Commento di GOD a “Nel nome di Giordano Bruno, il diritto alla dignità”, articolo del 13 febbraio 2013 by Maria Mantello per MICROMEGA
Ci è senz’altro piaciuto
“Nel nome di Giordano Bruno, il diritto alla dignità”, articolo del 13 febbraio 2013 by Maria Mantello per MICROMEGA (clicca per leggere).
Ci è piaciuto e ci ha convinto questo articolo della validissima studiosa e “libera pensatrice” Maria Mantello, benemerita Presidentessa dell’altrettanto benemerita Associazione Nazionale del Libero Pensiero “Giordano Bruno” (www.liberopensiero-giordanobruno.eu).
D’altronde, non possiamo che nutrire simpatia e stima per chi mostri di amare la grande figura del Nolano, autentico Proto-Massone ante-litteram e Profeta dei più genuini valori massonici progressisti.
Non per caso, tra i precursori tardo-ottocenteschi e i promotori/fondatori di inizio Novecento (1906) dell’Associazione presieduta dalla Mantello, si contano diversi illustri Fratelli Massoni italiani: Giuseppe Garibaldi, Giuseppe Ricciardi, David Levi, Mario Rapisardi, Cesare Lombroso, Napoleone Colajanni, Andrea Costa, Eugenio Chiesa, Arturo Labriola, etc.
Tuttavia, pur condividendo e apprezzando l’eccellente slancio narrativo con il quale la Prof.ssa Mantello illustra in chiave attualizzante alcune delle caratteristiche del pensiero e della cifra esistenziale di Bruno- specie sul versante etico, civile e politico- dobbiamo apportare alcuni rilievi critici sul piano strettamente filologico ed ermeneutico.
Quando la Mantello, nel suo
“Nel nome di Giordano Bruno, il diritto alla dignità”, articolo del 13 febbraio 2013 by Maria Mantello per MICROMEGA (clicca per leggere),
scrive:
“Alla conoscenza prefissata nel modulo dell’anima creata, sostituisce la fisicità della mente corpo funzione biologica. Insomma come dirà Crick, lo scopritore insieme a Watson della catena del DNA: «come la bile è una secrezione del fegato, l’anima è una secrezione della mente».” […]
La magia di Bruno è conoscenza. È sviluppo della capacità di indagine e ricerca per analizzare i legami chimici degli elementi naturali, i profondi nessi causali tra tutte le cose: «magia è la contemplazione della natura e perscrutazione dei suoi segreti». Grazie alla scienza fisica e chimica: «Approvo quello che si fa fisicamente e procede per apotecàrie (farmaceutiche) ricette... Accetto quello che si fa chimicamente»; «Ottimo e vero è quello che non è sì fisico che non sia anche chimico e matematico». Questa è la magia per Giordano Bruno contro quella dei cialtroni (ridotta a ridicola macchietta nel Candelaio). Una «magia di disperati» - la chiama – «di chi invoca supposte intelligenze occulte con riti preghiere formule».”,
ci sembra mescoli con troppa disinvoltura suggestioni azzeccate con forzature neo-positivistiche che poco hanno a che vedere con l’effettiva Weltanschauung nolana, quale si evince da precisi testi e documenti.
Chiunque abbia letto con attenzione le opere di Giordano Bruno, ben sa che, per lui, “l’anima non è una secrezione della mente”, a meno di considerare la mens in una specifica accezione ermetico-alchemica.
Per Bruno, in ogni caso, che su questo punto scrive pagine molto chiare, l’anima non è né quella della tradizione ebraico-cristiana ortodossa, né però un mero concetto illusorio e consolatorio, partorito dall’immaginazione umana per finalità mistificatorie, magari di matrice confessionale.
Piuttosto, in termini che riecheggiano alquanto certi passi di Plotino (filosofo molto studiato e assimilato dal Nolano) è il corpo ad essere nell’anima e non il contrario.
Parimenti, è verissimo che “la magia di Bruno è conoscenza”, ma ha poco a che vedere con la “scienza fisica e chimica” in senso moderno quale viene menzionata dalla Mantello.
Ciò, senza negare che la cosmologia bruniana contiene accenni e suggestioni che la rendono assai più attuale, contemporanea e avanguardistica di buona parte del pensiero scientifico dei secoli che vanno dal ‘600 al ‘900.
