Ricciotti e altri eroi dimenticati del Risorgimento italiano… ed europeo… (a cura di GOD)
Facendo seguito a quanto proposto e illustrato in
GOD chiosa “Ricciotti e altri eroi dimenticati del Risorgimento”, by Gianluigi Leone (clicca per leggere)
GOD replica a Fiorenzo Fraioli a proposito di ARS, Nicola Ricciotti, Gianluigi Leone, Stati Uniti d Europa, disintegrazione europea presente e auspicabile integrazione continentale futura (clicca per leggere),
rilanciamo non senza commozione
“Ricciotti e altri eroi dimenticati del Risorgimento (2)”, articolo del 18 ottobre 2014 by Gianluigi Leone per APPELLO AL POPOLO (clicca per leggere).
Anche in questo suo efficacissimo contributo, Gianluigi Leone ha saputo raccontare in modo brillante determinati intrecci storico-politici dei primi decenni dell’Ottocento, che videro protagonisti assoluti diversi massoni progressisti.
Ma, soprattutto, Leone è stato in grado di rievocare alcune atmosfere patriottiche e risorgimentali che, non lo nascondiamo, hanno avuto l’effetto di farci turbare e commuovere, pur a distanza di così tanto tempo.
E’ lo stesso sentimento che abbiamo sempre provato ascoltando, in piedi e all’ordine, il Canto degl’italiani meglio noto come Fratelli d’Italia (opera del fratello libero muratore Goffredo Mameli) o l’inno Camicia rossa garibaldina, i cui versi furono composti dal fratello Rocco Traversa, con musica del fratello Luigi Pantaleoni.
Impreziosisce il pezzo di Gianluigi Leone la citazione di un discorso del fratello Nino Bixio, pronunciato per commemorare la sventurata ma eroica impresa (del 1844) di Nicola Ricciotti, Emilio ed Attilio Bandiera ed altri patrioti:
“La spedizione calabrese divenne il simbolo stesso del coraggio e della lotta per la libertà, infondendo nell’animo di tanti giovani patrioti la spinta all’azione e al sacrificio. Tanto è vero che nel settembre del 1860 Nino Bixio schierò il suo esercito di fronte ai resti mortali dei caduti di Cosenza, pronunciando le seguenti parole: “soldati della rivoluzione italiana, soldati della rivoluzione europea, noi che non ci inchiniamo che davanti a Dio e a Garibaldi, noi ci inchiniamo dinnanzi alle ossa di Nicola Ricciotti, dei fratelli Bandiera e di tutti i fucilati loro compagni che sono i nostri santi” (in A. Fortuna, Nella inaugurazione de monumento a Nicola Ricciotti, martiri e patrioti della Regione”, numero unico della Nuova Gazzetta Latina, Frosinone 9 ottobre 1910, pag. 14).”
Appunto.
Era chiarissimo a Nino Bixio cosi come a Giuseppe Mazzini, a Giuseppe Garibaldi, a tantissimi altri membri dell’internazionale progressista massonico-carbonara - e allo stesso Nicola Ricciotti che era andato a combattere contro la tirannia anche in Spagna - che il risorgimento libertario e democratico, la rivoluzione cui si anelava (rigenerazione dello spirito ma anche delle condizioni materiali del vivere politico, civile, sociale ed economico) doveva essere tanto italiana che europea per poter durevolmente contrastare le tante forze conservatrici e reazionarie (internazionali) che l’avrebbero ostacolata senza tregua, anche dopo che si fosse formalmente realizzata.
Viva l’Italia e viva l’Europa, purché entrambe siano rette - nel prossimo futuro e non senza un Nuovo Risorgimento che dovrà essere implementato da nuovi garibaldini e mazziniani - da ordinamenti sostanzialmente democratici e pluralisti, rispettosi dell’unico vero sovrano legittimato dalla ragione e dal diritto naturale: il POPOLO.
LE SORELLE E I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO (www.grandeoriente-democratico.com)
[ Articolo del 2 novembre 2014 ]