuto la terribile e infame tragedia dell’ex Jugoslavia (1991-1995), con il sanguinoso corollario della Guerra in Kosovo del 1996-1999, allorché la UE fece al cospetto del Mondo una figura vergognosa e ignobile.
Anzi, proprio in quegli anni ’90 il progetto falsamente europeista dell’attuale UE a egemonia BCE e funzionamento tecnocratico si andava rafforzando.
Ciò perché, proprio la scelta vile e disumana di lasciare che le varie etnie ex-jugoslave si scannassero fra di loro, se da un lato metteva in risalto la debolezza politica, militare e diplomatica della UE, per altro verso confortava in modo subliminale gli abitanti del Vecchio Continente, tutti felici e rassicurati dal fatto di vivere in società pacifiche e opulente sotto la regia di Bruxelles e lontani dalla barbarie balcanica, dove peraltro molti gruppi euro-atlantici di interesse facevano affari d’oro con il business della guerra…
E su questo crinale, la crisi ucraina, lungi dal determinare quella sorta di esito obbligato immaginato da Toscano, secondo cui

 

“l’Europa non può rinviare oltre la scelta decisiva e strategica che l’attende: o si procede in tempi rapidissimi alla costruzione dell’Europa politica, o non rimane altro da fare che rispolverare al più presto  le singole identità nazionali. Tertium non datur. E se il rinnovato interventismo russo finirà collateralmente col provocare una accelerazione, in un senso o nell’altro, sia esso benvenuto e benedetto.”,

 

sarà invece l’ennesima occasione ghiotta per stabilizzare l’esistente e impedire qualunque percorso di sostanziale riforma dell’assetto euro-tecnocratico.
Certo, l’Europa non dovrebbe (misurata col metro dell’europeismo democratico di Garibaldi, Mazzini, Spinelli, Magaldi G., etc.) “rinviare oltre la scelta decisiva e strategica che l’attende…”, ma invece continuerà imperterrita (per quel che attiene ai suoi vertici tecnocratici e politici attuali) a rinviare tutto…perché questo rinvio le consente di permanere in uno status di entità sovranazionale non statuale, governata senza legittimità democratica, senza un uso adeguato e benefico della sua valuta euro, senza il naturale predominio del livello politico su quello burocratico, il quale serve anzitutto interessi privati e non pubblici.
E anzi, come ha iniziato a spiegare bene il Gran Maestro Magaldi in

Massoneria, Governo Renzi e altre questioni. Intervento di Gioele Magaldi a Border Nights del 25 febbraio 2014 (clicca per ascoltare),

lo stesso anti-europeismo radicale, filo-nazionalista e sovranitarista è valutato dagli attuali architetti dell’Europa tecnocratica e antidemocratica come un utile e beneamato strumento per rendere necessarie, sia a livello dei singoli paesi dell’eurozona (vedi i casi di Grecia, Italia, Germania, etc.), sia a livello di governance continentale e di Parlamento europeo, un abbraccio consociativo tra forze social-democratiche, liberali e popolar-conservatrici in nome della presunta salvaguardia sobria e responsabile del progetto europeista purchessia.
Ecco allora che, come non smetterà mai di illustrare GOD, se si vuole davvero sfuggire all’involuzione oligarchica delle varie società nazionali soggette alla UE e all’eurozona, invece che disperdere energie e tempo in una sgangherata crociata anti-euro sovranitarista e nazionalista (che sposta il problema di una governance elitaria e neoliberista dal piano continentale a quello nazionale, senza risolverlo, visto che già nel 1981 Andreatta & Company favorirono il divorzio tra Banca d’Italia e Ministero del Tesoro, creando le condizioni per il disastro economico italiano dei decenni a seguire), occorre piuttosto pretendere (anche a  costo di minacciare e attuare la sospensione unilaterale pro-tempore dei trattati europei di natura economico-finanziaria) la convocazione di una grande assemblea costituente europea che concretizzi il progetto di Stati Uniti d’Europa radicalmente democratici e popolari.
Per quel che riguarda invece le possibili trame inconfessabili che circuiti massonici reazionari sovranazionali potranno tessere a margine della crisi ucraina, lucrando su di essa sia a livello micro che macropolitico, sia micro che macroeconomico, con questo aurorale intervento abbiamo voluto intanto mettere in guardia l’opinione pubblica che questo rischio esiste ed è molto concreto e pericoloso.
Ci riserviamo, con l’evolvere della crisi, di esplicare adeguatamente e analiticamente come potranno configurarsi tali trame e i profitti politico-economici ad esse collegate.

 

I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO (www.grandeoriente-democratico.com)

[ Articolo del 2-4 marzo 2014 ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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