In Memoria di David Kato Kisule, in onore di Barack Obama, Hillary Clinton, Jerzy Buzek, Marco Pannella, nel disonore e nel silenzio (in Italia) della Massoneria targata Raffi e delle massime autorità politiche e religiose
di Gioele Magaldi
Il 26 gennaio 2011 è stato brutalmente assassinato in Uganda (Africa), vicino a Kampala, il 46enne David Kato Kisule.
David Kato è stato ammazzato a martellate.
David Kato è stato ucciso non soltanto perché gay, ma anche perché aveva osato battersi a viso aperto, nel suo Paese, per i diritti di omosessuali, lesbiche, bisessuali, transessuali, per i diritti civili di ogni cittadino e per l’affermazione dello stato di diritto.
David Kato era membro dell’Associazione Radicale “Certi diritti” ed era stato aiutato nelle sue battaglie civili, in passato, anche dall’Associazione “Non c’è Pace senza Giustizia” (anch’essa di area radicale).
Kato era stato ospite, lo scorso novembre, ai lavori del IV° Congresso dell’Associazione “Certi Diritti”, dove aveva raccontato delle persecuzioni e di veri e propri linciaggi, di cui sono vittime le persone lesbiche e gay in Uganda.
Tali persecuzioni sono promosse in gran parte da organizzazioni del fondamentalismo religioso cristiano evangelico.
Il 16 ottobre 2010, la rivista ugandese Rolling Stones, ispirata a politiche omofobe, ha addirittura pubblicato in prima pagina le foto di 100 attivisti omosessuali (o ritenuti tali) ugandesi, chiedendone l’arresto, atteso che per la legge ugandese l’omosessualità è reato (come del resto lo era nell’Inghilterra vittoriana di fine ‘800 che mise in carcere Oscar Wilde). Tra le 100 foto vi era anche quella di David Kato Kisule, l’esponente più noto del movimento Sexual Minorities Uganda e le foto erano corredate con gli indirizzi di coloro che, così, venivano esposti a rappresaglie da parte di qualunque gruppo omofobo violento.
Il clima di odio contro le persone omosessuali, come già osservato, è alimentato in Uganda dal fondamentalismo religioso dei predicatori evangelisti che trovano terreno fertile tra la popolazione indigena, che vive in condizioni di miseria e abbrutimento materiale e spirituale.
Molte Ong internazionali (tra cui appunto Human Rights Watch, Global Rights, Global LGBT Advocacy, NPWJ) si erano mobilitate in diversi paesi del mondo contro questo stato di cose. Lo stesso Parlamento Europeo, grazie alla campagna internazionale di NPWJ (No Peace Without Justice/ Non c’è Pace Senza Giustizia) aveva approvato una risoluzione di condanna nei confronti di questo paese dell’Africa Orientale.
David era stato anche ascoltato dalla Sottocommissione Diritti Umani del Parlamento Europeo dopo aver partecipato a Roma al Congresso di “Certi Diritti”.
Il combattivo Kato Kisule, coraggiosamente, aveva avviato un’ iniziativa legale contro la rivista Rolling Stones e lo scorso 7 gennaio persino l’Alta Corte ugandese aveva condannato la rivista per violazione della legge sulla privacy, difendendo le persone gay perseguitate. L’Alta Corte aveva dichiarato che nessuna delle persone la cui foto era stata pubblicata aveva commesso reati.
David Kato, d’altronde, nel suo soggiorno a Roma, aveva raccontato di come la situazione in Uganda fosse divenuta insostenibile e assai pericolosa per gli attivisti omosessuali e/o per i gay in genere. Kato, anche durante le udienze nei tribunali del suo Paese, era stato protetto da volontari delle ONG internazionali che presenziavano al processo ed era stato difeso da diplomatici di ambasciate occidentali che lo avevano salvato da diversi tentativi di linciaggio della folla, aizzata dai soliti noti.
Ebbene, ecco le parole spese dal Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, nel commentare questo turpe omicidio, dopo essersi dichiarato profondamente rattristato per la morte di David Kato e dopo aver rammentato che si era già energicamente espresso contro un infame progetto di legge ugandese che proponeva la pena di morte per l’omosessualità:
“Negli Stati Uniti e in tutto il mondo i membri delle comunità omosessuali, bisessuali e transessuali sono ancora vittime degli abusi, delle discriminazioni e dell’odio; i loro diritti non sono diritti straordinari, ma i diritti dell’uomo”
Cosi si è invece espressa un’altra grande personalità della politica USA, Il Segretario di Stato Hillary Clinton:
“Siamo profondamente rattristati per la perdita del difensore dei diritti umani ugandese David Kato, che è stato brutalmente ucciso nella sua casa vicino a Kampala”
Queste le dichiarazioni del Presidente del Parlamento Europeo Jerzy Buzek:
“La morte di David Kato,
l'attivista per i diritti dei gay in Uganda, non deve restare
impunita. Il governo ugandese deve rispettare le convenzioni
internazionali, cancellare la legge che definisce
l'omosessualità un crimine e deve aprire un'inchiesta
sull'assassinio. David Kato era un uomo che combatteva
per il diritto delle persone a vivere in libertà in Uganda,
indipendentemente dal loro orientamento sessuale. Chiedo che i
colpevoli della sua uccisione vengano portati davanti alla
giustizia. Kato era un eccezionale difensore dei diritti
umani. Disapprovo che l'Uganda sia un paese in cui
l'omosessualità è ancora considerata un atto criminale. La battaglia di Kato era volta ad aumentare la tolleranza sulla sessualità, alla difesa dei diritti di
lesbiche, gay, bisessuali e trans, nonché alla protezione delle minoranze vulnerabili.
