Relazione di Gioele Magaldi (Gran Maestro del GOD e Sovrano Gran Commendatore/Patriarca del REU) al Convegno internazionale su “Il ruolo della Massoneria in relazione alla Donna e ai Giovani”, svoltosi il 9 marzo 2019 a Stresa e organizzato dalla Gran Loggia Madre CAMEA
Nell’invitare alla lettura di
Rito Europeo Universale (REU) e Grande Oriente Democratico (GOD): due network sempre più supermassonici e sovranazionali. La presenza del Sovrano Gran Commendatore e Patriarca REU/Gran Maestro GOD, Gioele Magaldi, alla giornata massonica internazionale promossa dalla Gran Loggia Madre Camea sabato 9 marzo 2019 a Stresa
per mettere meglio a fuoco i network massonici sovranazionali di cui il Fratello Gioele Magaldi è rispettivamente Gran Maestro e Sovrano Gran Commendatore e Patriarca (Grande Oriente Democratico/GOD e Rito Europeo Universale/REU), offriamo qui di seguito il testo della Relazione da lui stesso presentata al Convegno CAMEA di Stresa dello scorso 9 marzo 2019, che sarà inserita e pubblicata (presumibilmente in doppia versione: inglese e italiana) negli Atti di questo significativo e suggestivo congresso massonico internazionale, foriero di rivoluzionari cambiamenti nello status delle Donne presso varie Comunioni massoniche italiane ed estere.
Uniti nella diversità. 6° Convegno della Gran Loggia Madre Camea. Tema: “Il ruolo della Massoneria in relazione alla Donna e ai Giovani”
Relazione di Gioele Magaldi: “Sette Libere Muratrici di nome Olympe de Gouges, Sophie de Condorcet, Harriet Taylor Mill, Maria Montessori, Eleanor Roosevelt, Indira Gandhi, Rita Levi Montalcini e un giovane Libero Muratore di nome Goffredo Mameli”
Per la gran parte dei profani e secondo una vulgata insipiente e stralunata dei mezzi di informazione (i cui editori e direttori sono in gran parte massoni, ma fanno a gara nel dissimulare la propria cifra latomistica e inducono i propri giornalisti e conduttori a crogiolarsi nella massima ignoranza di cose liberomuratorie), la “Massoneria” sarebbe nata nel 1717, il 24 giugno per l’esattezza.
Nulla di più falso e impreciso, naturalmente.
Tralasciando il nesso millenario tra conoscenze tecniche nell’Arte del costruire, trasmissione iniziatica di tali conoscenze e inclinazione a collegare a tale sapienza pratica (architettonica, ingegneristica e artigianale) svariate teorie cosmologiche e ben precise discipline esoteriche, possiamo affermare in modo netto che la Libera Muratoria occidentale in senso stretto nasce e si sviluppa nel Basso Medioevo, a partire dai secoli XI e XII, caratterizzandosi anzitutto per la costruzione di magnifiche cattedrali in tutta Europa.
Contemporanea alla cosiddetta “Rinascita del XII secolo”, che mise a disposizione del Tardo Medioevo latino la conoscenza di libri e dottrine dimenticate sin dalla Tarda Antichità (e custodite provvisoriamente tanto presso la Civiltà islamica che quella bizantina), ma anche simultanea alla nascita delle Università, alla formazione dei Comuni in molte città (i quali iniziano a contendere il potere ai grandi latifondisti e inaugurano una governance del territorio di tipo “borghese, pluralistico e collegiale”, antitetico alla gerarchia nobiliare della tipica società feudale), e al sorgere e consolidarsi dell’Ordine monastico-cavalleresco dei Templari, la Massoneria dei franc-macons, dei free-masons, dei frei-maurer, dei franc-masones e dei liberi muratori inaugura una traiettoria rivoluzionaria tanto spirituale che culturale e sociale, la quale condurrà direttamente verso la Modernità.
