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Massoneria Azzurra e Grande Oriente Democratico. Parte II dell’8 marzo 2012

 

 

 

 

Il punto di partenza delle riflessioni contenute in questo intervento risale al pezzo di poco più di un mese fa

Grande Oriente Democratico e "Massoneria Azzurra". Parte 1 dell'1-2 febbraio 2012 (clicca sopra per leggere).

In effetti, nel corso di queste ultime settimane abbiamo avuto modo sia di continuare a leggere determinati contributi apparsi sul Sito ufficiale dei Fratelli del GOI che si sono auto-costituiti e auto-definiti come “Massoneria Azzurra” (www.massoneriaazzurra.org), sia di presentare/pubblicizzare, di tanto in tanto, alcuni di questi contributi/lettere semi-aperte (ciascuna con la dicitura ‘lettera firmata’, ma poi la firma manca, salvo rarissimi casi ).

Ora, vorremmo riallacciarci proprio a quanto dicevamo ad inizio febbraio:

“Che la Weltanschauung massonica di “Massoneria Azzurra” e la sua ermeneutica dell’esprit libero-muratorio siano molto differenti da quelle di GOD, balza subito agli occhi se si va alla Sezione Chi siamo (clicca sopra per leggere) del sito www.massoneriaazzurra.org e la si mette in comparazione con le Sezioni Perché questo Sito? (clicca sopra per leggere), oppure La Massoneria nel XXI secolo: sfide e prospettive (clicca sopra per leggere), o ancora Lista “Grande Oriente Democratico”: Programma e iniziative (clicca sopra per leggere) del sito www.grandeoriente-democratico.com.
In particolare, nel prossimo futuro, dovremo soffermarci sul senso e sulle conseguenze prospettiche di alcune considerazioni fatte proprie da questi Fratelli Massoni “Azzurri”. Come quando, appunto nella Sezione Chi siamo (clicca sopra per leggere), viene detto (della Libera Muratoria):
“Non si ispira, dunque, ad alcuna ideologia o filosofia e si fonda, unicamente, sugli Antichi Doveri, dai quali deriva la Costituzione dell’Ordine, e sui Rituali.
Ecco, quindi, che la Libera Muratoria non può avere una dottrina sociale né può occuparsi di ciò che non le compete in ambito sociale, politico o religioso.”
Ecco, su queste perentorie (e peraltro non nuove, all’interno del GOI) affermazioni di principio, sarà utile riflettere attentamente.
Sia per valutarne l’effettiva consistenza storica, sociologica e antropologica in rapporto alla fenomenologia secolare della Massoneria in epoca medioevale, rinascimentale, moderna e contemporanea, sia per considerare se per caso non sia stata proprio questa enfasi tradizionalistica ed introversa a spalancare le porte al regime raffiano e alle sue trascorse vittorie. Visto che, a quanto pare, sin dal 1999, la stragrande maggioranza dei Maestri di Palazzo Giustiniani ha preferito confidare in una prospettiva almeno ufficialmente progressista, estroversa e civilmente impegnata del Grande Oriente d’Italia (nonostante questa fosse un bluff, nelle mani di Raffi & Camerati), piuttosto che premiare le lagne tradizionaliste, passatiste e presunte restauratrici del buon tempo antico (quale?) di blocchi massonici culturalmente ultra-conservatori se non reazionari, benché magari composti di Fratelli onesti e in buona fede.
Ma di tutto ciò parleremo alla prossima puntata.”

E la prossima puntata è appunto questa.
Che dire?
Intanto che, dalla lettura dei contributi apparsi sinora su www.massoneriaazzurra.org si evincono sacrosante e legittime lamentele e rimostranze verso una gestione dispotica, illegale, illiberale, anti-costituzionale e contro-iniziatica del GOI da parte di Gustavo Raffi e dei suoi compagni di merende, desiderosi persino di comportarsi in modo eversivo ed extra-legem rispetto alle sentenze dei Tribunali della Repubblica italiana.
E fin qui siamo tutti d’accordo.
Poi possiamo constatare accuse, da parte di diversi Fratelli autori di lettere firmate (ma senza firma riportata -salvo rare eccezioni- per non incorrere, evidentemente, nel sistema intimidatorio, vessatorio, inquisitorio e sanzionatorio della In-Giustizia raffiana), relative alla pretesa irregolarità del Grande Oriente d’Italia targato Raffi.
Quello che viene per lo più imputato a Raffi sarebbe il fatto di aver impegnato e di impegnare il GOI in questioni di natura sociale, politica e religiosa, tali da prevaricare e violare la sacralità intangibile degli Antichi Doveri, dei Landmarks andersoniani.
Naturalmente, su questo punto Noi di GOD non concordiamo e anzi rinviamo- per una esplicitazione della nostra posizione in merito- a quanto ne scriveva tempo fa il nostro leader, Fratello Gioele Magaldi, in

