Intervista di Akio Fujiwara a Gioele Magaldi per il quotidiano “Mainichi Shimbun”( il più antico giornale giapponese, con circa 3,3 milioni di lettori al giorno) facente capo al Gruppo editoriale giapponese/internazionale “The Mainichi Daily News”
Egregio Dott. Magaldi:
Grazie infinitamente per l’'incontro di Giovedi scorso. Vorrei porgerle ora le mie domande.
- Come e perché Berlusconi e' stato coinvolto nella P2? Ho sentito che lui aveva problemi ad ottenere capitali per le sue attività immobiliari perché il mondo finanziario milanese a quel tempo non aveva molta fiducia in lui. Potrebbe elaborare questo concetto?
R. Dunque, non è affatto vero che Silvio Berlusconi avesse problemi ad ottenere capitali per le sue attività imprenditoriali.. Certo non li ottenne dal “mondo finanziario milanese” più limpido. Anzi, fin dai primi anni ’60, quando era operativa la Edilnord sas di Silvio Berlusconi & Company (sostituita nel 1968 dalla Edilnord Centri Residenziali sas di Lidia Borsani, cugina e prestanome di Berlusconi) egli poté ottenere “misteriosi” quanto ingenti finanziamenti da varie banche svizzere, da taluni ritenute dedite al riciclaggio di capitali mafiosi. L’iniziazione ufficiale di Berlusconi nella P2 avvenne nel 1978, benché egli si fosse “avvicinato” alla Loggia già da qualche anno (come ha di recente confermato Licio Gelli, alludendo ad una “presenza” berlusconiana sotto la sua “protezione” già nel 1974). In effetti, sarà il Fratello Massone Piduista Ferruccio De Lorenzo, insediato da Giulio Andreotti al vertice dell’Enpam (Ente nazionale previdenza e assistenza medici) a salvare dal “crack” il Fratello Berlusconi, che non riusciva a vendere gli immobili costruiti con l’operazione “Milano 2”. De Lorenzo fece acquistare dall’Enpam gli immobili berlusconiani sin dalla fine degli anni ’70 e poi in anni successivi, ma anche altri enti statali e para-statali a guida piduista acquistarono (spesso a prezzi gonfiati) beni immobiliari del Fratello di Arcore. Del resto, dal 1974 al 1981 il sistema bancario italiano (dai vertici in gran parte piduisti o massonici) erogò circa 200 miliardi di fidi al Fratello Silvio (per non parlare delle larghe fidejussioni concesse) a condizioni a dir poco privilegiate rispetto ad altri imprenditori che, o non ebbero accesso al credito, o lo ebbero a condizioni ben più rigorose e limitate. Tutto ciò premesso, l’adesione di Berlusconi alla Massoneria non fu soltanto il desiderio di entrare a far parte di un network nazionale e internazionale molto potente: in lui c’era anche un desiderio filosofico autentico di percorrere un sentiero iniziatico di perfezionamento spirituale. Certo, la sua idea della Via massonica era e resta un’idea elitaria, gerarchica, oligarchica, in nome della quale dei Gruppi ristretti di Maestri (presunti) Illuminati hanno il diritto-dovere di manipolare le masse, asservendole ai loro disegni “superiori”.
- Dopo la scoperta della P2, come Berlusconi ha mantenuto i rapporti con i membri della P2?
R. Il Fratello Berlusconi, dagli anni ’80 e fino ad oggi, ha mantenuto rapporti di colleganza con diversi Fratelli della P2. Alcuni sono noti piduisti, di altri, egualmente membri della Loggia gelliana, il nome non compariva nell’elenco dei quasi mille affiliati scoperto a Castiglion Fibocchi.