Le logge massoniche - al contrario di quanto spesso ripetuto in modo superficiale e privo di acribia storico-critica - ammettono sin dall’origine al proprio interno, accanto a membri “operativi” (manovali, muratori, artigiani, capimastri, progettisti, ingegneri e architetti) degli “accettati”, cioè personaggi della società medievale non specificamente intrinseci all’Arte del costruire in senso letterale, bensì affascinati dalla sua conturbante mitologia fondativa, dai suoi riti iniziatici e dalla sua potente e inquietante simbologia. Mi riferisco a sacerdoti, abati, prelati, nobili, cavalieri, giuristi, intellettuali e mercanti, che la storiografia più recente e solida ha rinvenuto, spulciando con attenzione fra i documenti, tra i partecipanti alla vita delle logge sin dai secoli XIII e XIV.
La cosiddetta stagione rinascimentale vede sul continente europeo un appannamento della tradizionale Libera Muratoria medievale, i cui membri più brillanti (operativi ed accettati) confluiscono piuttosto nelle Accademie, organizzazioni del sapere ideologicamente antitetiche rispetto all’ormai in gran parte sclerotizzato mondo delle Università, che nel XII e XIII secolo avevano svolto una funzione avanguardistica e progressista rispetto alle Scuole dei Monasteri, ma che tra XIV, XV e XVI secolo appaiono ormai dogmaticamente ripiegate nel culto acritico della filosofia aristotelica, della cosmologia tolemaica e di una scienza infeconda e sterile, fondata sulle parole più che sull’esperienza empirica e sull’osservazione diretta della Natura, come avrebbe annotato polemicamente il massone Francis Bacon.
Ma nelle isole britanniche, ancora in Età elisabettiana (1558-1603), il tradizionale connubio tra Massoneria operativa e avanguardia spirituale e culturale si mantiene intatto e ingloba al suo interno le suggestioni della Nolana Philosophia, il lascito filosofico-iniziatico di Giordano Bruno (proto-martire della Libera Muratoria moderna), la cui Arte della Memoria finisce per costituire addirittura il cuore dell’insegnamento iniziatico impartito agli apprendisti massoni alla fine del ‘500, tra Scozia e Inghilterra (si vedano, su ciò, i documenti evidenziati per primo da Giuseppe Giarrizzo, nel suo “Massoneria e Illuminismo nell’Europa del Settecento”, Marsilio Editore, prima edizione del novembre 1994).
E lungo tutto il XVII secolo, in quella Gran Bretagna che nel 1800 diventerà il Regno Unito mediante l’ulteriore annessione del Regno d’Irlanda, la saldatura fra tradizionali istanze iniziatiche della Libera Muratoria medievale e le novità ermetico-kabbalistiche della stagione rinascimentale avvenne anche mediante un altro lascito della titanica figura del Nolano, e cioè grazie all’innesto della mitopoiesi del Rosacrocianesimo, movimento politico-culturale, esoterico ed ideologico che proprio alcuni personaggi intrisi di “giordanismo” avevano concepito e diffuso a partire da territori mitteleuropei.
Quella del 24 giugno 1717, dunque, non fu affatto la fondazione della Massoneria (come continuano a ripetere storici d’accatto e operatori mediatici ignoranti e superficiali), nemmeno di quella “moderna” (che semmai andrebbe collocata nel ‘600, essendo caratterizzata dall’inserzione di narrative esoteriche specificamente tardo-rinascimentali e rosacrociane su precedenti tronconi sapienziali dell’Età di mezzo), ma semmai un tentativo di ri-fondazione latomistica che, certamente, avrà enormi conseguenze sia sulla traiettoria specificamente liberomuratoria dei secoli successivi, sia sulla storia planetaria tout-court.
E che quella del 24 giugno 1717 non fosse la fondazione di alcunché, ma solo il tentativo ambizioso (operato inizialmente da sole quattro logge, organizzatesi come Gran Loggia di Londra e Westminster) di operare una “riforma dall’interno e verso l’esterno” della Massoneria anglosassone, lo dimostra il fatto che proprio in terra britannica quella rifondazione latomistica diede vita ad una guerra civile infra-massonica (combattuta per lo più pacificamente, a suon di scomuniche reciproche e di tenzoni intellettuali ed esoteriche) tra i cosiddetti “Ancients” e i cosiddetti “Moderns”. Ciò, tenendo bene a mente che gli “Ancients” non erano le logge effettivamente “più antiche” operanti sul suolo inglese, scozzese e irlandese ben prima che sorgesse la Gran Loggia “eretica” fondata nel 1717, bensì proprio questi nuovi massoni avanguardisti riuniti in tre officine di Londra (“The Goose and Gridiron/L’Oca e la Graticola”, “The Crown/La Corona”, “The Apple Tree/Il Melo/L’Albero delle mele”) e una di Westminster (“The Rummer and Grapes/La Coppa e l’Uva”), i quali tuttavia rivendicavano di aver “rinverdito e rilanciato” riti, leggende e tradizioni massoniche “più antiche” degli svolgimenti moderni, più recenti e decadenti, tipici delle altre logge operanti negli ultimi secoli.