Editoriale del 23 settembre 2010 "Massoneria, Politica e il Grande Oriente Democratico" (clicca sopra per leggere).

Anzi, quello che andrebbe imputato a Raffi è il fatto di aver sostituito una retorica parolaia e sterile ad azioni concrete e incisive di natura sociale, meta-politica e meta-religiosa.
Quello che andrebbe imputato a Raffi è di non aver saputo e voluto costruire, attorno a Palazzo Giustiniani, un rinnovamento etico, civile e culturale della nazione italiana, accontentandosi, piuttosto, del consueto (e neo-piduistico) ruolo di “Camera di compensazione” di vari interessi di potere, affari e intrallazzi, mascherati dietro un insopportabile velo di ipocrisie e piacionerie mediatiche.
Ma il vero problema di un’opposizione a Raffi impostata nei termini angusti in cui finora l’ha voluta impostare “Massoneria Azzurra” (e tutti coloro che, più o meno, la pensano in modo analogo) è costituito dall’assenza assoluta di una pars costruens.
GOD è d’accordo con “Massoneria Azzurra” che Raffi ha fallito miseramente (anche se divergiamo sul come e perché abbia fallito) e che rappresenta una metastasi maligna, la quale corrompe dal suo interno i più luminosi valori massonici.
Bene.
E poi?
Cosa propone in alternativa a Raffi “Massoneria Azzurra”?
Non uno straccio di pars costruens è stata finora esibita dai Fratelli raccolti sotto quella sigla.
Nessuno ha illustrato come si vorrebbe governare il GOI e mediante quali riforme chirurgiche e iniziative concrete renderlo degno dei principi ideali della Massoneria Universale, calati nel XXI secolo.
E non ci si venga a dire che il programma della massoneria è uno solo, sempre lo stesso, da secoli…, con facile quanto puerile tautologia retorica.
Da secoli, piuttosto (come è normale che sia) i Massoni discutono, dialogano, dibattono, si scontrano, nelle nazioni e nei continenti, sull’esatta ermeneutica dei principi costitutivi dell’Ordine.
Discutono sull’opportunità di rimanere abbarbicati a una presunta “Tradizione” (sostanziata di contenuti caduchi e datati, a guardarli da vicino, frutto di specifiche condizioni socio-culturali, se ci si riferisce alle Costituzioni di Anderson) o, al contrario, dimostrano che l’unico indiscutibile tratto tradizionale della Libera Muratoria è stato, lungo le vicissitudini delle civiltà (dal Medioevo all’Età Contemporanea), la sua capacità di costituirsi quale avanguardistico motore storico di continue riforme e trasformazioni alchemiche dei tessuti ideologici, culturali, civili e sociali.
I Fratelli discutono da secoli della migliore dialettica possibile fra interno ed esterno, fra dimensione iniziatica individuale e collettiva -alla ricerca di valori e fondamenti sovratemporali, metastorici ed archetipici- e proiezione estroversa (per il Bene e il Progresso dell’Umanità e alla Gloria del G.A.D.U.) di questi stessi valori e fondamenti.
Insomma, esistono altrettante visioni/interpretazioni della Massoneria di quanti Massoni abbiano inteso proporle.
O, forse, i Fratelli di “Massoneria Azzurra”, dopo aver contestato l’odioso monopolio della “Verità” gestito dai Tribunali Inquisitori raffiani, intendono anch’essi proporsi quali ineffabili e ieratici “Sacerdoti e Custodi” del Giusto, Buono, Bello e Autentico modo di interpretare l’esperienza libero-muratoria?
Se così fosse, davvero non si capirebbe l’esigenza di passare da una tirannia mascherata con mille retoriche democratico-pluralistiche (regime raffiano) ad una tirannia senza maschere, amministrata in nome di nuove dogmatiche e scolastiche neo-andersoniane e filo-britanniche.
Per il momento, però, il problema di “Massoneria Azzurra” non è nei contenuti programmatici proposti in alternativa alla deriva contro-iniziatica raffiana.
Tali contenuti, infatti, sono ignoti, eccezion fatta per il tautologico e logoro refrain contenuto nella Sezione Chi siamo (clicca sopra per leggere) del Sito www.massoneriaazzurra.org.
Il refrain suona così:

“La Libera Muratoria è ciò che è e non quello che ognuno di noi, magari, vorrebbe che fosse in base ai propri desideri od ai propri condizionamenti profani dei quali non siamo riusciti a liberarci.
La Libera Muratoria è un’Ordine Iniziatico Tradizionale il cui obiettivo è quello di migliorare l’Uomo e, come conseguenza del suo perfezionamento, migliorare l’umana Famiglia.
Non si ispira, dunque, ad alcuna ideologia o filosofia e si fonda, unicamente, sugli Antichi Doveri, dai quali deriva la Costituzione dell’Ordine, e sui Rituali.
Ecco, quindi, che la Libera Muratoria non può avere una dottrina sociale né può occuparsi di ciò che non le compete in ambito sociale, politico o religioso.
Questo sito nasce quale contributo ad una concezione “autentica” della Libera Muratoria…”

In apparenza, sembra tutto bello ed edificante.
Ma che vuol dire “La Libera Muratoria è ciò che è” ? Chi è il Profeta/Esegeta autorizzato per stabilire “ciò che essa è”, uscendo fuori da noiose tautologie?
In che modo, con quali strumenti e in che prospettiva la Libera Muratoria, Ordine Iniziatico Tradizionale, intende realizzare il “miglioramento dell’Uomo e dell’umana Famiglia”, atteso che, da millenni, religiosi, filosofi, scienziati e politici si accapigliano in nome di diverse e alternative idee sul “miglioramento” dell’umana specie?
Davvero è lecito considerare gli umanissimi Antichi Doveri e Rituali sette-ottocenteschi alla stregua di corpi dottrinali sacri e immutabili scritti a lettere di fuoco direttamente dal Grande Architetto dell’Universo una volta per tutte?
Chi stabilisce cosa competa o non competa alla Libera Muratoria in ambito sociale, politico e religioso?
Chi può arrogarsi il monopolio della conoscenza di una “concezione autentica” della Libera Muratoria?
In realtà, se le cose stessero come ingenuamente affermano i curatori del Sito (e del Gruppo) di “Massoneria Azzurra”, in nome di una Libera Muratoria che è ciò che è e non è ciò che non è (un po’ come l’Essere di Parmenide), bisognerebbe abolire elezioni, dibattiti e discussioni interne e, come per incanto, basterebbe nominare un Oracolo autorizzato (magari fra i curatori di www.massoneriaazzurra.org), il quale, heideggerianamente in ascolto dell’Essere parmenideo-muratorio, ne possa rivelare i contenuti ortodossi ai Fratelli ubbidienti e devoti dinanzi a cotanto disvelamento.
Ma così, dall’universo latomistico saremmo passati ad un contesto ecclesiastico-fideistico, sostituendo all’arroganza dogmatica di Raffi & Compari quella di altri soggetti, ancora più dogmatici.

