pubblichiamo oggi il sottostante contributo, suggerendo di integrarlo con la visione di:
“In un mondo che ama parlare, ascoltare è la vera rivoluzione.
L’utilizzo delle parole, sia esso corretto o confuso, è l’esercizio più praticato dall’essere umano durante la sua terrena esistenza. Nelle vie iniziatiche imparare ad ascoltare attivamente è prerogativa per accedere ai livelli sapienziali superiori; senza ascolto la comprensione è vuota, è impossibile. In effetti, il vero problema della comunicazione è che si ascolta per rispondere anziché per capire. Comunicazione è azione comune in direzione di un unico obiettivo: la comprensione. Com’è possibile ottenerla senza ascolto?
La meraviglia della perfezione della natura indica quanto potente sia l’ascolto come atto di evoluzione esistenziale. Tutto il manifesto è percepibile grazie ai cinque sensi dell’informazione che ognuno sa di possedere, ma dei quali vi è una conoscenza superficiale.
L’udito è il senso che permette l’ascolto attivo, ovvero la capacità di porre attenzione ai suoni e alle parole, mentre le membrane cellulari sono dotate di fonorecettori che consentono l’ascolto sia passivo, sia della propria voce. Essendo la parola lo strumento messo a disposizione dell’umanità per creare, comprendiamo perché il mondo è forgiato a nostra immagine e somiglianza. Ma ancor più diviene chiaro che un mutamento, che permette il movimento in evoluzione, sia possibile solamente con un ascolto comprensivo.
Ogni senso è collegato ad un piano esistenziale e quello dell’udito è il fisico, ovvero la forma e la sostanza della materia. Insieme al senso della vista e del tatto rappresenta la Legge del Tre, la primeva legge di manifestazione in questo paradigma, ove la prima è in connessione con la Legge di Sintesi, il secondo con la Legge di Attrazione e l’udito, infine, con la Legge di Economia. Quest’ultima riconosce la manifestazione della materia con un’azione, poiché tutto è movimento, ogni cosa con la propria modalità e il kairos che le è proprio; così vi è il massimo risultato con il minor dispendio energetico.
Secondo la Teosofia, l’udito è il primo senso a svilupparsi completamente come prerogativa della terza Razza Radice, la Lemuriana. Ma anche lo sviluppo fetale insegna come l’udito sia il primo senso a generarsi. Per crescere, svilupparsi ed evolvere l’essere umano deve necessariamente tornare all’origine: rimanere in ascolto. Ho già scritto in altra sede come il mondo si cambi in silenzio, poiché esso permette di affinare l’ascolto, prima di tutto di se stessi. Come disse il Dalai Lama:
“Quando parli, stai ripetendo ciò che già conosci. Ma, se ascolti, puoi imparare qualcosa di nuovo”.
Senza nuove informazioni, ogni evoluzione è impossibile. L’apprendimento si concretizza con l’ascolto; è in questo modo che le antiche scuole sapienziali hanno tramandato la conoscenza attraverso i millenni: da bocca a orecchio, il verbo conosciuto attraverso l’ascolto. Solamente dopo un attento e saggio utilizzo dell’udito è consentito intervenire per esprimere il personale pensiero. Immersa nel caos di mutamento vibrazionale, oggi l’umanità parla senza ascoltare, poiché alla ricerca di approvazione e di senso di esistenza, entrambi frutto di un bisogno di appartenenza ad un’identificazione massiva, specchio di una falsa identità.
L’ascolto inizia col discernimento del suono; l’insieme di più suoni genera musica o linguaggio. Quest’ultimo è il risultato della manifestazione fenomenica di pensieri, parole e azioni.
Parlare è la conseguenza dell’attività di uno dei cinque sensi dell’azione: la bocca (gli altri sono mani, gambe, ano e genitali). Il cervello riceve stimoli elettrici dai sensi dell’informazione (udito, tatto, vista, gusto, olfatto) e li elabora per indurre all’azione. La bocca è collegata all’udito e parlare è conseguenza dell’ascolto, mai causa; in effetti, i primi fonemi sono derivazione diretta di suoni onomatopeici, ovvero riproduzione di altri suoni di tipo naturale. Il parlare, dunque, segue sempre l’ascoltare. Manteniamo i verbi (le azioni) nella loro consequenzialità. Con l’ascolto impariamo a discernere le parole da utilizzare anziché ripetere frasi in modalità meccanica come riflesso di una macchina biologica ipnoticamente addormentata. Essendo la parola il nostro strumento di creazione, l’essere umano comune si sente vivo quando parla (o scrive), ignorando che, così comportandosi, sta esprimendo la volontà altrui.
Parlare senza ascoltare genera barriere protettive; avviene poiché l’apparato psico-fisico rifiuta informazioni che potrebbero mettere in dubbio il proprio ego. In questo modo le parole perdono il loro significato. Citando Confucio:
“Quando le parole perdono il loro significato, la gente perde la sua libertà”.
La mente umana, per mantenere la sua esistenza, necessita di continue conferme e ciò conduce l’uomo medio a voler dire sempre l’ultima parola: chi dice la parola “fine” ha vinto.
Da alcuni anni siamo entrati nell’era dell’attenzione, conseguente l’era dell’informazione. Solamente un attento ascolto può fornire l’aiuto necessario a conoscere e discernere tra verità e falsità. Ogni parola ha un suo specifico significato (ce lo indica l’etimologia) e una sua unica vibrazione che ci viene espressa dalla chimica prodotta dalle nostre cellule, le quali, ricevendo tale vibrazione, la trasmettono al DNA che decide quali molecole riversare nel sangue, spinta energetica di ogni nostra azione. Attenzione è osservazione e l’osservazione è tale quando priva di pensieri ed emozioni.
“Per Buddha esistono due tipi di attenzione: saggia e non saggia. L’attenzione saggia è quando sperimenti il corpo nel corpo, la mente nella mente, le sensazioni nelle sensazioni. Saggia perché carica di energia e comprensione. In questo senso elimini ignoranza e attaccamento, detti gli ‘inquinanti’, e non ne sorgeranno di nuovi.
L’attenzione saggia è la via che conduce alla cessazione della sofferenza; dev’essere priva di giudizio e colma di comprensione sull’origine della sofferenza.
L’attenzione non saggia è giudicante e alimenta gli ‘inquinanti’ sopra citati, oppure ne fa sorgere di nuovi. Nutre i vari: com’ero, come sono, come sarò. Quest’attenzione rifiuta ogni tipo di critica, comprese quelle costruttive”. (Tratto da Enjoy. Manuale di gioia quotidiana, Serena Pattaro, Anima Edizioni).
È con l’attenzione che si acquisisce il libero arbitrio. Attraverso un attento ascolto sviluppiamo la concentrazione negli obiettivi anziché la tentata fuga dai problemi.
(Soror Indis)
NOTA BENE: I circuiti massonici sovranazionali progressisti cui Grande Oriente Democratico ( www.grandeoriente-democratico.com ) e il Rito Europeo Universale fanno capo non praticano il proselitismo (attività legittima per organizzazioni religiose e/o politiche, ma improprie per Fratellanze di natura liberomuratoria). Tuttavia, chi si ritenesse pronto e appropriato per un percorso di perfezionamento esistenziale (materiale e spirituale) di natura iniziatica e volesse rafforzare le fila dei circuiti latomistici progressisti che combattono la “controiniziazione neoaristocratica”, potrà presentare la propria candidatura scrivendo a:info@grandeoriente-democratico.com.
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LE SORELLE E I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO.