Speciale Elezioni GOI 2014. Aggiornamento del 9 marzo. L’elezione del Gran Maestro del groviglio armonioso di Siena e la mediocre e deludente articolessa su Massoneria italiana e dintorni di Gianfrancesco Turano per l’ESPRESSO
Facciamo seguito a quanto illustrato e sostenuto in
GOD e la relativa irrilevanza delle elezioni GOI del 2 marzo 2014 - raccontate da Gianni Barbacetto e Alberto Statera - rispetto ai circuiti massonici che davvero contano e influiscono in Italia e in Europa (clicca per leggere)
Speciale Elezioni GOI 2014. Quello che né Alberto Statera, né Gianni Barbacetto, né altri operatori mediatici vi hanno raccontato. Aggiornamento del 24 febbraio 2014 (clicca per leggere)
Speciale Elezioni GOI 2014. Aggiornamento del 1 marzo 2014. La Grande Flatulenza Cosmica di Casa Nathan, ultimo lascito tragicomico di Gustavo Raffi, e l’inconsistenza programmatica delle Liste Bisi, Magno e Bianchi. Alcune UR-LODGES neoaristocratiche spadroneggiano in Italia e in Europa, ma i media si gingillano ancora fra piduismo, raffismo e post-raffismo… (clicca per leggere),
e completiamo un certo tipo di ragionamento a margine delle Elezioni GOI 2014.
E’ stato eletto al primo turno quale nuovo Gran Maestro di Palazzo Giustiniani – come largamente prevedibile e previsto- il Fratello Stefano Bisi.
Si, proprio lui, quello che a partire da una famosa trasmissione di REPORT del 2013, ebbe a parlare del “groviglio armonioso di interessi di enti, associazioni e uomini operanti nel sistema senese”.
Non commentammo a suo tempo questa colorita ricostruzione di certi intrecci tra politica, associazioni, economia e attività bancaria in quel di Siena, perché, se letta in un certo modo, l’apologia del groviglio armonioso compiuta dal Fratello Bisi ha un senso ed è anche condivisibile (molto meglio quando il Monte dei Paschi era l’architrave della società e dell’economia locale – per di più sovrabbondante di filiali in tutta Italia- finanziando tutto il finanziabile, con ricadute positive per ogni attività, per l’occupazione e per lo stesso livello dei consumi e dei profitti privati, di quando, a partire dal 2012, il riassetto forzoso del Gruppo MPS ha comportato la soppressione di migliaia di posti di lavoro e la chiusura di svariate agenzie sul territorio italiano), mentre se si pensa che qualche manina sciagurata ha indirizzato MPS alla catastrofica acquisizione di Banca Antonveneta, lucrando privatamente in danno della banca senese e dell’interesse generale, con la connivenza degli organi di controllo (vero Fratello Draghi?), allora la prospettiva cambia.
Parimenti cambia, la prospettiva, se si pensa che quel “groviglio armonioso” ha prodotto anche altri piccoli e grandi casi di corruzione privata in danno della banca stessa e dei suoi bilanci.
Come che sia, di queste cose si sta occupando e si occuperà la magistratura competente.
Sul Fratello Stefano Bisi – tralasciando le frasi pittoresche sui grovigli armoniosi e secolari della sua città- vale quanto abbiamo detto in precedenti interventi: il programma della sua Lista era aria fritta in olio scadente…
Se poi il Gran Maestro Bisi si dimostrerà migliore del Presidente del Collegio dei Maestri Venerabili della Toscana che egli è stato dal 2007 al 2013, senza distinguersi particolarmente sullo sfondo del regime raffiano, ne saremo sicuramente lieti.
Certo, un piccolo moto di simpatia in più delle altre Liste la sua la poteva e la può anche suscitare.
Il motto scelto per auto-rappresentarsi era una bellissima frase di Eleanor Roosevelt:
“Il futuro appartiene a chi crede alla bellezza dei propri sogni”.
Questo abbiamo potuto apprezzarlo, essendo universalmente nota (anche a Bisi & Company) la grande considerazione di GOD per la libera muratrice Eleanor Roosevelt, moglie del libero muratore Franklin Delano Roosevelt, nipote del libero muratore Theodore Roosevelt e madre di diversi figli parimenti iniziati in Massoneria.