E se, effettivamente, nell’opera teatrale il Candelaio (1582), Bruno stigmatizza la magia cialtronesca e disperata di personaggi come Bonifacio o l’alchimia truffaldina e illusoria di individui come Cencio e Bartolomeo, in opere come il Cantus circaeus (1582), lo Spaccio de la bestia trionfante (1584), il De gli eroici furori (1585), il De Monade (1591), il De magia, le Theses de magia, il De vinculis in genere, la Lampas triginta statuarum, il De rerum principiis (anni ’90 del ‘500, edite postume nel 1891), etc., si tratta di magia nel senso più genuinamente iniziatico ed esoterico del termine, ivi compresa una “ritualità” pratica che ha certamente a che fare con “intelligenze o forze sottili” operanti nel grembo della vita-materia infinita, produttrice eterna di forme transeunti, ma anche ricettacolo di “occulte” energie generatrici e rigeneratrici.
Nel rinviare l’ottima Maria Mantello all’utile studio di Gioele Magaldi, Alchimia. Un problema storiografico ed ermeneutico, Mimesis Edizioni, Milano 2010, anche per un’introduzione preliminare al tema dell’alchimia bruniana (che Magaldi sta trattando e approfondendo in altri saggi, presto disponibili alla pubblica lettura), le consigliamo anche una ricognizione meramente testuale e filologica con due bei volumi editi dalla casa editrice Adelphi: Giordano Bruno, Opere magiche, Adelphi, Milano 2000, edizione diretta da Michele Ciliberto e Giordano Bruno, Corpus iconographicum, Adelphi, Milano 2001, a cura di Mino Gabriele.
Ciò, dando ovviamente per scontato che la Prof.ssa Mantello abbia ben studiato e metabolizzato la grande lezione storiografica di Frances Yates sul Nolano (Giordano Bruno e la tradizione ermetica, L’arte della memoria, Lull and Bruno,vari altri saggi minori), senza inclinare in revisionismi- talora di moda- postumi alla morte della grande ricercatrice inglese; magari all’insegna di un’indebita rivisitazione anacronistica e deformante di quello che fu un grande filosofo, un grande pensatore etico, civile e politico, ma anche un mago teorico e pratico nel senso più nobile e correttamente iniziatico della parola.
Pazienza, poi, se la parola magia ai più evoca qualcosa di cialtronesco.
Anche i Fratelli Massoni Isaac Newton, Carl Gustav Jung e Albert Einstein (e tanti altri non meno illustri), d’altronde, ben poco si curavano che il volgo (per usare un termine caro a Frate Giordano -detto anche il Fastidito- il quale con esso si riferiva non soltanto alla plebe incolta, ma anche agli intellettuali più conformisti) non comprendesse il loro profondo interesse per magia, alchimia e kabbalah.
In conclusione, cara e apprezzabile Prof.ssa Mantello, è storicamente accettabile, corretto e anzi molto appropriato “arruolare” Giordano Bruno quale vessillo per battaglie contemporanee di lotta per la laicità integrale delle istituzioni statuali, per il libero pensiero e per la libera ricerca scientifica comunque declinata; meno opportuno ci sembra offrirne un ritratto anacronistico, impreciso e alterato, con riferimento alla sua ricerca spirituale e filosofica.
La invitiamo, comunque, a dimostrazione del fatto che molti dei suoi alti ideali collimano con i nostri, a leggersi i seguenti contributi, da Noi curati:
17 febbraio 2011: Omaggio a Giordano Bruno (clicca sopra per leggere)
17 febbraio 2012. Nel nome di Giordano Bruno e del suo esempio di sapienza, forza, bellezza spirituale, coraggio, dignità ed eroismo, GOD invita i Massoni Democrat & Liberal Euro-Atlantici e di tutta l’ecumene globale ad opporsi con decisione allo scempio dei valori democratici e liberali in Grecia e in Europa (clicca per leggere).
Senza contare che non ci era sfuggito un suo recente bell’articolo,
“Giustizia, libertà e laicità”, articolo del 22 gennaio 2012 by Maria Mantello per MICROMEGA (clicca per leggere),
che avevamo citato in
Massoni a confronto. Parte I: Mario Monti ed Ernesto Nathan (clicca per leggere).
I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO (www.grandeoriente-democratico.com)
[ Articolo del 16-20 febbraio 2013 ]