Essere autenticamente Liberi Muratori pare (ma è nostra opinione, non dogma ieraticamente propinato) a Noi che sia questione di metodo e non di contenuti dottrinari tradizionali se non tradizionalistici.
I Massoni “speculativi” del XVIII secolo furono riformatori e innovatori rispetto alle tradizioni immediatamente antecedenti, pur simulando, come già alcuni grandi filosofi rinascimentali, di volersi rifare a vetuste sapienze ancor precedenti, di voler restaurare l’antico ordine delle cose.
Spesso, lungo i tornanti della storia, vi furono diversi progressisti che si richiamarono scientemente a lampeggiamenti suggestivi del passato remoto, in contrapposizione con situazioni del passato recente: solo, non bisogna confondere questa leva euristica contingente con un principio universalmente valido.
Il metodo della Libera Muratoria (in questo avrebbe perfettamente ragione Gustavo Raffi, Noi opiniamo, se davvero credesse a quello che dice. Il problema è che non ci crede e che non si comporta di conseguenza) è un metodo di dubbio critico, di libera e mai compiuta ricerca di senso, di esegesi interminabile (si rammenti il muro mai completato che campeggia nei templi massonici), di pluralismo dottrinario, di ribellione ai dogmi e al pensiero unico.
Insomma, ad oggi, la sensazione è che “Massoneria Azzurra” non abbia saputo proporre alcunché di valido e  costruttivo come alternativo al modello raffiano, quest’ultimo fondato sulla retorica, l’ipocrisia, la dissimulazione e la mistificazione.
Del resto, se la piattaforma programmatica di M.A. fosse quella che ha invariabilmente animato le opposizioni elettorali a Raffi dal 1999 al 2009 (all’insegna del ripristino della “Tradizione” e del “buon tempo antico”, “contro gli interventi in ambito sociale, meta-politico e meta-religioso” di Frate Gustavo o di chicchessia), stupisce che i sostenitori di un simile approccio non abbiano ancora compreso che, per questa via, Raffi e i suoi epigoni governeranno il GOI di qui al 2099, se non oltre…
Raffi e il raffismo (intesi come un regime illiberale, dispotico, illegale, anti-costituzionale e contro-iniziatico che ammorba l’aria di Palazzo Giustiniani con le sue vane retoriche e ipocrisie) si battono soltanto, opiniamo Noi, nel nome di una concezione insieme antica e modernissima della Via Massonica.
I Massoni, com’è tradizione da secoli, devono porsi e realizzarsi come societas di elaborazione iniziatica, esoterica e filosofica (seria e molto selettiva) per il perfezionamento spirituale, intellettuale e morale di singoli adepti e della Famiglie latomistiche intese collettivamente. E questo si realizza con un lavoro che non può essere soltanto culturalmente raffinato (anche se una formazione adeguata sul piano storico-critico e filologico è condizione necessaria di partenza per non smarrirsi nella ricerca di senso e centri di gravità), ma che deve coinvolgere soprattutto sul piano esistenziale. Coinvolgere con una trasmutazione tangibile e non solo virtuale dei neofiti da pietre grezze a pietre ben levigate, anche se ancora non perfettamente cubiche.
Tutto ciò attiene al lavoro interno di una Istituzione massonica, da compiere fra le mura dei templi muratori, nell’intimità delle riunioni fraterne precluse ai profani e con l’attivazione per ciascun adepto di un proprio athanor individuale;tanto sub specie interioritatis che a livello di condotte inter-personali, illuminate dalla sapienza, dalla forza e dalla bellezza di soggetti gradualmente purificati da scorie e metalli profani.
Se tutto ciò non avviene, se la maggior parte degli aderenti ad una Comunione massonica è preda di debolezze e smarrimenti profani di ogni tipo, non siamo in presenza di un lavoro interno ben riuscito.
All’esterno, invece, nei rapporti con la cosiddetta società civile, occorre, Noi opiniamo, che la voce e il ruolo di una Comunione/Istituzione massonica siano percepiti come limpidi, onesti, solari, coraggiosi e autorevoli.
La Massoneria, come corpo collettivo, è sempre intervenuta nelle vicende profane del Mondo.
Ed è giusto che sia così.
La Luce della (presunta) purificazione spirituale e morale deve interagire con le Tenebre della (presunta) corruzione/ignoranza profana, per riscattarla e offrirle conforto e sostegno, ma anche per saggiare la portata del proprio spessore iniziatico (con umiltà e dedizione) e tentare di perfezionarlo, non certo per pavoneggiarsi della propria (presunta) superiorità.
Vivere come (presunti) Saggi distaccati dal Mondo, invece, in templi rese catacombe di un culto auto-referenziale e presuntuoso, nell’indifferenza rispetto a questioni di natura sociale, religiosa e politica, è cosa più adatta ad altre Società iniziatiche e niente affatto tipico (storicamente) della specifica Via Libero-Muratoria.
Ciò premesso, tornando al problema incombente del futuro del GOI, Noi di Grande Oriente Democratico, già nella primavera 2010 pubblicammo

Lista “Grande Oriente Democratico”: Programma e iniziative (clicca sopra per leggere).