Inoltre, tra i vari futuri membri di Giunta consideriamo comunque di un certo pregio e spessore le figure di Sergio Rosso (Gran Maestro Aggiunto, benemerito presidente degli “Asili Notturni” di Torino che prendono la denominazione dal massone Umberto I di Savoia), di Santi Fedele (Gran Maestro Aggiunto, valido e autorevole studioso di storia contemporanea, professore ordinario all’Università di Messina), di Claudio Bonvecchio (Grande Oratore, docente universitario di materie filosofiche, politiche e sociali, ma anche studioso assai competente e apprezzato di tradizioni esoteriche), di Pasquale La Pesa (Secondo Gran Sorvegliante, stimato avvocato barese con articolate esperienze internazionali).
Quanto a Giovanni Esposito (Gran Tesoriere) e Antonio Seminario (Primo Gran Sorvegliante), c’è da augurarsi che nel nuovo corso “bisiano” sappiano operare in modo più proficuo per la Famiglia Massonica del GOI di quanto non abbiano fatto sotto il regime raffiano, nei rispettivi ruoli e territori di influenza.
In ogni caso, GOD non ha pregiudizi verso nessuno e se il nuovo Gran Maestro Stefano Bisi con la sua nuova Giunta sapranno emendare i peggiori lasciti del raffismo e convertire da retorica in pratica alcune suggestioni progressiste che il primo Gustavo Raffi aveva saputo evocare nel dibattito interno a Palazzo Giustiniani, saremo i primi a riconoscere e a lodare un simile “New Deal”.
Se invece tutto rimarrà come sotto il reggimento quindicennale dell’ormai ex Gran Maestro ravennate – o le cose andranno persino peggio- allora GOD sarà parimenti in prima fila per denunciarlo alla pubblica opinione.
Una cosa è certa: se il GOI del nuovo quinquennio 2014-2019 non vuole galleggiare nella mediocrità e nel velleitarismo, occorrono grandi riforme nella gestione interna e nella prospezione esterna, avendo cura di inserire a pieno titolo il GOI nei nuovi circuiti progressisti della Libera Muratoria internazionale, schierata in prima linea contro l’egemonia delle UR-LODGES sovranazionali conservatrici e reazionarie, le quali controllano attualmente (ma non è scontato che debba essere così per sempre) le principali società paramassoniche mondialiste.
In bocca al lupo e buon lavoro a tutti, comunque, con il consueto TFA.
Veniamo ora alla mediocre e molto deludente articolessa di Gianfrancesco Turano su Massoneria italiana e dintorni, pubblicata alle pagine 40-44 de l’ESPRESSO con scadenza 13 marzo 2014 (titolo: “Nel cuore del Grande Oriente”) e rilanciata da DAGOSPIA in
“BISI E RISI – DOPO RAFFI, IL VICEDIRETTORE DEL CORRIERE DI SIENA E AMICO DI MUSSARI, STEFANO BISI, È IL NUOVO CAPO DEL GRANDE ORIENTE D’ITALIA: ‘QUANDO MI SONO AFFILIATO SI ANDAVA ALLE RIUNIONI ALLA CHETICHELLA, OGGI CON LA CRISI DELLA POLITICA DOVE ALTRO DOVREBBE ANDARE UN GIOVANE?”, pezzo per DAGOSPIA del 7 marzo 2013 (clicca per leggere).
Ebbene, alcuni giorni prima della stesura di questo modestissimo articolo-servizio (per la precisione, in data giovedi 27 febbraio 2014) il giornalista Gianfrancesco Turano telefona al nostro leader e Gran Maestro Gioele Magaldi.
Gli espone la sua esigenza ed urgenza (propone al nostro GM di vedersi addirittura l’indomani, il venerdì 28 febbraio) di parlare insieme, onde avere lumi su “GOI, Massoneria, etc.”.
