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SEMINARIO esoterico/massonico a Roma domenica 19 febbraio 2017 e la Morte e l’arte di Morire in una prospettiva scientifica, filosofica, mitologica, religiosa e iniziatica secondo Soror Assiotea e avendo a mente il Bardo Thodol (Libro tibetano dei morti)

 

 

 

Prima di sottoporre ai frequentatori delle nostre pagine on-line la lettura o la rilettura (meditata) di un testo già pubblicato nel Gruppo facebook “Massoneria Democratica”, facciamo precedere questo intervento dalla citazione di un piccolo passaggio delle Chandogya Upanishad:

 

Il corpo muore, non c'è
dubbio,
quando la vita lo abbandona;
però la vita non muore.
Il reale, l'anima,
è la libertà
Di cui è fatto questo universo.

Chand. Up. VI. II. 3ø

 

e poi da questo breve frammento di un saggio che commenta il Bardo Thodol:

 
“Fra le tradizioni segrete del Buddhismo tibetano troviamo in particolare le dottrine che si occupano dei problemi centrali della esistenza umana, delle vie supreme che portano alla conoscenza di se stessi e della morte. Di queste tradizioni segrete fanno parte i Libri tibetani dei morti, che sono stati scoperti e resi noti sostanzialmente dagli "scopritori di
tesori". Il Libro tibetano dei morti possiede una struttura ben definita e molto chiaramente sviluppata, tuttavia esistono molte altre opere sugli stessi temi, elaborati in modo diverso, così che invece di un solo Libro dei morti dobbiamo parlare di più Libri tibetani dei Morti.
Il tibetano considera il problema della morte e di una possibile migrazione nell'aldilà del cosiddetto stato di bar-do, fino al momento di una nuova incarnazione, un problema che deve essere risolto, o quanto meno adeguatamente affrontato, già nel corso della vita terrena. Le visioni delle divinità che appaiono nel bar-do sono il riflesso di esperienze e processi mentali verificatisi durante la vita, che nello stato più alto di smaterializzazione operano autonomamente. Questo è il motivo per il quale i Lama che dirigono il rito funebre esortano ripetutamente il morto a richiamare alla memoria tutti gli insegnamenti e i significati delle divinità delle visioni, che nella precedente vita terrena avrebbero dovuto servire da modello e suggerire uno stile di vita spirituale e religioso.
Bisogna essenzialmente mirare a comprendere la natura delle divinità e i loro diversi significati collegati alla trasformazione della coscienza e a integrarli nel proprio spirito.
Questa operazione ci è però possibile solo con l'esercizio della meditazione, che deve essere praticata durante questa vita, perché mere speculazioni su un'esistenza migliore dopo la morti rappresenterebbero solo una pericolosa illusione e una nuova forma di attaccamento al "sé".
 Il "bar-do thos-grol", o Libro tibetano dei morti, tratta del trapasso, delle esperienze del periodo compreso fra la totale liberazione dal corpo e la nuova incarnazione. Ma tutto ciò - nonostante le esperienze del trapasso siano notevoli nella psicologia buddhista - può essere descritto nei testi del Libro tibetano dei morti in un modo straordinariamente convincente, poiché le sue dottrine si rifanno costantemente alla realtà della vita terrena.
Per rappresentare le esperienze del bar-do il Libro tibetano dei morti ricorre a esperienze autentiche, vissute dalla coscienza nella vita terrena.”

(citazione da: Detlef-I.Lauf, “Il libro tibetano dei morti”, Edizioni Mediterranee, Roma 1992, Prefazione di Frederic Spiegelberg)

 

Ed ecco il testo a firma della Sorella ASSIOTEA :

