GOD presenta e commenta “Consiglio di Stato, quanti massoni ci sono?”, articolo by Alessio Liberati per IL FATTO QUOTIDIANO
Presentiamo alla lettura
“Consiglio di Stato, quanti massoni ci sono?”, articolo del 29 aprile 2013 by Alessio Liberati per IL FATTO QUOTIDIANO (clicca per leggere).
E osserviamo che, come al solito, appare encomiabile e condivisibile lo spirito con il quale Alessio Liberati chiede di fare chiarezza, senza ipocrisie e con limpidezza, alla luce del sole, sui componenti massonici (occulti) del Consiglio di Stato o di altre Istituzioni sensibili della Repubblica italiana, magari affermando nel contempo l’assoluta compatibilità tra appartenenze massoniche e incarichi istituzionali, senza che ogni volta si scateni la “caccia al massone” o, per converso, si verifichi un indebito occultamento di certe identità latomistiche di questo o di quello.
D’altra parte, questa limpidezza auspicata dal Magistrato Liberati appare possibile solo in un contesto culturale e civile che, a differenza di quello italiano, si sia liberato da paranoie anti-massoniche e sia in grado di comprendere che, essere massoni piuttosto che appartenenti ad associazioni di ispirazione filosofico-culturale new age, taoista, buddhista, cattolica, riformata, ebrea, musulmana, etc., non può rappresentare un impedimento in alcun modo allo svolgimento di un ruolo pubblico nelle Istituzioni.
Inoltre, come abbiamo spiegato in altre occasioni, il principio di rendere pubbliche le proprie attività associative, non solo massoniche, ma anche religiose e filosofico-culturali (senza che ciò comporti illiberali e incostituzionali incompatibilità tra di esse e determinati incarichi pubblici) può essere solo una prassi (da noi ritenuta auspicabile, per ragioni di solarità di fronte all’opinione pubblica) a disposizione del libero arbitrio e della sensibilità del singolo magistrato o funzionario/dirigente statale di ogni ordine e grado, non certo una imposizione autoritaria da parte di chicchessia.
Quindi, quando Liberati scrive che:
“vige un divieto espresso per i magistrati amministrativi di appartenere a logge massoniche”,
sentiamo l’esigenza di osservare che, chiunque abbia fatto circolare questo divieto lo ha fatto in spregio della Costituzione repubblicana e dei principi dello stato di diritto liberale e democratico che sanciscono (così come la giurisprudenza UE) l’assoluta libertà di associazione (a meno che non si tratti di associazioni illegali, e la Massoneria non lo è) per ogni cittadino, magistrato o non magistrato. Cosi come stabiliscono, tali principi, che un cittadino che aderisca ad una determinata corrente spirituale, filosofica o religiosa, non possa essere discriminato in nome di detta adesione nell’accesso a determinati pubblici uffici.
Ha fatto dunque bene, l’organo di autogoverno della magistratura amministrativa, a rifiutarsi di
“imporre l’obbligo di una dichiarazione espressa di non appartenenza a logge massoniche”
per i magistrati che ricadono sotto le sue competenze.
Poiché non sarebbe costituzionale, né liberale e democratico, mettere in atto il principio dell’incompatibilità tra appartenenza alla Massoneria (e/o all’Opus Dei o ad Azione Cattolica o alla Comunità di S. Egidio e/o ad altre organizzazioni di ispirazione filosofica, religiosa o meta-religiosa) e la possibilità di esercitare funzioni pubbliche (come anche quella di magistrato: va ricordato, peraltro, che i più apprezzati e autorevoli membri della Corte Suprema USA e i più equilibrati magistrati statunitensi o di Paesi europei di consolidata democraticità in genere sono stati e sono Massoni), va considerata nulla qualsivoglia disposizione interna alla Magistratura (come ad altri corpi dello Stato) che affermi tale incompatibilità.
Né si può obbligare un cittadino, qualora non voglia, a dichiarare quali siano le proprie adesioni associative (purché legali: dunque si può chiedere genericamente l’autocertificazione che non si è associati ad organizzazioni illegali…) o i propri orientamenti sessuali, politici, culturali, filosofici, religiosi, etc.
Ciò, sul piano degli obblighi tassativi.
Tuttavia, Noi di Grande Oriente Democratico conveniamo sul fatto che, qualora i grandi media pubblici e privati italiani facessero opera preventiva di informazione culturale sulla storia della Massoneria, distinguendo luci, ombre e chiaroscuri ed eliminando i pregiudizi beceri che alimentano un anti-massonismo aprioristico, ignorante e sgangherato (frutto di decenni e decenni di ipocrita propaganda anti-massonica clericale e fascio-comunista), allora sarebbe auspicabile – ma senza obblighi incostituzionali stabiliti per legge- che i Liberi Muratori i quali ricoprano incarichi pubblici possano dichiararlo senza dissimulazione o riservatezza alcuna alla pubblica opinione.
Del resto, su tali questioni ci eravamo espressi con analoghi accenti già in
GOD: REPORT, Milena Gabanelli e Michele Buono possono fare molto di più e di meglio (clicca per leggere).
Tutto ciò premesso, appare nondimeno condivisibile – come già evidenziato – lo spirito, se non la lettera, del ragionamento di Alessio Liberati.
Questo Magistrato coraggioso, onesto e di rara e limpida passione civile, infatti, pone un problema di chiarezza giuridica e di superamento di mille ipocrisie, occultamenti indebiti, situazioni di potenziale ricatto, come esplicato in
“Consiglio di Stato, quanti massoni ci sono?”, articolo del 29 aprile 2013 by Alessio Liberati per IL FATTO QUOTIDIANO (clicca per leggere).
C’è quindi da augurarsi che, per il futuro, i media si incarichino di dissipare in profondità l’’ignoranza e i mille veli che impediscono di comprendere l’universo massonico, invitando reiteratamente a parlarne “addetti ai lavori” ed esperti di solida preparazione storico-filologica e socio-antropologica.
Parimenti, c’è da augurarsi che nessun corpo o potere particolare dello Stato o del Para-Stato si inventi normative anti-costituzionali che stabiliscano incompatibilità arbitrarie e illiberali.
Infine, c’è da auspicare che, in un nuovo clima generale di ethos civile liberale e democratico consolidato, condiviso e leale, tutti coloro (Massoni inclusi) che occupino delicati incarichi istituzionali sentano l’esigenza comunicativa, dinanzi all’opinione pubblica, di raccontare in modo trasparente le proprie biografie, partecipazioni associative e preferenze filosofico-culturali e religiose incluse.
I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO (www.grandeoriente-democratico.com)
[ Articolo del 28-30 aprile 2013 ]