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Grande Oriente Democratico non plaude all’omicidio del Tiranno Gheddafi. I Dittatori e i Terroristi sanguinari non vanno uccisi, vanno processati, ascoltati (anche sulle complicità con i loro regimi e il loro terrore di chi poi si improvvisa giustiziere) e condannati alla prigione insieme ai fiancheggiatori, dopo aver documentato alla pubblica opinione i crimini di cui sono responsabili

 

 

 

 

I tanti Massoni italiani e stranieri che si riconoscono nelle posizioni di Grande Oriente Democratico (www.grandeoriente-democratico.com) e le cittadine e i cittadini che simpatizzano per il Movimento politico d’opinione Democrazia Radical Popolare (www.democraziaradicalpopolare.it ) sanno bene che, sull’intervento in Libia, sia GOD che DRP hanno insistito giorni e giorni - pubblicamente e privatamente, nelle sedi opportune - affinché avvenisse (nella primitiva resistenza e muro di gomma che il governo italiano e altri governi presenti all’ONU - con la solita pletora di pacifisti stolti - opponevano alla salvaguardia della popolazione insorta che le milizie del macellaio Gheddafi iniziavano a massacrare.
Una volta iniziato l’intervento, Noi di GOD avevamo pubblicato un contributo che richiamava le varie posizioni pubbliche assunte nel corso del tempo, appunto per contribuire a propiziarlo.
Quel contributo è:

Flash del 19 marzo 2011. Crisi in Libia: finalmente le democrazie occidentali intervengono. Accolte le tesi della Massoneria più progressista, libertaria, democratica e garibaldina. In Italia c'è Grande Oriente Democratico, ma altrove (USA e Francia soprattutto, con qualche luce che si inizia a vedere anche in Gran Bretagna) ci sono Fratelli Massoni di pari valore, coraggio e forza (accanto ai soliti tromboni conservatori, apatici, mossi solo da interessi tradizionalistici, antiquari o affaristici) (clicca sopra per leggere)

e, leggendolo, si troveranno anche i links agli altri articoli o editoriali precedenti, tutti coerentemente volti a mobilitare l’opinione pubblica e i vertici istituzionali euro-atlantici e mondiali nella direzione di un immediato ed efficace intervento che mettesse fine alla barbarica dittatura di Gheddafi e salvaguardasse il popolo libico dalle senili macellerie repressive di costui.
Successivamente, è tornato sulla questione il nostro leader Gioele Magaldi, con :

Editoriale del 30 marzo 2011: "Massoneria Libertaria e Vento di Democrazia nel Terzo Mondo e in Oriente, Medio ed Estremo..." (clicca sopra per leggere)

E ancora, ci sono tornate le amiche e gli amici di DRP con:

Libia 14 aprile 2011: basta con le ipocrisie che costano morti e macerie giornaliere. E' ora di un intervento sul territorio. I Servizi di Intelligence e i Corpi Speciali non bastano. Ci vogliono le truppe NATO o di PAESI VOLENTEROSI e anche in fretta. I "pacifisti" pistoleri della Lega Roberto Castelli e Francesco Speroni si dimettano da qualunque carica pubblica e si ritirino a vita privata (clicca per leggere).

Altri riferimenti, ad una vicenda che si è protratta in tutti questi mesi, sono rinvenibili in successivi testi da Noi pubblicati.

Orbene, con la morte odierna (20 ottobre 2011) di Gheddafi, da un lato è stato ottenuto quanto era auspicabile: cioè la liberazione della Libia dalla tirannide e dal suo massimo artefice, cui soltanto il nostro ineffabile Fratello Silvio Berlusconi - fra i capi occidentali di governo – poteva abbassarsi a baciare la mano, benché moltissimi politici e governanti italiani di destra e di sinistra avessero sempre civettato con il Rais di Tripoli (ragioni di Stato, si è sempre detto, interessi relativi al rifornimento energetico: ma perché, adesso che la Libia sarà un po’ più democratica, non si potranno fare egualmente buoni affari, se non migliori? Certo sarebbe stato meglio che l’Italia fosse stata la prima a difendere gli insorti di Bengasi, senza lasciare l’avanguardia a inglesi e francesi, ma di questo bisogna ringraziare Berluscon de Berlusconi, un altro Rais dalla vita (politica) agli sgoccioli, Allah concedente…)
D’altro canto, l’omicidio del Tiranno Mu’ammar Gheddafi, al pari di altre esecuzioni violente di dittatori e capi terroristi (da Benito Mussolini a Nicolae Ceausescu, a Saddam Hussein a Osama Bin Laden), ha il consueto puzzo di giustizia sommaria e soprattutto reticente rispetto alle molte cose interessanti - quanto a complicità e connivenze nel proprio regime - che il tiranno/terrorista di turno avrebbe potuto svelare all’opinione pubblica durante un regolare processo.
Per ciò che riguarda Benito Mussolini, ad esempio, ci giunge voce che Gioele Magaldi, nel suo libro di imminente uscita MASSONI. Società a responsabilità illimitata, racconterà le responsabilità di certa massoneria inglese nella frettolosa esecuzione del Duce del Fascismo, che con tali ambienti britannici aveva avuto pluriennali rapporti, sia prima che dopo l’ascesa al potere del suo regime autoritario.
Come nel caso di Mussolini, la pubblica opinione, gli storici e le generazioni future avrebbero avuto il diritto di conoscere dalla viva voce di N. Ceausescu, S. Hussein, O. Bin Laden e appunto M.Gheddafi non pochi retroscena inconfessabili di cui costoro furono protagonisti e testimoni di primo piano.
Invece, si continua nella barbara (e comoda) usanza di assassinare i tiranni, impedendo così di fare i conti seriamente con le complicità e le connivenze internazionali di cui costoro e i propri regimi hanno potuto godere per decenni.
Ecco perché Grande Oriente Democratico, una delle cui finalità è un’opera di de-mistificazione delle ragioni di stato più o meno occulte e degli interessi nazionali e sovra-nazionali più o meno oligarchici, illiberali e anti-democratici, non plaude al controproducente omicidio del Tiranno Gheddafi, così come non ha plaudito al più che ambiguo assassinio di quell’altro Macellaio Criminale di Osama Bin Laden, che sarebbe stato molto utile ascoltare sui retroscena dell’11 settembre 2001.
Ma, attenzione, perché questo giochino di tappare la bocca a despoti e/o terroristi scomodi per le loro potenziali rivelazioni ha delle pericolose contro-indicazioni.
Il giorno in cui venissero rivelate le ragioni più profonde e torbide di questi “omicidi di stato o sovra-stato”, nonché i loro mandanti effettivi, molte carriere verrebbero distrutte, molte poltrone rovesciate, molta gente incriminata presso tribunali penali nazionali o quello internazionale dell’Aja, molte memorie immacolate di illustri statisti già defunti macchiate irrimediabilmente.
Perciò, la prossima volta, magari con quell’altro Mascalzone Criminale di Bashar al-Asad che tiranneggia, opprime e massacra la popolazione siriana, si sia più accorti e, benché secondo alcuni Asad meriti di morire ammazzato ancora più di Gheddafi, lo si deponga e lo si porti davanti ad una Corte di Giustizia in grado di lumeggiare le tante questioni sporche e sporchissime di cui la Siria è crocevia sin dalla dittatura del cosiddetto “Leone di Damasco”, Hafiz al-Asad, durato al potere ininterrottamente dal 1971 al 2000, prima di cedere lo scettro al figlio Bashār.

 

I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO.

[ Articolo del 21 ottobre 2011 ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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