"La morte e il morire: un percorso di approfondimento fra scienza, filosofia, mitologia e spiritualità (di SOROR ASSIOTEA)
Introduzione
Nel Mahabharata al saggio Yudhisthira fu chiesto: «Di tutte le cose della vita, qual è la più stupefacente?» Yudhisthira rispose: «Che un uomo, vedendo gli altri morire intorno a lui, non pensi mai che anch’egli morirà».
Il più terribile dunque dei mali, la morte, non è nulla per noi, perché quando ci siamo noi non c’è la morte, quando c’è la morte noi non siamo più (Epicuro).
La riflessione sulla morte attraversa tutte le tradizioni filosofiche e spirituali dell’umanità. Che cosa significhi, in che cosa consista, come avvenga e soprattutto se rappresenti il passaggio ad un’altra dimensione dell’esistenza oppure comporti la cessazione definitiva della coscienza sono le domande che da sempre, da quando l’uomo ha evoluto la peculiare capacità di rappresentarsi mentalmente se stesso nel futuro, sintetizzano la radicale precarietà e la sostanziale incertezza della condizione umana.
La natura incognita della morte si porta dietro, come un’ombra, la paura: paura dell’ignoto, paura mista ad orrore per il disfacimento della carne, paura di soffrire, paura di perdere o di lasciare le persone care, paura del distacco da tutto ciò che ci appartiene e – più di ogni altra cosa – la paura della perdita irrimediabile della coscienza, quell’angoscia di morte che ci fa sobbalzare di terrore quando pensiamo alla nostra morte.
L’antropologo di origine polacca Bronislaw Malinowski vide nella paura della morte e nel sentimento di precarietà tipico dell’esistenza umana l’origine del bisogno di rassicurazione che le culture soddisfano con complessi apparati simbolici, fra i quali il principale è la religione, seguita dalla magia e dalla scienza. Certamente, la morte, resa tangibile e presente alla coscienza mediante la riflessione e la meditazione o espunta dal proprio sguardo interiore come un tabù, nell’irrazionale tentativo di esorcizzarla, costituisce comunque un oggetto ineludibile e insieme una potente spinta più o meno consapevole all’azione, alla creazione e alle scelte esistenziali: si pensi, fra le mille altre possibilità, alle polizze assicurative, alla vocazione religiosa, al lifting o ai monumenti funerari che nelle società statali tradizionali rappresentavano con enorme potenza simbolica ed evocativa il potere dei sovrani e della casta sacerdotale.
Oggi potremmo dire, con gli storici Philippe Ariès e Michel Vovelle , che, dopo la rivoluzione sessuale, la morte è l’ultimo vero tabù, l’ultima realtà veramente oscena e innominabile, e che molta parte delle nostre vite frenetiche e senza scopo costituisce un incessante tentativo di scongiurarne la temibile incombenza. La scienza, ancora vincolata in molti ambiti al paradigma materialista – ormai vecchio e anche abbastanza rozzo - di matrice positivista, sembra aver preso il posto della religione e della magia nella rivendicazione di un’autorità indiscutibile su questioni tutt’altro che empiricamente provate e assodate, come il rapporto causale fra cervello e coscienza, sul destino della coscienza nella morte, sulla natura della coscienza e del suo rapporto con il corpo.
Come ebbe a dire Carl Gustav Jung , «Tutto il Medio Evo e così il mondo antico e in genere l’umanità intera fin dalle sue origini, era partito dalla convinzione che esistesse un’anima sostanziale. Solo a metà del secolo XIX si venne costituendo una psicologia “senz’anima”. Sotto l’influsso del materialismo scientifico tutto ciò che non poteva essere visto con gli occhi o toccato con le mani apparve incerto, e anzi fu messo in dubbio, come sospetto di metafisica. “Scientifico” e quindi accetto senz’altro rimaneva solo ciò a cui si poteva riconoscere carattere materiale o che poteva essere ricondotto a cause percettibili con i nostri sensi. La fede nella sostanzialità di ciò che è spirituale cedette lentamente alla nuova persuasione che veniva sempre più affermandosi: quella della essenziale sostanzialità di ciò che è fisico; finché, dopo quasi quattro secoli, i pensatori e gli scienziati europei di punta giunsero a concepire lo spirito come del tutto dipendente dalla materia e da cause materiali [...] Nulla vieta alla speculazione intellettuale di considerare la psiche come un fenomeno chimico complesso e perciò in ultima analisi, come un gioco di elettroni, oppure di spiegare l'indeterminazione al livello atomico con l'ipotesi di una vita spirituale.
Ma intanto una sostituzione della metafisica dello spirito con una metafisica della materia produce come effetto che ogni trascendenza si tramuta in immanenza: cause, fini e valori vengono ricercati e posti entro la stessa sfera del mondo empirico; nella sua ingenuità l'intelletto umano ha l'impressione che il mondo interiore invisibile si faccia mondo esterno visibile, e soltanto i cosiddetti fatti conservino il loro valore"».

Da queste considerazioni introduttive e ovviamente sommarie, prenderà le mosse una riflessione che si snoderà in diverse puntate su questo sito, seguendo un percorso aperto, provvisorio e non preordinato, su alcune tematiche di frontiera sul tema della morte – di frontiera in tre sensi: perché trasversali a discipline diverse, perché controverse e perché situate al limite dell’empirico, in una zona sottile e non definibile nella quale si toccano e si confrontano scienze, filosofia, letteratura, mitologia, spiritualità e religione. A questa discussione sono invitati tutti coloro che intendono contribuire con proprie considerazioni e riflessioni, purché pertinenti.
Lungi dal fornire delle risposte, questo percorso proverà a porre delle domande e a esplorare alcune ipotesi teoriche:
• Si può studiare con metodo empirico il fenomeno della morte?
• Che cosa sappiamo dalla letteratura, dalle tradizioni spirituali, dalla riflessione filosofica e dalla ricerca scientifica sulla morte?
• Che cos’è la coscienza? Come possiamo studiarla?
• Quale rapporto c’è fra cervello (o corpo) e coscienza?
• Quali teorie sono state elaborate in ambito filosofico sul rapporto fra mente e corpo (o fra coscienza e cervello)?
• Che cosa sappiamo o possiamo ipotizzare della morte dalle esperienze di pre-morte (NDE, Near Death Experiences)?
• Come possono essere interpretate le testimonianze di persone che raccontano di particolari esperienze o stati di coscienza vissuti in concomitanza con la morte di una persona cara?
• Come si può affrontare la paura della morte? Che fare di fronte alla malattia terminale propria o altrui?

