La Nuova Inquisizione Massonica: ma le Istituzioni democratiche e i radicali lo sanno?
Che da diversi anni, all’interno del Grande Oriente d’Italia guidato dal laico, sedicente democratico Fr. Gustavo Raffi, sia operante una Nuova (ed inedita) forma di Inquisizione è cosa nota a tutti coloro che sono incappati nelle sue “maglie” (ed anche a coloro che tale In-Giustizia Massonica applicano, compiaciuti di terrorizzare i malcapitati che vengono trascinati nei suoi tribunali e di ‘defenestrare’ con condanne all’espulsione quei Fratelli, novelli esprits forts, che siano indisponibili all’abiura, al pentimento, all’autodafé ).
Fino a pochi mesi fa, il Bollettino Telematico “Fratel Pasquino” e il sito anonimo “Grande Oriente Libero”, pubblicavano periodicamente un elenco aggiornato di tutti quei Fratelli (anche moderatamente dissenzienti rispetto al ‘regime raffiano’) che erano stati raggiunti strumentalmente da una valanga di Tavole d’accusa (lo strumento ‘principe’ e abusato di questi “seguaci moderni” di Torquemada, in origine un’ atto di cui si faceva uso con grande parsimonia).
E tale è stata ed è la protervia di questa novella (e francamente sorprendente, visto che è nata all’interno di una Istituzione Libero-Muratoria) Inquisizione che essa non si è vergognata e non si vergogna di comminare la “pena capitale” (l’espulsione dall’Ordine: pena massima, un tempo riservata solo a chi rubava o veniva condannato in via definitiva dalla Magistratura per reati di rilevanza penale) in rapporto a “reati d’opinione”, a “critiche di uomini liberi rivolte a loro pari”(e non a Sovrani o Ierofanti di semi-divina natura), con un’idea singolare (e molto poco “repubblicana”, Caro Gustavo…) di “lesa maestà”, che viene applicata a qualsivoglia contraddittorio nei confronti del Maestro Venerabile o del Gran Dignitario di turno…
In tanti ricorderanno la triste storia di quel Fratello (peraltro un fratello anziano, 33°grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato) che si vide comminare da un Tribunale Circoscrizionale una pena media (mi sembra una censura semplice) per aver scritto al Gran Segretario Giuseppe Abramo che “non intendeva intrattenersi più in rapporti epistolari con lui” (pressappoco). Ebbene, il Gran Segretario fece “fuoco e fiamme” e indusse il Grande Oratore ad impugnare questa Sentenza di condanna in primo grado (già di per sé vergognosa per persone che si definiscono “liberi muratori”) presso la Corte Centrale (secondo grado di giudizio), che comminò al malcapitato, incredulo e anziano Fratello ‘scozzese’ la condanna all’espulsione.
Naturalmente, un Tribunale Civile della Repubblica italiana provvide poi ad annullare questa incredibile “condanna inquisitoria”, ma questa squallida vicenda, a Nostro Parere, grida vendetta di fronte alla coscienza di qualunque “uomo libero e di buoni costumi”.
Parimenti, non ce la facciamo a non indignarci (chi perde la capacità di “indignarsi” di fronte a cose di questo tipo è come se perdesse lentamente un po’ della sua ‘anima’…) di fronte ad accadimenti come quelli descritti dal Fratello Delfo Del Bino, nel suo intervento scritto intitolato “A questo siamo ridotti…”, riportato recentemente sul sito “goiseven.it” (www.goiseven.it ).
Delfo Del Bino (classe 1923) è un Fratello di altissimo spessore massonico, uno dei protagonisti della storia del Grande Oriente d’Italia nel Dopoguerra e,ancora adesso, a 87 anni suonati, una delle menti più lucide e degli animi più integri che la nostra Famiglia massonica possa vantare tra le sue fila.
Già Primo Gran Sorvegliante durante la Gran Maestranza di Armando Corona (1982-1990), anche di recente non ha mai cessato di spendersi coraggiosamente in tutte le iniziative che potessero preservare Legalità e Onore al Grande Oriente d’Italia.
Orbene, sentiamo cosa dice Delfo Del Bino:
“Riporto qui quanto ho potuto dedurre. Purtroppo non fantasia, ma fatti realmente avvenuti. Non volevo rassegnarmi a credere fosse vero: dovremo presto dimenticare l’Uomo Libero e di buoni costumi della Tradizione massonica per adattarci al cupo odor di caserma ove la ragione e il buon senso sono banditi e costretti a lasciare il passo al feticciato dei grembiuli verdi.
Nella seduta del Consiglio dell’Ordine di domenica 13 dicembre 2009 tenutosi a Firenze, è accaduto un fatto inaudito: i Fratelli Consiglieri A. e B. (ometto i cognomi per rispettare un loro diritto) per oltre due ore sono stati inquisiti dai fratelli consiglieri dell’Ordine, invitati a una severa “autocritica” e a ritrattare la loro personale adesione alla causa civile inoltrata per chiedere la conferma della illegittimità della candidatura Raffi nella ultima tornata elettorale per il rinnovo delle cariche nazionali.