Oggi, necessariamente, la nostra prospettiva riformatrice si è ampliata.
Essa non vede più come unico orizzonte della propria elaborazione teorica e della propria azione pratica il solo orticello del GOI, per quanto esso sia importante.
Tra le finalità più urgenti, in questo inizio di Terzo Millennio, ci pare senz’altro prioritario – al di là delle beghe condominiali interne alle singole Obbedienze italiane- dedicare tempo ed energie ad una rigenerazione dell’intero network massonico planetario progressista e Liberal, portando il nostro contributo alla ricostituzione di una trama sovranazionale capillare e poderosa che ne possa determinare una nuova egemonia, in contrapposizione a quelle forze oscure -elitarie, gerarchiche ed oligarchiche- le quali, dal Secondo Dopoguerra in avanti, hanno preso in mano il destino e le prospettive della Libera Muratoria internazionale, deviandola verso orizzonti conservatori e reazionari.
Ci piacerebbe che “Grande Oriente Democratico”, oltre le pur doverose lotte per la liberazione del GOI da fascisti e raffiani, mantenesse la sua vocazione critica e trascendente di “Grillo Parlante Massonico” nazionale e internazionale, piuttosto che normalizzarsi e istituzionalizzarsi in ruoli di governo diretti a Palazzo Giustiniani (dopo averne cacciato il Tiranno Raffi).
Se non fossimo proprio costretti, in luogo di partecipare direttamente alle prossime consultazioni elettorali interne al GOI, preferiremmo supportare ampie coalizioni decise a ridisegnare e ricostruire –dopo i guasti del regime raffiano – la stessa struttura costituzionale di Palazzo Giustiniani. Ciò, in modo tale da proiettare la più importante Comunione massonica italiana verso un progetto di federazione nazionale ed europea unitaria delle altre entità latomistiche, in un dialogo serrato con le realtà più progressiste della Massoneria Nord e Sud Americana, prodromico ad uno svecchiamento e ad un rinnovamento anche della iper-conservatrice Massoneria del Regno Unito.
Ecco perché guardiamo con interesse e apertura di credito a tutti i focolai di Resistenza al regime raffiano, compreso quello messo in piedi dai Fratelli di “Massoneria Azzurra” (www.massoneriaazzurra.org).
Grande Oriente Democratico, oggi (e ne daremo presto conto anche con alcuni sensazionali aggiornamenti della nostra Sezione Comunicazioni dei lettori/visitatori) ha un bacino di consensi di circa il 35 % dell’elettorato dei Maestri del GOI.
Si tratta essenzialmente di un voto d’opinione, che sfugge a qualsiasi irreggimentazione parrocchiale o clientelare, e che spesso si dissimula per non cadere nelle grinfie dell’Inquisizione raffiana o per mantenere il carattere carbonaro della sua penetrazione pervasiva.
Ma l’opinione conta, e se ne accorgeranno tutti quei raffiani che ancora non hanno abbandonato la nave che affonda…
Grande Oriente Democratico, al momento opportuno – a meno che non sia costretta dagli eventi a costituire una propria Lista Nazionale- cercherà di favorire una larghissima coalizione maggioritaria tra le diverse anime più illuminate dell’opposizione a Raffi (ivi compresi i molti fuoriusciti raffiani già in marcia di allontanamento dal Gran Maneggione ravennate, destinati ad aumentare di qui a quando si voterà).
Ci auguriamo che anche i Fratelli di “Massoneria Azzurra” vorranno essere della partita, invece di auto-condannarsi a quel ruolo perdente e minoritario che ha contrassegnato le opposizioni tradizionaliste e iper-conservatrici/reazionarie  del recente passato.
Per farlo, c’è bisogno di una piattaforma programmatica comune non banale, non retrò e non tautologica, specie se lo scopo è non soltanto conquistare i più altri scranni di Villa Medici del Vascello, bensì scrivere la Storia con la “S” maiuscola della Massoneria italiana, europea e mondiale del XXI secolo; in feconda relazione con le vicissitudini sociali, economiche, civili e spirituali di quest’Epoca così smarrita e bisognosa di LUMI.

I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO

[ Articolo dell’8 marzo 2012 ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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