Il Fratello Magaldi fa presente al giornalista Turano che egli è disponibile a un incontro e a un colloquio (da posticipare però a lunedì 3 marzo), soltanto se i suoi ragionamenti saranno riportati con onestà e correttezza e se l’articolo/servizio che si intende pubblicare per l’ESPRESSO non si occuperà esclusivamente delle questioni di basso profilo inerenti le Elezioni nel GOI di Palazzo Giustiniani, ma spazierà anche sul piano della Libera Muratoria sovranazionale che oggi conta in Italia, in Europa e nel Mondo più di qualunque Comunione nazionale di tipo tradizionale. Il giornalista Gianfrancesco Turano, a questo punto, rassicura il nostro Gran Maestro Magaldi sulle proprie competenze (egli, dice, è pienamente consapevole di dover mettere a fuoco la Massoneria italiana ponendola in comparazione critica con le dinamiche massoniche internazionali e sovranazionali, e anzi proprio per questo si è rivolto al leader di GOD, Gioele Magaldi, essendo anche un lettore attento dei contenuti pubblicati quotidianamente su www.grandeoriente-democratico.com). Rassicurato sul punto, il Fratello Magaldi concorda con Turano un appuntamento telefonico per lunedì 3 marzo, entro le ore 10, onde definire un successivo incontro mattutino o pomeridiano nel corso della stessa giornata.
Lunedi 3 marzo il giornalista Gianfrancesco Turano non telefona al Gran Maestro Magaldi.
E non lo fa neanche nei giorni successivi, quantomeno per comunicare – all’insegna della buona educazione e della correttezza comunicativo/relazionale- la propria inopinata decisione di non effettuare più quel colloquio che giovedì 27 febbraio sembrava così urgente e importante.
Quindi, venerdì 7 marzo 2014 esce in edicola il numero 10, anno LX de l’ESPRESSO.
Alle pagine da 40 a 44 l’articolessa di Gianfrancesco Turano, riprodotta in
“BISI E RISI – DOPO RAFFI, IL VICEDIRETTORE DEL CORRIERE DI SIENA E AMICO DI MUSSARI, STEFANO BISI, È IL NUOVO CAPO DEL GRANDE ORIENTE D’ITALIA: ‘QUANDO MI SONO AFFILIATO SI ANDAVA ALLE RIUNIONI ALLA CHETICHELLA, OGGI CON LA CRISI DELLA POLITICA DOVE ALTRO DOVREBBE ANDARE UN GIOVANE?”, pezzo per DAGOSPIA del 7 marzo 2013 (clicca per leggere).
Un’articolessa turgida di inesattezze e priva proprio di quei contenuti ariosi e rilevanti, a proposito dei quali Turano aveva chiesto con insistenza e urgenza lumi al Fratello Magaldi.
Cosa è successo?
Qualcuno della Redazione o della Direzione de l’ESPRESSO ha intimato/consigliato al diligente e obbediente giornalista Gianfrancesco Turano di evitare “come la morte” il “pericoloso” Gran Maestro Magaldi, un massone senza peli sulla lingua, con una visione nitida e documentata delle reali dinamiche del potere nel mondo contemporaneo e del ruolo egemone che su tali dinamiche esercitano le aristocrazie massoniche sovranazionali (UR-LODGES e altre logge d’eccellenza dei circuiti tradizionali)?
Qualcuno ha fatto presente a Turano che magari Magaldi avrebbe potuto ricordare, en passant, che anche il Fratello Carlo De Benedetti- proveniente prima dalla Gran Loggia d’Italia degli ALAM, nota anche come Obbedienza di “Piazza del Gesù o di Palazzo Vitelleschi”- lavorò come Maestro Libero Muratore nel GOI dal 1975 al 1982, passando poi ad altri cenacoli massonici sovranazionali…?
Che cosa sarebbe importato a Turano di questo accenno al Fratello De Benedetti?
Bè, è noto come il massone Carlo De Benedetti (al pari di tanti altri confratelli) abbia spesso glissato e minimizzato sulla propria cifra latomistica, mentre riviste e giornali del Gruppo Editoriale l’Espresso S.p.A. (di cui De Benedetti è azionista maggioritario e presidente) si siano sempre particolarmente sbizzarriti nel concionare intorno a piduismi vari e affiliazioni massoniche altrui, omettendo di rammentare (cosa della quale dovrebbe piuttosto andare fiero, invece di minimizzare e glissare) gli svariati grembiulini cinti dal proprio editore.
Quindi, se Turano fosse un giornalista dalla schiena non troppo dritta e magari con lui lo fosse anche il suo direttore Bruno Manfellotto, magari entrambi potrebbero aver temuto che Magaldi citasse nel corso del suo colloquio i vari intrecci che collegano l’aspirante massone Matteo Renzi ai suoi sponsor massonici…, a sponsor massonici attivi anche sul piano sovranazionale, come Carlo De Benedetti, ad esempio… e magari potrebbero aver temuto che Magaldi pretendesse di non essere censurato su questa e su altre simili illustrazioni che chiamano in causa l’aristocrazia massonica euro-atlantica, ben altra cosa dai provincialismi latomistici inerenti l’inaugurazione di “Casa Nathan” a Roma o la disputa di una Gran Maestranza che conta infinitamente meno del controllo anche di una sola UR-LODGE europea.