Com’è noto, tale disputa tra Ancients and Moderns si concluse nel 1813, con la confluenza di entrambi i gruppi nell’Istituzione massonica che tuttora si chiama “United Grand Lodge of England” (UGLE).
Nel frattempo, però, la Rifondazione massonica del 1717, perfezionata con la redazione della prima edizione delle Costituzioni latomistiche nel 1723, compiuta da James Anderson su ispirazione del Grand Master Philip, Duke of Wharton e soprattutto del Deputy Grand Master John Theophilus Desaguliers (pastore anglicano, intellettuale, scienziato, membro della Royal Society, grande amico e principale divulgatore delle dottrine cosmologiche del Fratello Isaac Newton), iniziava a diffondere i suoi contenuti e le sue idee in tutto il continente europeo e persino presso le colonie britanniche in America, dove il Fratello Benjamin Franklin faceva ristampare (a Philadelphia) nel 1734 l’opera andersoniana, pochi anni prima della seconda edizione del 1738.
Quelle Costituzioni massoniche del 1723-38 in lingua inglese offrivano molti spunti suggestivi e affascinanti per chi avesse voluto riformare la società settecentesca occidentale e vennero ben presto tradotte nelle altre lingue europee.
Esse, che offrivano la possibilità a soggetti di differente confessione religiosa, razza o condizione sociale di fraternizzare tra di loro nel segno dell’uguaglianza iniziatica, della libertà di pensiero, della parlamentarizzazione dei conflitti, di una audace ricerca spirituale e dell’elezione pro-tempore delle cariche di officina, mantenevano tuttavia dei gravi pregiudizi di vario genere tanto verso le donne che verso l’eventuale disabilità fisica dei candidati all’iniziazione.
Il Titolo IV delle Costituzioni, infatti, asseriva (per fortuna in modo ambiguo e suscettibile di diverse interpretazioni) di dover escludere dall’apprendistato chi fosse mutilato o segnato da altri difetti fisici, mentre il Titolo III vietava espressamente all’intero genere femminile l’accesso ai misteri liberomuratori.
Tuttavia, nel suo tracimare sul continente europeo (e anche su quello americano), questa Massoneria di nuovo conio (nata nel 1717) assumeva tratti caratteristici di natura ben più radicale, rivoluzionaria e anti-conformista di quanto avessero immaginato i suoi primi costruttori inglesi.
Tralasciando in questa sede gli svolgimenti americani che avrebbero dato vita addirittura alla prima Repubblica democratica al Mondo dotata di una avanguardistica Costituzione fondata sulla divisione e l’equilibrio tra i vari poteri dello Stato (gli Stati Uniti d’America, la cui Dichiarazione d’Indipendenza è del 1776, mentre la prima redazione della Costituzione USA è del 1787), proprio sul territorio francese dove era nato e viveva il Fratello massone Charles-Louis de Secondat, barone di La Brède e di Montesquieu (1689-1755), non soltanto veniva concepita e scritta da costui quella fondamentale opera (prudentemente stampata anonima in prima edizione nel 1748 a Ginevra e poi nel 1749 ad Amsterdam) sullo “Spirito delle Leggi” (che teorizzava appunto la necessità della divisione e armonia tra potere legislativo, esecutivo e giudiziario in qualsivoglia compagine statuale ben congegnata), ma si giungeva anche ad aprire spesso e volentieri i templi massonici a delle donne, con grande scandalo dei fratelli conservatori da una parte all’altra della Manica.
In realtà, la società francese (ma anche olandese, tedesca e persino italiana) della Seconda metà del Settecento (con significative propaggini anche ottocentesche) pullula di libere muratrici iniziate alla Via massonica e alla vita di loggia, in barba al divieto del Titolo III delle Costituzioni di James Anderson e John Teophilus Desaguliers.
