GOD in difesa di Barbara Spinelli, sincera europeista come suo padre, il fratello massone progressista Altiero Spinelli, e adversus l’antieuropeismo de facto di individui subdoli e pericolosi per la democrazia, la libertà e il benessere del popolo italiano ed europeo quali Scalfari, Napolitano, Monti, Letta, Draghi, Weidmann, Merkel, Schaeuble, Rehn, Barroso, Van Rompuy etc
Interveniamo doverosamente in una vicenda di esemplare infamia.
La vicenda è quella sintetizzata in
“BACCHETTATA, BARBARA SPINELLI SBATTE AL MURO EU-GENIO SCALFARI: “SEI UN VIOLENTO!” - 2. “VIOLENTO È L’USO CHE FA DI ALTIERO SPINELLI, DEL QUALE NESSUNO DI NOI PUÒ APPROPRIARSI” - 3. “È SCORRETTO ACCUSARE GRILLO DI CONDANNARE ALLA GOGNA I GIORNALISTI, QUANDO ALL’INTERNO D’UNA STESSA TESTATA APPAIONO ATTACCHI DI QUESTO TIPO AI COLLEGHI” - 4. LA REPLICA DI SCALFARI NON LASCIA MA LA RADDOPPIA IL VELENO: “CARA BARBARA, IO HO GIÀ DIMENTICATO LE COSE PER ME SGRADEVOLI CHE HO ASCOLTATO NELLA TRASMISSIONE DI TRAVAGLIO E QUELLE CHE TU HAI SCRITTO SU GRILLO SUL NOSTRO GIORNALE” - 5. LA SPINELLI, CHE LASCIÒ NEL 2010 “LA STAMPA” DIRETTA DA MARCELLO GIORGI, PERCHÉ GIUDICATA TROPPO MORBIDA CON BERLUSCONI, PASSERÀ AL “FATTO QUOTIDIANO”?”, pezzo collectaneo per DAGOSPIA del 16 dicembre 2013 (clicca per leggere).
Significativamente, i redattori di Dagospia (che leggono attentamente e spesso pubblicano quanto viene distillato sul sito ufficiale di Grande Oriente Democratico, www.grandeoriente-democratico.com) e che devono essersi anche accorti della pubblicazione di
DRP, Barbara Spinelli, Altiero Spinelli, l'Europa e quel trombone in mala fede di Eugenio Scalfari (clicca per leggere),
a cura delle nostre amiche e amici di Democrazia Radical Popolare (www.democraziaradicalpopolare.it),
nel presentare il pezzo citato, offrono allo sguardo del lettore una arguta e impressionistica rielaborazione figurativa (con l’inserimento nel quadro delle immagini di Beppe Grillo, Marco Travaglio, Barbara Spinelli ed Eugenio Scalfari) del celebre dipinto del massone progressista Eugène Delacroix (1798-1863), intitolato La Libertà che guida il popolo e realizzato in quello stesso anno 1830 che vide una ennesima rivoluzione massonica spazzare via il regime reazionario e clericale di re Carlo X di Borbone (1757-1836).
Definiamo significativa la presentazione del quadro rielaborato del fratello Delacroix, in quanto tale dipinto, come è ormai ben noto all’opinione pubblica, campeggia da sempre in bella mostra nella Home Page del nostro sito ufficiale (vedi www.grandeoriente-democratico.com).
Ci congratuliamo con la redazione di Dagospia per aver correttamente compreso e interpretato il senso della battaglia ideologica e culturale che, dagli anni ’70 del Novecento ad oggi, contrappone in modo netto gli apologeti di una involuzione oligarchica della società occidentale, cioè i fautori di una idea di governance elitaria, neo-aristocratica, tecnocratica, consociativa e insofferente del diritto al dissenso e alla critica (con Eugenio Scalfari schierato saldamente su questo fronte) e quelle donne ed uomini che si percepiscono come gli eredi spirituali del massone Delacroix, dei rivoluzionari del 1830 e di tutti coloro che, a partire dal XVIII-XIX secolo per giungere sino ai nostri giorni, non hanno mai smesso e mai smetteranno di lottare per la piena affermazione, la difesa e l’indefinito perfezionamento dei valori di fratellanza, libertà, uguaglianza e democrazia (e Barbara Spinelli può chiarissimamente essere annoverata fra costoro).
