pubblichiamo oggi il sottostante contributo, suggerendo di integrarlo con la visione di:
“Non farti stancare, sii resiliente. Non cadere nella trappola della sottomissione a fin di bene. Essere disposti a morire, piuttosto di cedere la libertà è la vera liberazione, poiché nulla più fa paura.
Cos’è la morte se non un’amica che ti accompagna al livello evolutivo superiore? Paura della morte è paura del tuo personale potere. Si conquista il piano superiore in battaglia, affrontando il nemico, che è sempre prima di tutto interiore, sconfiggendo i demoni rappresentanti ogni timore, ogni fobia, ogni paura. La vittoria in questo è la resurrezione, la nuova nascita che favorisce la padronanza di sé.
La morte sul campo è onore a se stessi e fedeltà all’ideale incarnato con la scelta di questa esistenza, quell’ideale che rimarrà eterno. Diverso è il suicidio, ovvero la rinuncia a guardare negli occhi l’avversario e obbligarlo ad abbassare lo sguardo intimorito del potere del fuoco interiore che nutriamo col coraggio. Gli occhi sono lo specchio dell’anima, evitare il contatto visivo è svelare la debolezza animica incarnata in un corpo di sola ilica sostanza. Il suicidio non è solo del corpo, è soprattutto dello spirito; avviene quando ci si è fatti stancare, rinunciando alle libertà, sottomettendosi per pigrizia nell’affrontare il nemico, divenendo lamentanti poiché più facile. Quantità enormi di energia sono incanalate nella lamentela, nel puntare il dito, rinunciando alle personali responsabilità, ricercando incessantemente un capro espiatorio, quando il colpevole è nel riflesso dello specchio.
È alquanto inutile usare la facoltà di parola quando questa conduce all’inazione. Le parole sono state concepite come mezzo di azione, mai di inerzia. Le parole muovono, ma sono gli esempi che trascinano sul campo. Chi ancora non ha raggiunto il grado per essere un esempio può scegliere di duplicare chi già è giunto a tale livello, ma rinunciare è manifestazione di debolezza, mancanza di personalità, è assumere le sembianze spettrali, né vivi né morti, un’esistenza a metà, privata dell’identità, privata dell’anima, poiché esseri indegni di possederla.
Tre sono i livelli di appartenenza animica umana. Coloro che presentano un unico scopo: la sopravvivenza. Uomini ilici dotati di anima animale, privi di libero arbitrio, rinunciatari di ogni diritto e libertà. Uomini psichici dotati di anima umana, possidenti il libero arbitrio, ma di cui raramente ne fanno un buon uso, rifiutando la responsabilità personale nella creazione del mondo essoterico. Convinti di aver compreso tutto, la vita rivela loro la grande quantità di mancanze per la realizzazione del sé. Infine, vi sono gli uomini pneumatici, gli uomini degni di essere chiamati tali, dotati di spirito guida. Incorruttibili, integri, dediti ad obiettivi superiori, in costante missione, disposti alla morte piuttosto di accettare restrizioni di diritti e libertà. Hanno vinto la paura della morte ed ella ne è divenuta loro amica, aiutandoli nella vita e presentandosi solamente al momento opportuno, quando la missione terrena sia compiuta, accompagnandoli al livello successivo.
Chi ha paura non merita di vivere poiché vita è libertà. Chi ha paura di morire è schiavo, chi è disposto a morire per la libertà, vive.
L’amore per la vita, mai per la sopravvivenza, è fedeltà in relazione a se stessi, fedeltà ai propri valori. L’ilica rinuncia a combattere, la psichica lotta quotidiana per conquistare la libertà o la pneumatica incarnazione di diritti e libertà rivelano chi siamo in realtà. Non sono mai le parole espresse meccanicamente che liberano, ma le azioni silenziose che influenzano gli altri; non è la sterile erudizione che modifica le menti, ma la pratica di quella conoscenza.
In libertà nessuna paura è presente in noi, così niente e nessun decide come dobbiamo svolgere la nostra esistenza. In libertà ogni obiettivo è già realizzato. Ma la libertà si conquista individualmente, non può giungere dall’esterno. Fa’ ciò che puoi, con ciò che hai, adesso.
Sii guerriero, sii disposto alla morte sul campo… e la vita giungerà. Per un guerriero è disonorevole morire sul letto di casa. Essere liberi è possedere se stessi, dominare i propri demoni, mai allentare la guardia, mai abbassare lo sguardo. Non è libero chi conosce, ma chi pratica; non è sveglio chi ha aperto gli occhi, ma chi ha una visione chiara; non vive chi respira, ma chi trasforma quel respiro in obiettivi.
Smettete di farvi stancare dal mondo essoterico e utilizzate le energie per nutrire il fuoco interiore.
Non fatevi stancare: siate disposti a morire dietro al deposito di prodotti chimici (dal film V per Vendetta). Solo allora la libertà sarà manifesta.”
( Soror Indis )
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