Sarà solo successivamente, in un clima di ri-organizzazione rigidamente maschilista e paternalista della Massoneria internazionale promossa nel XIX secolo proprio dalla United Grand Lodge of England (istituita nel 1813) e rilanciata da diverse Gran Logge degli Stati americani, che nei circuiti massonici ordinari maggioritari alle donne sarà interdetto in modo più rigido l’accesso alle officine latomistiche propriamente dette, riservando loro, semmai, soltanto la partecipazione ad ordini iniziatici subalterni e gregari rispetto al sistema delle logge maschili. Ad esempio, intorno al 1850 nasce lo statunitense “Ordine della Stella d’Oriente”, istituzione massonica ancillare e di “serie b”, dove le donne possono “lavorare” accanto a liberi muratori maschi che, comunque, hanno anche una specie di ruolo di supervisione paternalistica.
Nonostante questa serrata massonica anti-femminile, le iniziazioni a contesti massonici “di serie a” delle donne continuarono ad avvenire per iniziativa di questo o quel gruppo liberomuratorio particolarmente illuminato.
Un caso clamoroso e benemerito fu quello del primo Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia (Comunione riorganizzatasi nel 1864 con questo nome dopo il compimento dell’Unità, nel 1861, a partire da Grande Oriente di Napoli, di Torino e di Palermo, e con l’adesione nel 1865 anche del Grande Oriente Italiano che era stato costituito nel 1859-60 per ispirazione diretta del Fratello Camillo Benso, conte di Cavour), Giuseppe Garibaldi, che decise di iniziare diverse donne per i meriti acquisiti durante l’epopea risorgimentale italiana.
Naturalmente, la parte del leone nella piena equiparazione tra donne e uomini in Massoneria l’hanno avuta le cosiddette “Ur-Lodges” - di cui ho parlato nel best-seller “Massoni. Società a responsabilità illimitata. La scoperta delle Ur-Lodges”, Chiarelettere, Milano 2014 - superlogge sovranazionali che si sviluppano a partire dalla seconda metà del XIX secolo e che iniziano ai propri lavori esoterici soggetti umani di alto profilo, prescindendo totalmente da qualsiasi discriminazione di natura sessuale.
La Sorella Harriet Taylor Mill (moglie in seconde nozze del Fratello John Stuart Mill, uno dei più grandi pensatori liberal-progressisti di tutti i tempi) partecipò insieme al futuro consorte, a Giuseppe Mazzini e ad altri massoni di spessore addirittura all’innalzamento delle colonne (1849-50) della più antica fra le “Ur-Lodge”, la “Thomas Paine”.
Soltanto dopo l’azione e l’influenza sempre più pervasiva esercitata dalla rete delle nuove logge sovranazionali extra-ordinarie, nascerà in Francia anche l’Organizzazione denominata “Le Droit Humain” (1893-1901), che ammetterà (ma in un contesto massonico “ordinario” e non prestigioso e potente come quello delle Ur-Lodges) in modo paritario uomini e donne tra le colonne dei propri templi latomistici.
Il resto è storia novecentesca (e sino ai nostri giorni) abbastanza ben nota, di cui mi riservo tuttavia di trattare in altra sede, aggiungendo alcuni importanti particolari inediti alla narrazione storiografica comune.
Possiamo provvisoriamente sottolineare, comunque, che a partire dal XX secolo, un po’ in tutto il pianeta e specialmente in Occidente e nei circuiti francofoni o francofili, si sviluppano diverse Comunioni massoniche miste (donne e uomini che frequentano insieme le officine) o specificamente femminili, di buon livello.
Nel libro “Massoni”, peraltro, a pagina 3, tra le Dediche, c’è n’è una che contiene un elenco parziale di donne che hanno declinato in modo importante la propria iniziazione all’Ars Regia liberomuratoria, distinguendosi anche in campo politico, sociale, scientifico, artistico e letterario.
In questa sede, comunque, non starò ad evidenziare i classici e universalmente riconosciuti casi di donne libere muratrici menzionati in ogni pubblicazione cartacea o sito web.
Non voglio cioè soffermarmi sulle varie Elisabeth Aldwerth (irlandese), Marie-Henriette Heiniken (tedesca), Salomè Anderson (statunitense) e Maria Deraismes (francese), ampiamente citate e sbandierate ai quattro venti come casi esemplari di iniziazione massonica femminile.