In questo nostro intervento, innanzitutto ci ricolleghiamo, condividendolo senza riserve, a quanto scritto in
DRP, Barbara Spinelli, Altiero Spinelli, l'Europa e quel trombone in mala fede di Eugenio Scalfari (clicca per leggere),
“Le miserabili intimidazioni di Eugenio Scalfari all’indirizzo di Barbara Spinelli”, articolo del 16 dicembre 2013 by Francesco Maria Toscano per IL MORALISTA (clicca per leggere).
DRP ancora a proposito della polemica tra il veterofascista pennivendolo Eugenio Scalfari e la democratica e progressista autentica Barbara Spinelli (clicca per leggere).
Dopo di che, vorremmo soffermarci brevemente ma icasticamente sui vaniloqui del fondatore di Repubblica, contenuti in
“Un paese che perde il senso delle parole”, articolo del 15 dicembre 2013 by Eugenio Scalfari per REPUBBLICA (clicca per leggere).
Scalfari esordisce con un richiamo caro tanto ai massoni progressisti che a quelli reazionari (anche se è evidente a quale gruppo vadano le simpatie di questo pallone gonfiato malamente invecchiato e divenuto di anno in anno più presuntuoso e arrogante, nonostante il fallimento di ogni sua analisi e sintesi politica compiuta dagli anni ’80 ad oggi), e cioè un rimando clamoroso al Vangelo secondo Giovanni, testo sacro su cui, prima di iniziare i lavori libero-muratori, la maggior parte dei massoni occidentali sistemano con grande cura squadra e compasso…
Barbapapà prosegue farneticando proposizioni sconnesse e senza costrutto storico e logico alcuno a proposito di Rabelais, Andrea Scanzi, Grillo, Allende, Pinochet, tutti mescolati insieme in un potpourri degno di un malato di Alzheimer o di un individuo soggetto ad arteriosclerosi avanzata.
Ma le prime affermazioni davvero sorprendenti e allucinanti vengono subito dopo, allorché Scalfari scrive:
“Quanto ai disoccupati, i pensionati, i precari, si può fare ben poco finché la situazione economica non presenti miglioramenti sostanziali il che dovrebbe avvenire entro il prossimo semestre del 2014.
Intanto c'è un punto fermo e certificato: la recessione è finita. Il Pil negativo è aumentato di mezzo punto nello scorso trimestre e di un altro mezzo punto in questo, tornando in positivo; la produzione industriale è anch'essa in aumento. Il lavoro e i consumi non ancora. L'esportazione è largamente attiva. In altri tempi queste notizie avrebbero avuto ampia menzione nei telegiornali e sulla stampa, oggi sono ridotte al minimo e le cattive notizie hanno la meglio. Lo spread è a un minino di 226 e le aste dei titoli di Stato hanno rendimenti da minimo storico, ma nessuno se ne accorge.”
E’ il Fato, il Destino imperscrutabile che decide quale sia o debba essere “la situazione economica”, quando e come possano verificarsi “miglioramenti sostanziali”…nevvero Scalfari? E’ questo che credi? E’ questo che ti hanno insegnato? E’ questo che hai compreso nei tuoi tanti anni spesi a scrivere de omnibus senza alcuna bussola che non fosse il tornaconto contingente e particulare di un giornalista abile, furbo e spregiudicato, sollecito soprattutto della propria carriera, dei soldi e del potere, ma mai latore di una qualche autentica e disinteressata passione civile e politica?
Eh, no caro Scalfari, le cose non stanno così.
Un sistema economico, efficiente o inefficiente, prospero o miserevole, è frutto dei progetti umani, di decisioni politiche ed economiche ispirate a divergenti ideologie.
Dunque, se le cose non vanno per il verso giusto in Italia e in Europa, non si devono incolpare le Moire o la Divina Ananke, bensì le scelte sbagliate (per dolo o insipienza, ma in questo caso ai massimi vertici si tratta di dolo, eccome) di coloro che hanno governato e governano i processi macropolitici e macroeconomici che riguardano l’Italia e l’Europa.