Fra quelli noti, ricordiamo tra gli altri Maurizio Costanzo, giornalista, che negli anni ’80 iniziò a lavorare per Fininvest (poi Mediaset); Massimo Donelli, attuale Direttore di Canale 5, la tivù ammiraglia di Mediaset, dopo una carriera nell’impero berlusconiano; Fabrizio Cicchitto, attuale Capogruppo del PDL (Partito-Caserma del Fratello Silvio) alla Camera dei Deputati; Fabrizio Trifone Trecca, medico, potente uomo dalle molte relazioni, da diversi anni Conduttore della trasmissione “Vivere meglio” sulla berlusconiana Rete 4; Vittorio Emanuele di Savoia, capo della casa ex-regnante in Italia, il cui rientro nel Bel Paese (2002) è stato assai favorito da Fratello Silvio & Brothers, così come l’ascesa nello show-business del suo primogenito Emanuele Filiberto; Giancarlo Elia Valori, già espulso dalla P2 e talora vicino ad esponenti del centro-sinistra nostrano, è nondimeno connesso al milieu e agli “interessi” berlusconiani attraverso personaggi come Gianni Letta e Tarek Ben Ammar, Luigi Bisignani e molti altri; lo stesso Luigi Bisignani, uomo dalle ottime relazioni industriali e politiche al servizio del berlusconismo (e non solo), ottimo amico (in passato compagno) e mentore anche della Sottosegretaria di Stato Daniela Santanché. E l’elenco dei piduisti più o meno noti, tuttora alla corte di Arcore, potrebbe continuare. In questa sede non ha però senso elencarli tutti. Assai più interessante sarà parlare di alcuni “grossi personaggi”, già piduisti, il cui nome non fu trovato nelle’elenco parziale sequestrato a Gelli, che ha sempre ammesso l’incompletezza di quella raccolta.
Di costoro ne tratterò nel libro MASSONI. SOCIETA’ A RESPONSABILITA’ ILLIMITATA, di prossima uscita presso l’Editore CHIARELETTERE.
- In quali modi i membri della P2 hanno aiutato Berlusconi ad arrivare alla sua posizione dominante nel campo dei mezzi di comunicazione e ad entrare nel mondo della politica?
R. Grazie alla protezione di Gelli e di altri potenti Fratelli Massoni piduisti,, negli anni ’70 innanzitutto Berlusconi fu “sdoganato” dallo status di semplice imprenditore brianzolo a quello di player autorevole nel mondo dei media. I Fratelli Massoni consentirono al titolare della tessera P2 n.1816 di diventare un autorevole opinionista sul Corriere della Sera “piduista”, mentre iniziava l’acquisizione azionaria del Giornale di Indro Montanelli. Dopo di che, già dagli anni 1978-80, i dirigenti della P2 pianificarono che Berlusconi potesse essere il loro “cavallo di Troia” per la costituzione progressiva di un gruppo televisivo privato al servizio dei loro interessi, secondo quanto prevedeva il cosiddetto “Piano di rinascita democratica” stilato pochi anni prima. Non bisogna dimenticare, però, che a partire dalla primavera 1981, dopo il blitz di Castiglion Fibocchi del 17 marzo 1981 che dette origine al cosiddetto “scandalo P2”, il Fratello Berlusconi iniziò a “guardarsi intorno” in cerca di nuove protezioni. Che trovò immediatamente e in modo clamoroso proprio nel principale avversario di Licio Gelli nel G.O.I: l’ex Presidente della Corte Centrale (massonica) e Gran Maestro di Palazzo Giustiniani a partire dal 1982 , Fratello Armando Corona.
Proprio negli anni dal 1982 al 1990 Berlusconi verrà supportato in modo formidabile a incrementare e conservare lo status di semi-monopolista della televisione privata italiana, con importanti “sortite” industriali anche all’estero.
E sarà supportato dalla Massoneria italiana e internazionale così come dal PSI craxiano a grande densità massonica. Ma dal 1982 al 1990 (anni della Gran Maestranza del G.O.I. di Armando Corona) i Fratelli che aiutarono Berlusconi a diventare dominus nel campo dei media non erano per la gran parte piduisti. Erano Massoni importanti, semmai, come il Gran Maestro Corona, che insieme al Presidente della Repubblica Francesco Cossiga (dal 1985 al 1992), all’Onorevole Giuseppe Pisanu, a Flavio Carboni e ad altri, si riunivano spesso e volentieri per dei summit strategici con il Fratello Silvio Berlusconi.
- Esiste un rapporto diretto tra P2 e P3, anche per quanto riguarda la composizione dei membri., oppure la P3 rappresenta una novità rispetto alla P2?
R. Il discorso sulla cosiddetta “P3” è molto delicato e complesso. Formalmente, non è mai esistita una Loggia Propaganda 3 (al contrario della Loggia P2 che era una regolare Loggia del Grande Oriente d’Italia). Tuttavia, e lo vado ripetendo da mesi, coloro che sono stati (e sono) indagati dalla Procura di Roma nell’ambito dell’ “Inchiesta P3” costituiscono la punta dell’iceberg di una “Loggia del Drago” di Arcore, che fu fondata nel 1991, con Silvio Berlusconi quale Maestro Venerabile e con appartenenti stabili o “di passaggio” che appartengono al jet-set massonico europeo e internazionale. Questa Loggia presieduta dal Fratello B. ha ospitato, nel tempo, anche diversi personaggi reduci dal piduismo. La differenza con la P2 è che questa Loggia di Arcore è assai più potente e solida, munita di aderenze internazionali con il mondo anglo-americano che il Gruppo di Gelli non ebbe mai, nonostante le molte chiacchiere al vento che sono state spese sul punto. La P2 e l’OMPAM (Organizzazione Mondiale del Pensiero e dell’Assistenza Massonica, struttura massonica internazionale creata da Gelli ed altri nel 1975) anzi, crollarono anche perché i loro legami con ambienti politici e massonici inglesi e statunitensi, dopo il 1974, non furono mai molto saldi, coerenti e profondi. Rispetto alla “Loggia del Drago” di Arcore e al fatto che essa è la “Fonte” da cui tracimano le piccole gesta della cosiddetta “P3”, mi piacerebbe essere sentito in proposito dalla Procura di Roma e/o da altra Procura competente. In effetti, c’è da chiedersi se tale Loggia abbia violato e violi l’art.18 della Costituzione italiana e la cosiddetta “Legge Anselmi” n.17 del 25 gennaio 1982.
- Per quale motivo la commissione Anselmi ha deciso di secretare gli atti della P2 fino al 2032? Mi può inoltre fornire dei dettagli sulle attività svolte dalla commissione Anselmi?
R. Non mi risulta che gli ATTI della Commissione P2 siano stati secretati; anzi essi, pur assai voluminosi e consistenti in migliaia di pagine, furono stampati e pubblicati nel corso degli anni. Per quanto riguarda eventuali secretazioni parziali successive alla primitiva pubblicità, oppure “omissis” inseriti fra documenti disponibili, non ricordo quanti ve ne siano e comunque riesaminerò analiticamente tutta la questione della “Commissione Anselmi” nel prossimo futuro. Il problema è comunque di mediocre rilievo. In questa sede, basterà dire che la Commissione Anselmi fallì i suoi scopi più strettamente “documentari”, proprio perché non riuscì a mettere le mani su materiali completi ed esaustivi in grado di lumeggiare in termini incontrovertibili tutti gli appartenenti e tutte le attività della Loggia P2 e degli ambienti massonici ad essa complementari. Del resto, la Commissione fu sempre viziata da un’ evidente incapacità di penetrare nel back-office del potere (che è, nella sua intima essenza, massonico) demonizzato genericamente, ma niente affatto compreso nelle sue strutture essenziali.
- A parte quelli elencati nel libro sulla P3, quali altri personaggi sono
realmente conivolti nella P3 e cosa hanno fatto nello specifico?
R. Di ciò parlerò espressamente nel libro di imminente uscita MASSONI. SOCIETA’ A RESPONSABILITA’ ILLIMITATA, CHIARELETTERE (Editore italiano) che avrà sicuramente traduzioni successive in diverse lingue, tra cui certamente l’inglese e, perché no, qualora qualche editore del suo Paese fosse interessato, anche in giapponese. D’altronde, si tratta di un libro che parla della Massoneria, soprattutto contemporanea, in termini di network internazionale (da occidente ad oriente), di un potere spesso invisibile, ma sempre molto incisivo e incombente in tutte le aree dell’ecumene globalizzata. Per ora posso anticipare che nella “Loggia del Drago” di Arcore (da cui deriva la cosiddetta “P3”) si sono incontrati e riuniti personaggi di grandissimo rilievo italiano, europeo ed extra-europeo.
- Mi potrebbe elaborare la storia del Grande Oriente Democratico e anche del Grande Oriente d’ Italia ? E come la massoneria può influenzare la società italiana?
R. Anche di tutto questo parlerò diffusamente ed analiticamente nel libro citato di prossima uscita. Intanto, posso ricordare che il Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani è la più importante Comunione massonica italiana, i cui membri fondatori prima parteciparono da protagonisti, quali compagni fraterni di Cavour, Mazzini e Garibaldi (quest’ultimo Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia nel 1864), all’epopea risorgimentale, poi, dal 1861 in avanti, si impegnarono in parallelo tanto nella ri-costruzione istituzionale e nella riunificazione delle varie Massonerie italiane regionali, quanto nel processo di Nation-Building.
Piuttosto, si deve notare che, dopo che nel 1925 il regime fascista promulgò la legge cosiddetta sulla Massoneria (proibendone di fatto e di diritto l’attività) e dopo diversi eroici coinvolgimenti di Liberi Muratori nella Resistenza, dal Secondo Dopoguerra e fino ad oggi la Libera Muratoria italiana non è stata all’altezza della sua gloriosa e nobile tradizione precedente. Dalle vicende della P2 fino all’attuale gestione del G.O.I. da parte del Gran Maestro Gustavo Raffi, l’intrallazzo, l’affarismo, la scarsa trasparenza, la retorica ipocrita, la “doppia morale”, le tentazioni pseudo-golpiste e le trame occulte hanno di gran lunga oscurato qualunque anelito ad un protagonismo civile e culturale degno di questo nome. Ed è proprio per combattere questo stato di cose che, ad inizio 2010, è nato il Movimento d’opinione massonico “Grande Oriente Democratico”, sul cui sito ufficiale (www.grandeoriente-democratico.com , presto in versione multi-lingue ) si può trovare ampia documentazione delle battaglie svolte e della vasta eco di esse presso l’opinione pubblica italiana. Grande Oriente Democratico, che mi onoro di presiedere, dopo nemmeno un anno di vita conta ad oggi le aderenze di più del 30% dei Liberi Muratori del G.O.I. (Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani), senza quantificare le vaste simpatie di cui esso gode presso altre Sorelle e Fratelli di svariate Massonerie minori e soprattutto presso cittadine e cittadini profani della società civile. Il nostro ambizioso obiettivo è di riformare in termini rivoluzionari i landmarks, l’ethos e i comportamenti concreti della Libera Muratoria italiana ed internazionale, rendendo la Massoneria del XXI° secolo il principale player spirituale c culturale per la popolazione mondiale. Alla luce del sole e abbandonando qualunque indebita segretezza e occultamento delle proprie finalità. Nella nostra “lotta”, siamo confortati dall’avere l’appoggio di alcuni ambienti statunitensi e francofoni che, tra le altre cose, ritengono che il Fratello Silvio Berlusconi abbia tradito tutti i principi e gli ideali della Massoneria Universale.
La ringrazio per la sua cortese collaborazione e le porgo i miei più sinceri saluti
Akio Fujiwara
Chief correspondent in Rome
The Mainichi Newspapers Rome, ITALY
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