Non volevo crederci, ma così si è svolta la riunione: un episodio degno della Santa Inquisizione, nel quale gli inquisitori, ahinoi! erano coloro che usano vantarsi di essere gli eredi morali di Giordano Bruno “abbruciato” in Campo de’ Fiori per aver difeso il proprio diritto a restare un uomo libero. Non so se i ricordati fratelli riusciranno a evitare il “rogo”, debbo tuttavia sottolineare che di un tale scandaloso spettacolo nei tempi moderni si ha riscontro soltanto nella autoestintasi Unione Sovietica.
Vorrei che tutto ciò non fosse avvenuto: fatti di tale gravità imporrebbero una seria riflessione sullo stato attuale della fraternità massonica del Grande Oriente d’Italia. E’ doloroso essere costretti a prendere atto di uno stato di grave dissesto morale in cui essa verserebbe.
Senza una autorevole smentita diverrebbero obbligatorie alcune conclusioni: un Consiglio dell’Ordine che tiene una seduta a carattere inquisitorio per obbligare alcuni suoi componenti a modificare le proprie opinioni critiche e a recedere dalle proprie iniziative circa la dubbia legittimità delle recenti elezioni; un Consiglio dell’Ordine nel quale solo alcuni membri avvertono la gravità di quanto sta accadendo e nessuno trova il coraggio di fermare l’abuso che si sta commettendo, vero e proprio “reato” di lesa Libertà compiuto in dispregio dei più elementari principi massonici e in danno palese d’immagine della massoneria del Grande Oriente d’Italia; un Consiglio dell’Ordine come questo, non ha più alcun serio motivo per esistere.
Qual è il motivo dell’atteggiamento inquisitorio del Consiglio dell’Ordine verso i due consiglieri? L’aver fatto ricorso alla Giustizia profana per risolvere un caso di Giustizia massonica […] Un ricorso indispensabile dal momento che le regole costituzionali della Giustizia Massonica non prevedono un ulteriore grado di giudizio, sicché la sentenza della Corte Centrale non risulta diversamente appellabile […]” (Delfo Del Bino, A questo siamo ridotti… pubblicato dal sito “goiseven”, www.goiseven.it )
Su questa sorprendente e inquietante deriva illegale e anti-costituzionale (sia nel senso di essere contro la Costituzione del G.O.I.-vedi punto VIII dell’Identità del Grande Oriente d’Italia, gli artt. 2, 4 e 9 della Costituzione stessa e persino il testo della “Promessa solenne” che viene fatta fare al ‘recipiendario’ nel momento del suo ingresso come apprendista- sia nel senso di essere contro la Costituzione della Repubblica italiana e contro le leggi dello stato che tutelano il ricorso alla Magistratura civile) di diversi “organi di controllo” interni al Grande Oriente d’Italia sarà possibile farsi un’idea anche andando sul link di questo Sito, denominato: Commenti alla Relazione Morale 2010 .
In questa sede, ci limiteremo ad annunciare che , di seguito, ospiteremo volentieri notizie, racconti, documenti ed elenchi di casi (ordinari o particolarmente eclatanti) di “In-Giustizia Massonica” e “Santa Inquisizione Libero-Muratoria” gentilmente offerti dalla premiata ditta “Gustavo Raffi & Giuseppe Abramo”, con la connivenza e la complicità di tutti quegli organi di governo e controllo del G.O.I. che si siano dimenticati di essere gli “eredi morali” di Giordano Bruno e Tommaso Crudeli (insieme a molti altri “eretici” e liberi pensatori).
Se volete segnalarci tali notizie, racconti, documenti o elenchi relativi ai molti inquisiti degli ultimi anni (e dei giorni, settimane e mesi che seguiranno, prima che tali pratiche inquisitorie vengano definitivamente bandite): potete scrivere a:
info@grandeoriente-democratico.com
Peraltro, occorre rilevare come le varie Istituzioni democratiche della Repubblica italiana presso le quali l’Ill.mo Gran Maestro Fr. Gustavo Raffi tenta instancabilmente di accreditarsi come interlocutore degno e affidabile, in qualità di massimo rappresentante di una Istituzione votata alla difesa della libertà e della democrazia, finora siano state poco informate di quali siano le reali metodologie di governo e lo spirito (illiberale e dispotico) che ad esse sovraintende, nella concreta gestione raffiana del Grande Oriente d’Italia.
Ebbene, se finora tali Istituzioni repubblicane sono state “poco informate”, vorrà dire che da adesso in poi ci penseremo Noi di “Grande Oriente Democratico” ad informarle.
E analoga opera di ‘demistificazione’ e chiarezza informativa faremo presso quei soggetti politici particolari-come ad esempio alcuni esponenti del milieu radicale italiano (vedi, tra gli altri, un Massimo Bordin, ottimo direttore di Radio Radicale o un Massimo Teodori, già leggendario deputato radicale della prima ora, lucidissimo intellettuale laico nel bel mezzo della deriva ‘clericale’ che da anni ha investito il Paese)- che talora presenziano a lodevoli iniziative culturali (di facciata, tese strumentalmente a coprire il vero volto di “Gustavo Raffi/Dorian Gray”) promosse dal Grande Oriente d’Italia.