Quanto al fatto che, secondo te, vi dovrebbe essere la ripresa economica a partire dal primo semestre del 2014, non ti vergogni a ripetere questa stonata, melensa e truffaldina canzone, già stigmatizzata con penetrante arguzia in
“Il metodo Zazà”, articolo del 10 settembre 2013 by Francesco Maria Toscano per IL MORALISTA (clicca per leggere), ?
Caro trombone (ignorante di questioni economiche come pochi, al netto della mala fede) di uno Scalfari, non ci sarà alcuna “crescita economica” in Italia nel 2014. Non ce ne sono le condizioni. Mancano gli investimenti pubblici e privati, le banche non danno credito, le imprese falliscono, la disoccupazione aumenta, gli stipendi e le pensioni languono, i consumi crollano, la domanda aggregata diminuisce di mese in mese.
Dunque, brutto pallone gonfiato e pennivendolo di regime, secondo quali criteri e fondamenti economici sostieni che dovrebbe esserci la ripresa nel 2014 o giù di li, con per di più l’aggravante che presto entrerà in vigore il famigerato Fiscal Compact, in nome del quale, lungi dall’investire in termini utili al rilancio dell’economia, lo Stato italiano dovrà racimolare ogni anno circa 50 miliardi di euro da destinare alla folle pretesa di riduzione del Debito Pubblico, presentato (sempre senza alcun fondamento scientifico) come la scaturigine di chissà quali mali per l’economia e la società? (vatti a studiare John Maynard Keynes, piuttosto, invece che ripetere a pappagallo le cazzate strumentali messe in circolazione dai bignami del neoliberismo dogmatico).
Quando poi sentenzi che “la recessione è finita”, ci fai ridere, anche se ci sarebbe da piangere.
La recessione è finita nel senso che siamo ormai in piena Depressione… (dicesi “Depressione” una situazione economica in cui la recessione dura ormai da molto tempo e non accenna ad essere risolta, tanto per semplificare).
Il massimo dell’impudenza, poi, vecchio sofista di uno Scalfari, lo tocchi quando ti lamenti che i media mainstream non darebbero adeguata notizia del fatto che:
“Il Pil negativo è aumentato di mezzo punto nello scorso trimestre e di un altro mezzo punto in questo, tornando in positivo; la produzione industriale è anch'essa in aumento. Il lavoro e i consumi non ancora. L'esportazione è largamente attiva. In altri tempi queste notizie avrebbero avuto ampia menzione nei telegiornali e sulla stampa, oggi sono ridotte al minimo e le cattive notizie hanno la meglio. Lo spread è a un minino di 226 e le aste dei titoli di Stato hanno rendimenti da minimo storico, ma nessuno se ne accorge.”
Ma di che vai cianciando?
L’esportazione italiana tiene ancora grazie alle aziende che resistono eroicamente, tra mille difficoltà e in un quadro normativo e fiscale italiota pessimo e niente affatto confortevole.
E allora? Che hanno a che fare con tutto ciò il governo Monti e il governo Letta, sponsorizzati sia da te che dal tuo degno compare Giorgio Napolitano?
La capacità di esportazione delle aziende italiane è il frutto dell’ingegno e del talento dei nostri compatrioti, riusciti, entro un quadro politico-economico ben più propizio dal Secondo Dopoguerra fino a circa venti anni fa, a far decollare l’Italia come una delle grandi potenze industriali del pianeta.
L’esportazione è attiva, nonostante il e non grazie al governo Monti e al governo Letta, gran sofista di uno Scalfari.
Quanto allo spread, nemmeno meriti risposte, dal momento che in una Europa degna di questo nome non dovrebbero esserci “differenziali” nel rendimento dei titoli di stato dei diversi paesi. Sarebbe bastata (e basterebbe) l’emissione di Eurobond ed ogni oscillazione o speculazione intorno ai buoni del tesoro greci, portoghesi, spagnoli, italiani, etc., sarebbe cessata di colpo.
Per quel che concerne il resto dei tuoi farneticamenti intorno all’Europa, a Grillo, a Renzi e soprattutto riguardo al governo Letta, si tratta di cose già viste e sentite.
Le dicevi mesi e mesi fa, quando eri uno dei più ferventi sostenitori del governo Monti…
Ma in fondo hai ragione.