Piuttosto, voglio menzionare i nomi di sette Maestre libere muratrici ancora più notevoli, la cui vita, le cui idee e le cui opere hanno incarnato perfettamente (in diversi campi dello scibile e dell’azione umana) i valori tradizionalmente progressisti e avanguardistici della Massoneria universale, anche quando qualcuna di costoro (è il caso della Sorella Indira Gandhi) appare comunque suscettibile di alcune critiche per aver derogato in qualche situazione agli inderogabili principi liberali e libertari tipici di ogni autentica Via iniziatica.
Mi riferisco ad Olympe de Gouges (1748-1793), Sophie de Condorcet (1764-1823), Harriet Taylor Mill (1807-1858), Maria Montessori (1870-1952), Eleanor Roosevelt (1884-1962), Indira Gandhi (1917-1984) e Rita Levi Montalcini (1909-2012).
Sulla cifra massonica di costoro si trovano molti segni plateali nelle loro biografie, ma proprio lo studio di inediti e precisi documenti conservati negli archivi delle Ur-Lodges che ho consultato di recente per la confezione del volume “Globalizzazione e Massoneria” (di imminente pubblicazione) consentiranno di raccontare per filo e per segno, in modo esaustivo, la straordinaria traiettoria iniziatica “per il bene e il progresso dell’Umanità” che queste grandi donne hanno compiuto durante la loro vita terrena.
Per limiti intrinseci a questa relazione, concludo queste considerazioni sul tema “Donne e Massoneria” affermando che è falsa l’asserzione - ripetutamente propinata da ierofanti in mala fede ad animi insipienti e stolti, pronti ad accogliere per fede asinina qualsivoglia stupidaggine contro-iniziatica proposta loro - secondo cui al genere femminile andrebbe preclusa l’iniziazione liberomuratoria, in quanto questa sarebbe specificamente “solare e maschile”.
Secoli di storia e molteplici casi di grandi e benemerite Sorelle libere muratrici ci dimostrano il contrario e, se codesti cialtroni in grembiulino che cianciano di esoterismi esclusivamente solari e maschili si fossero meglio soffermati sulla stessa composizione del classico Tempio massonico con il Sole e con la Luna e con ogni coppia di opposti yin-yang che imperversano tra le sue mura e i suoi simboli, sarebbero stati più prudenti e avrebbero evitato di esternare castronerie degne della peggiore inclinazione profana a mascherare in modo fumoso un semplice dato di fatto: da millenni e per millenni le donne sono state discriminate, sottomesse e marginalizzate dagli uomini, sul piano politico, religioso, sociale, economico, culturale e anche massonico (di tipo ordinario), nonostante le lodevoli eccezioni che abbiamo menzionato.
Ma una Istituzione, come quella massonica, che non ha ragione di esistere se non come avanguardia tradizionalmente progressista dedita a perfezionare e armonizzare indefinitamente i rapporti sociali e la convivenza umana sotto ogni cielo del pianeta, non può permettersi più a lungo di rappresentarsi-in alcuni suoi segmenti tuttora maggioritari a livello di logge ordinarie (e non extra-ordinarie come le Ur-Lodges)- all’opinione pubblica come una patetica retroguardia spirituale decadente, retriva, anacronistica, assimilabile ad alcune confessioni religiose essoteriche nel paternalismo, nel maschilismo e nella discriminazione del genere femminile.
Particolarmente esemplare in senso grottesco, conformista e ipocrita quanto ebbe ad asserire sulla “querelle Donne-Massoneria” l’allora Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani Gustavo Raffi il 7 marzo del 2014:
“Auguri a tutte le donne per l’8 marzo. Siamo accanto a loro e ci batteremo fino in fondo e ovunque nel mondo per il pieno riconoscimento delle pari opportunità e contro ogni forma di violenza”. E’ il messaggio del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Gustavo Raffi, all’altra metà del cielo nel giorno della loro festa. “La parità tra donne e uomini è una questione fondamentale attraverso la quale si misura il livello di civiltà e di cultura di una nazione -ha aggiunto Raffi- Le donne sono la più grande risorsa e ricchezza dell’umanità”.