Il Parlamento europeo ha già
adottato due risoluzioni contro la bozza legislativa
anti-omosessuale. L'orientamento sessuale e'
materia che ricade nel diritto individuale alla privacy nel
quadro dei diritti umani universali ed in quello delle libertà
fondamentali.
Ribadisco il richiamo del Parlamento europeo alle autorità
ugandesi, affinché non approvino la nuova
legislazione e rivedano quella esistente in modo da
depenalizzare l'omosessualità e ricordo al governo ugandese i
suoi obblighi verso le leggi internazionali e verso l'accordo di
Cotonou, che chiama al rispetto dei diritti umani universali.”
E per concludere, l’inossidabile Marco Pannella:
“David Kato, onorato per la sua vita e per la battaglia ideale che lo ha portato ad essere assassinato, commemorato dal presidente del Parlamento europeo. Segnalo questo e altro alle massime autorità di Roma, magari dai due lati del Tevere La bella, profonda, così tempestiva dichiarazione scritta del presidente del Parlamento Europeo Jerzy Buzek, per deplorare ufficialmente e protestare contro il regime ugandese per l’assassinio del compagno radicale di Certi Diritti, David Kato, è un segnale felicemente contraddittorio rispetto al desolato deserto europeo nel quale, purtroppo, tutti noi possiamo constatare di vivere. Mi permetterei di sottolineare anche alle massime autorità della nostra Repubblica che - ancorché si parli di un Radicale e quindi, secondo il nostro regime, da clandestinizzare se possibile anche in morte - una loro parola sulla morte di David Kato onorerebbe non solo la memoria di questo nostro compagno, che di per sé non ne necessita, ma la Repubblica stessa, ancorché sarebbe evidente solo se si procedesse a una Tac del regime nostrano. E visto che ci siamo, vorremmo segnalare alla loro attenzione che un altro nostro compagno, Biram Dah Abeid, consigliere generale del Partito Radicale Nonviolento, è da settimane in carcere in Mauritania, colpevole di un'azione contro la realtà schiavistica che riguarda almeno il 25 per cento di quella popolazione, e che riteniamo naturalmente in grave pericolo.”
Appunto.
Disonore alle sempre più mediocri autorità politiche italiane, che su un fatto così grave e importante (su cui hanno sentito di dover prendere posizione personaggi del calibro di Barack Obama, Hillary Clinton, Jerzy Buzek, etc.,) hanno- con l’eccezione del solito Pannella- evitato accuratamente di esprimersi.
Disonore alle sempre più anti-cristiane autorità ecclesiastiche della Curia Vaticana, non solo colpevolmente silenti su questa atroce vicenda di violazione dei diritti della persona umana, ma da tempo complici della cultura omofoba che ammorba ancora tanti popoli e paesi dell’ecumene globalizzata.
Com’è noto, solo poco tempo fa il Vaticano assunse ufficialmente una durissima presa di posizione contro la proposta della Francia (sottoscritta da tutti e 27 i paesi dell’Unione Europea) di proporre all’ONU la depenalizzazione del reato di omosessualità, ancora previsto dai codici penali di moltissimi stati.
In tutto ciò, quali sono le dichiarazioni e/o le prese di posizione in merito alla vicenda di David Kato Kisule da parte del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, la più grande e importante Comunione massonica italiana?
Quali i comunicati dell’Avvocato Fratello Gustavo Raffi, (illegittimo e sedicente) Gran Maestro del G.O.I.?
Niente mischiato con nulla.
Grazie all’insipiente, incolore e insignificante gestione di Palazzo Giustiniani da parte di Raffi, sembra che la più autorevole comunità libero-muratoria nostrana non abbia niente di importante da dire né su questa né su altre analoghe vicenda di grande rilevanza sociale e culturale per l’opinione pubblica.
Gustavo Raffi, infatti, preferisce occuparsi dei suoi affari e intrallazzi con il potere, tra gli apporti riservati al Fratello Silvio Berlusconi e qualche “piacionata” insulsa in giro per la Penisola, strizzando l’occhio a questo o quel politico di qualsivoglia schieramento, considerato come potenziale partner di “qualche futura spartizione della torta italica”.
Gustavo Raffi va a visitare gli “asili notturni” di Torino, ad esempio, non perché gli interessi alcunché dell’utilità sociale degli stessi, ma solo per farsi vedere in giro come una “sciantosa”, con il consueto piglio narcisistico e auto-referenziale.
Gustavo Raffi e il G.O.I. da Lui mal governato non hanno nulla da dire su vicende come quelle su cui si sono solennemente esposti Barack Obama, Hillary Clinton, Jerzy Buzek, Marco Pannella, diverse ONG, etc.
Disonore a Lui e ai suoi più che mediocri “camerati fraterni”.
Il sottoscritto, invece, insieme ai suoi Fratelli di Grande Oriente Democratico, anche per non far dimenticare ai nostri concittadini quali siano i doveri storici, filosofici e civici della Massoneria italiana (e internazionale) in difesa delle minoranze (di ogni tipo) e dei diritti umani, si unisce al cordoglio espresso dal Presidente degli Stati Uniti (e dalla Clinton, Buzek, Pannella) in ricordo dell’attivista ugandese, barbaramente assassinato.
In Memoria di David Kato Kisule, che Noi di G.O.D. onoriamo e ringraziamo per il coraggio e il valore delle sue idee e delle sue battaglie, annunciamo la nostra vicinanza, ideale e concreta, a tutti coloro che combattono per un “mondo” più giusto, democratico, libero, tollerante, compassionevole, rispettoso dell’infinita varietà delle inclinazioni e dei caratteri delle “creature umane”, fatte a immagine e somiglianza del Grande Architetto dell’Universo.
GIOELE MAGALDI.