Comunque, soltanto Turano conosce la risposta a questi nostri quesiti, di qualche interesse anche per la pubblica opinione in genere.
Per parte nostra, ci limitiamo a considerare che:
l’articolo di Turano dedica quasi tutta pagina 41 (la 40 è occupata da un’immagine di un orribile tempio interno a Casa Nathan (più brutto, squallido e freddo non potevano realizzarlo…complimenti!) a cazzeggiare intorno alla patetica e dimessa (Magaldi glielo aveva preannunciato) inaugurazione del “nuovo centro polifunzionale massonico” realizzato (male) nell’ex cinema Belsito. Turano confonde anche la presenza all’evento di Gabriele La Porta (classe 1945, noto scrittore e giornalista RAI ormai in pensione, già direttore di RAI 2 e studioso e divulgatore di tematiche esoteriche) con quella (riteniamo inesistente) di Filippo La Porta (classe 1952, giornalista, saggista e critico letterario).
A pagina 42 Turano riporta alcune insignificanti battute del candidato (perdente) alla Gran Maestranza, Fratello Silverio Magno, condite dalla solita- trita e ritrita – giaculatoria sugli emolumenti giudicati eccessivi per la carica di GM, sul meeting di Rimini troppo mondano e profano, e così via.
Poi Turano non perde l’occasione di ostentare una clamorosa impreparazione persino nel campo circoscritto della storia del GOI e della Massoneria italiana (e meno male che con Magaldi si era vantato di essere attento non solo alla dimensione peninsulare ma anche a quella internazionale della Libera Muratoria…).
Scrive infatti Turano:
“A differenza della gestione precedente, quando il cagliaritano Armandino Corona pensava più che altro a salvare il Goi dai contraccolpi dello scandalo P2, con Raffi i fratelli sono stati obbligati a una frequentazione regolare della loggia e al pagamento puntuale della quota annua di base (400 euro), pena l'esclusione dai piedilista dell'associazione. Di soli contributi ordinari, il Goi incassa circa 10 milioni di euro l'anno, escluse le capitazioni straordinarie e le donazioni. E se il conto economico è florido, lo stato patrimoniale non è da meno.”
Turano caro, gestione precedente a quella di Raffi la Gran Maestranza di Armando Corona?
Ma chi ti ha incaricato di parlare di argomenti massonici?
Armando Corona è stato Gran Maestro dal 1982 al 1990.
Prima che giungesse Gustavo Raffi al massimo scranno di Palazzo Giustiniani, hanno presieduto il GOI Giuliano di Bernardo (dal 1990 al 1993), Eraldo Ghinoi (dal maggio al dicembre 1993), Virgilio Gaito (dal 1993 al 1999).
Due meno meno in storia della Massoneria italiana.
Che diventa zero assoluto in questa materia e un’insufficienza piena anche in storia politica e sociale, quando Turano scrive che Armandino Corona “pensava più che altro a salvare il GOI dai contraccolpi dello scandalo P2”.
In realtà, la Gran Maestranza di Corona fu un momento di sostanziosa espansione e consolidamento del GOI, su tutti i fronti.
Il Fratello Corona fu il grande accusatore di Licio Gelli sul piano strettamente massonico, in qualità di Presidente della Corte Centrale GOI. E insieme ai suoi amici e compagni di Partito Repubblicano, il Fratello Giovanni Spadolini (all’epoca Presidente del Consiglio) e il Fratello Paolo Ungari (insigne giurista, intellettuale e politico), predispose il testo della cosiddetta Legge Anselmi del 25 gennaio 1982 sulle associazioni segrete
Una volta divenuto Gran Maestro (a partire dal marzo 1982), Corona si trovò a gestire una grande affluenza di vecchi e nuovi iniziati eccellenti nelle logge del GOI, ereditando personalmente il ruolo che era stato di Licio Gelli (mai divenuto GM). Quest’ultimo, infatti,, era ormai stato messo in grave difficoltà dallo “scandalo P2” esploso nel marzo 1981. Uno scandalo artificioso e ipocrita, propiziato anche per iniziativa di un altro massone di peso come Giancarlo Elia Valori…
Nel 1985 Corona vede diventare Presidente della Repubblica il suo amico Francesco Cossiga.