A personaggi come Te, come il paramassone Enrico Letta (vedi Enrico Letta, un Para-Massone diligente, mediocre, subalterno e servizievole, all’Obbedienza dei circuiti massonici sovranazionali più reazionari e antidemocratici, clicca per leggere), come i massoni reazionari (ormai disvelatisi apertamente come tali) Napolitano, Monti, Merkel, Schauble, Rehn, Barroso, Van Rompuy, Draghi e Weidmann (questi ultimi due, in particolare, fanno spesso finta di litigare, in stile poliziotto buono e poliziotto cattivo, per metterlo meglio in quel posto al popolo europeo sempre meno sovrano…), l’Europa va bene così com’è. E cioè governata con pugno di ferro da tecnocrati non eletti e se-consideranti illuminati e sapienti, i quali abbiano sotto di sé dei politicanti cortigiani, asserviti, ricattabili e corruttibili, pronti a sempre più perfezionate forme di consociativismo (tomba di ogni sana dialettica democratica fra maggioranze e opposizioni parlamentari), e sopra di sé i massimi oligarchi dei circuiti massonici sovranazionali elitari e reazionari, i quali stanno decidendo da decenni l’agenda macropolitica e macroeconomica globale, senza tenere in nessun conto la volontà dei popoli sovrani.
Tuttavia, caro Scalfari, caro pseudo-intellettuale di regime asservito e vile, non ti azzardare mai più a rivolgerti a Barbara Spinelli con i toni sprezzanti e manganellatori che hai adoperato nel tuo sgangherato editoriale del 15 dicembre 2013.
E non ti permettere di mistificare e manipolare la storia del massone progressista Altiero Spinelli, cercando di dare l’impressione che costui, qualora fosse vivo, sarebbe schierato sulle stesse posizioni tue, di Giorgio Napolitano, di Enrico Letta, di Mario Monti, di Mario Draghi, di Angela Merkel, e via discorrendo con masnadieri simili.
Tu e tutti questi personaggi citati siete anti-europeisti de facto, perché con la vostra difesa dogmatica e scriteriata di questa Europa matrigna, tecnocratica, antidemocratica e maramalda (c’è solo da vergognarsi, come autentici europeisti, pensando al modo in cui sono stati e sono tuttora trattati i cittadini greci- cioè gli abitanti della culla dell’Europa, quell’Ellade cui tanto devono tutti i popoli occidentali-, abbandonati ad un destino di regressione socio-economica tremenda, gratuita e ingiustificabile) avete alimentato un diffuso sentimento di ostilità al nobile progetto politico europeista, che prima che a Spinelli appartenne anche a dei massoni progressisti del calibro di Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi.
Ebbene, i liberi muratori fieramente democratici Mazzini, Garibaldi e Spinelli (e tanti altri massoni che hanno sognato un’Europa pacifica, prospera, armoniosa, democratica e liberale) si stanno indubbiamente rivoltando nella tomba a guardare in che mani è finita la gestione concreta di quel sogno e di quel loro anelito ideale, disinteressato e lungimirante.
Vergogna a Te, Eugenio Scalfari, fariseo della peggior specie, sepolcro imbiancato, corifeo del conformismo asservito sempre e comunque al potere costituito, nonostante mille dissimulazioni e mistificazioni buone per i gonzi, che ti hanno creduto o ti credono ancora una voce autorevole del giornalismo italico.
In realtà, al pari di molti altri pennivendoli e sedicenti pensatori nostrani con i capelli bianchi, adusi ad indossare la camicia nera in gioventù, sei sempre rimasto lo spregiudicato opportunista che scriveva su “Roma Fascista”, ipersensibile alle ragioni del potere forte e fortissimo, impermeabile a qualunque onestà intellettuale, totalmente alieno dalla tradizione più limpida e benemerita della democrazia occidentale che ebbe in Thomas Paine, Marie-Jean-Antoine-Nicolas de Condorcet, Olympe de Gouges, Giuseppe Mazzini, Giuseppe Garibaldi, Carlo Rosselli, John Maynard Keynes, Franklin ed Eleanor Roosevelt, Altiero Spinelli e John Rawls alcuni dei suoi più luminosi rappresentanti.
I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO (www.grandeoriente-democratico.com)
[ Articolo del 17 dicembre 2013 ]