Prossimo intervento: Il viaggio nell’aldilà
SOROR ASSIOTEA

 

PS:

SEMINARIO ESOTERICO E MASSONICO DI ROMA DI DOMENICA 19 FEBBRAIO 2017, DALLE ORE 16:40 IN POI, PRESSO IL TEATRO PETROLINI IN VIA RUBATTINO 5, QUARTIERE TESTACCIO. PER PARLARE DI MONOTEISIMI E POLITEISIMI NELLA PROSPETTIVA INIZIATICA, di TEOSOFIA E ANTROPOSOFIA e di molte altre materie spirituali, civiche e politiche. E, a grande richiesta di Gabriella Toma, per decodificare in modo chiaro ed esaustivo le radici e le simbologie dell’Esoterismo nazista e fascista…

Questo è il terzo incontro a Roma del 2017 (dopo quelli tenuti tra 2016 e inizio 2017 sia nella Capitale che a Milano) e si terrà DOMENICA 19 FEBBRAIO, DALLE ORE 16:40, PRESSO IL TEATRO PETROLINI, IN VIA RUBATTINO 5, ZONA TESTACCIO.

Ai partecipanti è richiesto di recare con sé un block-notes per appunti e la somma di euro 70,00 (settanta), in contanti, da versare agli addetti all’ammissione ai Seminari come quota di partecipazione da destinare ad atti di specifica e classica beneficenza/filantropia iniziatica verso gli indigenti.

Questi SEMINARI sono rivolti a lumeggiare teorie e pratiche iniziatiche, esoteriche e massoniche tanto presso i cittadini profani (ecco perché si tratta di lezioni che hanno anche un valore storico-critico, civico e metapolitico, oltre che esoterologico e filosofico-sapienziale) che presso sorelle e fratelli liberi muratori e/o membri di società iniziatiche non specificamente massoniche, i quali siano in cerca di doverosi approfondimenti sulla Via di perfezionamento spirituale intrapresa.

Per chiedere l’iscrizione, scrivere a:
seminariesotericigod@grandeoriente-democratico.com

ORARI dell'incontro e delle LEZIONI DI DOMENICA 19 febbraio 2017 a ROMA, che si terranno presso il TEATRO PETROLINI, in Via Rubattino 5, zona Testaccio:

16:40= Iscrizione formale al Seminario, con versamento contestuale della quota di partecipazione di 70 euro (settanta euro), che saranno interamente devoluti in atti di classica beneficenza/filantropia iniziatico-massonica.
16:55-17.30 = 1) Metodologia e obiettivi dei Seminari/Storia, Ideologia e Tradizione della Massoneria/Astrologia e Pneumofilosofia
17:30-18:05= 2) Monoteismi, Politeismi, Teosofia, Antroposofia e ‘lenti iniziatiche’ per decodificare ogni tradizione religiosa e spirituale.
18:05-18:40= 3) Lectio Magistralis di un Maestro Esperto.
18:40—19:15 = 3) Radici e simbologie esoteriche del Fascismo e del Nazismo
19:15-19:25 = Pausa di relax.
19:25-19:45 circa = 5) Confronto tra Maestri Esperti e partecipanti ai Seminari.

In generale, i contenuti di questo Seminario saranno la diretta prosecuzione di quelli precedenti, svoltisi a Roma. Tuttavia, anche chi dovesse partecipare per la prima volta sarà messo nelle condizioni di poter seguire agevolmente il senso di queste ulteriori lezioni seminariali, il cui svolgimento potrà anche prescindere dalla formale suddivisione temporale dei moduli soprastanti.

Per chiedere l’iscrizione, scrivere a:
seminariesotericigod@grandeoriente-democratico.com

PS: Si tratta degli ultimi incontri seminariali di questo tipo, dal momento che il sottoscritto, Gioele Magaldi, sarà impegnato a livello personale, nei prossimi tempi, su troppi fronti massonici, politici e culturali contemporaneamente, rendendo sempre più difficile la sua presenza a tali incontri. Semmai, nei tempi e nei modi opportuni, verranno poi istituiti i corsi di quella Università degli Studi esoterici e massonici di cui questi Seminari hanno rappresentato il preludio ‘sperimentale’.

 

LE SORELLE E I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO (www.grandeoriente-democratico.com)

[ Articolo dell’8-15 febbraio 2017 ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per comunicazioni, scrivete a: info@grandeoriente-democratico.com