“Da un punto di vista esoterico -ha spiegato- rappresentano la parte lunare, ma indispensabile e complementare a quella solare maschile. E’ solo per questo, e questo soltanto, cioè per una ragione appunto puramente esoterica, che affonda le sue radici nella tradizione e nei rituali che discendono dalle corporazioni muratorie medievali, che le donne non partecipano ai lavori nelle nostre officine” (dichiarazione tratta dal sito ufficiale del GOI, alla seguente pagina web: http://www.grandeoriente.it/gli-auguri-del-gran-maestro-gustavo-raffi-a-tutte-le-donne-per-l8-marzo/)
Peccato si trattasse dello stesso Gustavo Raffi che, pochi anni prima, dopo aver cianciato di Primavere e Risorgimenti massonici che mai furono realizzati in seno al GOI, aveva giurato, spergiurato, declamato e dichiarato in ogni sede massonica possibile (e anche con comunicati rivolti alla società profana) pressappoco in questi termini, e cioè di voler “sanare e risolvere la vergognosa discriminazione delle donne rispetto alla Libera Muratoria giustinianea e non soltanto, disprezzando il sistema subalterno, marginalizzante, paternalista e maschilista dell’Ordine della Stella d’Oriente”.
Chiudo questa relazione con un accenno all’altro tema del presente Convegno organizzato dalla Gran Loggia Madre Camea, e cioè quello dei Giovani in Massoneria.
Si potrebbero citare tanti casi illustri e significativi, ma io mi limiterò ad evocarne uno che ricordi a tutti noi cosa sia capace di fare l’eroismo iniziatico applicato alle vicissitudini della storia umana.
Citerò il caso di un giovane massone la cui cifra latomistica - al pari di quella delle libere muratrici donne menzionate prima - sarà adeguatamente trattata nel volume di prossima pubblicazione “Globalizzazione e Massoneria” .
Mi riferisco al Fratello Goffredo Mameli (1827-1849), morto non ancora ventiduenne il 6 luglio del 1849, mentre cercava di difendere l’esperienza eroica e straordinaria della Repubblica romana.
Da quella esperienza repubblicana guidata politicamente dai triumviri massoni Mazzini, Armellini e Saffi e difesa militarmente dal massone Garibaldi - soffocata dall’ipocrisia del massone e liberale rinnegato Napoleone III Bonaparte e delle sue soldataglie - scaturì comunque una Costituzione che sarebbe stata - per il suo carattere limpidamente democratico, social-liberale, libertario, laico e progressista - il modello per la successiva redazione della Costituzione della Repubblica italiana del 1948.
Dalla breve vita e dall’ardore patriottico del giovanissimo massone Mameli, invece, è giunto fino a noi quell’inno intitolato “Canto degli italiani” e più noto come “Fratelli d’Italia”, dove il riferimento alla “Fratellanza” va inteso nel duplice senso di fraternità tra tutti gli italiani, ma anche e soprattutto di richiamo alla lotta risorgimentale e unitaria rivolto a tutti i Fratelli liberi muratori della Penisola, sul cui sangue ed eroismo è stata edificata la tanto agognata (sebbene tuttora incompiuta e imperfetta) Unità d’Italia.
Ringrazio quindi il Sovrano Gran Commendatore, carissimo Fratello Roberto Luongo, e il Gran Maestro, carissimo Fratello Daniele Margiotta, per aver voluto recepire le istanze del sottoscritto nell’aprire le logge della Camea a Sorelle libere muratrici e per aver organizzato questo importante e significativo Convegno.
Di qui - ne sono certo - verrà un messaggio di universalismo massonico in grado di valorizzare al meglio la presenza delle donne e dei giovani nella Libera Muratoria, aiutando nel contempo le Comunioni latomistiche ordinarie più arretrate, conservatrici e decadenti a superare i propri pregiudizi paternalisti e maschilisti (camuffati con inconsistenti argomenti pseudo-esoterici e pseudo-storici) verso la metà del genere umano.
Gioele Magaldi
Sovrano Gran Commendatore e Patriarca (800°grado) del Rito Europeo Universale (REU)
Gran Maestro del Grande Oriente Democratico
LE SORELLE E I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO (www.grandeoriente-democratico.com)
[ Articolo del 9-11 marzo 2019 ]