E durante tutti gli anni ’80, il Fratello Berlusconi già formatosi nella seconda metà degli anni ’70 presso Licio Gelli e sodali, completa il suo percorso massonico proprio alla corte di Armando Corona, in un contesto nel quale lo stesso Cossiga, Corona, Berlusconi, Flavio Carboni, Giuseppe Pisanu ed altri costituivano un’allegra comitiva di fratelli massoni e affini, spesso accomunati da comuni interessi e affari di carattere politico ed economico.
Altro che un Armandino Corona sulla difensiva e preoccupato più che altro di “salvare il GOI dai contraccolpi dello scandalo P2”, come fantastica Gianfrancesco Turano…: il GM sardo e i suoi collaboratori furono al contrario dei players molto influenti, rispettati, temuti e attivi sul palcoscenico italiano ed extra-italiano.
Dopo gli strafalcioni su Corona e dintorni, Turano si cimenta sulla solita tiritera relativa alle società Urbs e Augusta 2002 che detengono alcune proprietà immobiliari del GOI, poi su Villa Medici del Vascello e su altre quisquilie consimili che da anni riempiono noiosamente le cronache giornalistiche relative a Palazzo Giustiniani.
Si passa infine, da pagina 43 a pagina 44, a tutto un campionario di soporifere analisi contabili relative ai fratelli massoni del GOI votanti nelle varie regioni italiane, a qualche dichiarazione fra le più banali e insignificanti attribuibili al neoeletto GM Stefano Bisi, alle solite presunte e generiche commistioni tra ‘ndrangheta e massoneria in Calabria, ad accenni stantii e logori relativi al solito Enzo Viani e all’altrettanto solito Denis Verdini, all’ennesima citazione della Legge Anselmi e ad un armamentario di sciocchezze irrilevanti che avranno nel frattempo indotto il lettore ad appisolarsi e/o a gettare alle ortiche la rivista l’ESPRESSO, ripromettendosi di mai più comprarla…
Impreziosisce il tutto la citazione di un pensamento del Fratello Aldo Mola (che il povero Turano, ignorante come pochi altri di cose massoniche e probabilmente sviato dallo stesso libero muratore piemontese- che talora ama sviare i suoi interlocutori meno intimi, dissimulando la sua affiliazione di vecchia data- definisce erroneamente come un “profano”), il quale dice:
«L'infiltrazione mafiosa ha colpito tutte le organizzazioni associative e tutte le categorie: partiti, clero, finanza, magistratura. È ingeneroso bollare d'infamia la sola massoneria che, al contrario, è la rete di sicurezza dello Stato quando i partiti e le istituzioni scricchiolano»
Abbiamo grande stima, simpatia e considerazione per il Fratello Mola, ma sarebbe stato più sensato citarne qualche ragionamento un po’ più interessante e sottile, invece di dare risalto a conclusioni degne di un qualunque imitatore di Monsieur de La Palice…
In conclusione, l’articolessa di Gianfrancesco Turano ci è sembrata davvero sciatta, mediocre e deludente, niente affatto in grado di analizzare e raccontare il fenomeno Massoneria, tanto con riferimento alla situazione italiana (fotografata con la stessa perspicacia di chi volesse raffigurare la città di Roma dipingendo degli scorci della Borgata Finocchio invece che soffermandosi sul Colosseo, su Piazza di Spagna o su Fontana di Trevi…), quanto per quel che riguarda la situazione internazionale con ricadute sulla Penisola (un argomento scientemente omesso dal servizio).
Complimenti vivissimi a Turano, al suo caposervizio, al suo caporedattore e al direttore Bruno Manfellotto: poi però non vi lamentate se perdete lettori e se gli italiani continuano a non capire nulla di Libera Muratoria…
Oppure il vostro obiettivo (e quello del vostro editore, il Fratello Carlo De Benedetti) è proprio questo?
Cioè lasciare i cittadini-lettori medi nella più profonda ignoranza e confusione a proposito di logge e grembiulini?
I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO (www.grandeoriente-democratico.com)
[ Articolo del 5-9 marzo 2014 ]