Il XX settembre 2011, Forza Nuova e il Trasformismo di Gustavo Raffi. Finti scontri tra camerati, l’etica delle parole belle ma vuote e l’anti-berlusconismo infingardo e manieristico.
Procediamo con ordine.
In data 16 settembre 2011, Agenzia Parlamentare (un’agenzia di stampa per l’informazione politica ed economica, come recita la sua sigla) diramava il seguente comunicato:
(AGENPARL) - Roma, 16 set - Il prossimo 20 settembre, in occasione dell’anniversario della Presa di Roma, Forza Nuova manifesterà in un luogo simbolo del risorgimento filo massonico italiano, il Gianicolo, contro la massoneria, definita cancro d’Europa. "Quest’anno, 150° anniversario dell’Unità d’Italia, la massoneria ha festeggiato e gongolato in tutta Italia per il risultato ottenuto in quel non molto lontano 1861. Con orgoglio hanno rivendicato il ruolo svolto nel rovesciare il legittimo governo borbonico nel Regno delle due Sicilie, che portò alla depredazione delle regioni del nostro meridione. Con ancor maggiore orgoglio hanno rivendicato la conquista di Roma a scapito della Chiesa Cattolica da sempre nemica principale della massoneria, illuminata e relativista".“Crediamo sia dunque doveroso per chi, come noi di Forza Nuova, ha posto come uno dei suoi punti fondanti la lotta alla massoneria e alle sette segrete, manifestare in questi giorno e luogo simbolici contro questo vero e proprio cancro della nostra Europa che nei secoli ha corroso e indebolito l’identità e la tradizione dei nostri popoli.” “Non è la prima e non sarà l’ultima iniziativa che Forza Nuova mette in atto per informare la gente sul vero scopo di queste “organizzazioni filantropiche” e per contrastarne l’espansione.” “Diamo appuntamento a tutti per martedì 20 settembre alle 16,00 al Gianicolo” (vedi su www.agenparl.it )
Solo un giorno dopo, il Gran Maestro (illegittimo ma intronato come tale) del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, Gustavo Raffi, in occasione dell’inaugurazione dell’anno massonico a Villa Medici del Vascello, si esprimeva con le seguenti, edificanti parole, rilanciate poi da qualche agenzia di stampa:
Gran Maestro Raffi: "Laicità e impegno solidale, un cantiere di proposte per l'Italia”
Basta privilegi e pensiero unico, serve un Nuovo Patto di Fratellanza per uscire dal declino
"Oggi al nostro Paese non serve una scorciatoia demagogica e populista ma una chiara presa di posizione contro ogni pensiero unico, ogni trasformismo e apatia. Bisogna inaugurare una stagione di pensiero autenticamente democratico e liberale, laico e solidale. Vogliamo allestire un cantiere di riflessione e di proposte per la Nazione, ponendo le basi per un cambiamento possibile". E' quanto afferma il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, Gustavo Raffi, nel suo intervento a Villa Il Vascello, a Roma, per la ricorrenza dell'Equinozio di Autunno e del XX Settembre nel parco della sede nazionale di Palazzo Giustiniani, indicando l'impegno dei 21.310 iscritti all'Obbedienza.
"Il nostro compito – spiega Raffi – è la conoscenza e la ricerca profonda. E' l'eresia del pensiero libero contro la logica del gregge. E' la lotta contro il male più insidioso del nostro tempo: l'incertezza. Basta con le lamentele e il piangersi addosso: ci vogliono risposte. E' il momento di curare – rimarca il Gran Maestro del Grande Oriente - non di dare spazio alle vuote parole di uomini e di caste privilegiate che hanno finito il loro tempo. In nome di questo comune sentire, è necessario un Nuovo Patto di Fratellanza, capace di farci uscire dalle secche del declino economico e morale in cui ci sentiamo arenati".
"La laicità – rivendica il Gran Maestro di Palazzo Giustiniani - non ha esaurito la sua missione, facendosi sostituire dall'economia e dalla finanza. Esiste, e deve rafforzarsi, una libertà laica che è la conquista migliore dell'Italia Unita. E che deve diventare il collante etico della vita sociale e politica. Siamo contro una religione-immagine e una politica fiction che, rinunciando a capire la storia, si è preclusa la possibilità di produrre futuro per trasformarsi nel potere dei sondaggi e nell'amministrazione dell'esistente, senza essere in grado di disegnare un destino comune".
"Per questo – ragiona il Gran Maestro Raffi - l'antica capacità di dubitare dei Liberi Muratori, che non appartengono a nessuno, è un punto di partenza per costruire un futuro. Non possiamo vivere nelle 'case' del Grande Fratello ma vogliamo curare i 'crampi' della democrazia, dando risposte ai giovani, rilanciando la scuola pubblica, la cultura e il Sud, e offrendo un terreno di confronto a tutti coloro che cercano lavoro e diritti. I Padri della Patria – conclude Raffi - ci hanno insegnato ad amare la nostra terra e ad abitarne la speranza. Ne abbiamo raccolto la lezione di libertà, verità e laicità. Noi non stiamo fermi. Non vogliamo stare fermi. Non staremo fermi".
Roma, Villa il Vascello, 17 settembre 2011
A tali parole facevano seguito, in successione tra 19 e 20 settembre 2011, due lanci della stessa Agenzia Parlamentare che il 16 settembre aveva notiziato l’aggressiva iniziativa di Forza Nuova in contrapposizione alla massoneria, definita “cancro d’Europa”.
E cioè:
(AgenParl) Il GOI a Porta Pia
Nel 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia, il Grande Oriente d'Italia-Palazzo Giustiniani celebra domani a Porta Pia, alle 10,30, l'anniversario del XX Settembre. Il Gran Maestro, Gustavo Raffi, e una rappresentanza delle Logge del Grande Oriente, commemoreranno l'anniversario dell'annessione di Roma al Regno d'Italia, che decretò la fine dello Stato Pontificio e del potere temporale dei Papi.
Al termine, al Gianicolo, il Gran Maestro deporrà una corona di alloro al monumento equestre dedicato a Giuseppe Garibaldi.
più una estesa raccolta di articoli celebrativi dell’evento del 20 settembre, per i quali si rimanda al sito ufficiale del GOI (www.grandeoriente.it ), nella Sezione Rassegna Stampa con il titolo: “(AgenParl) 150 anni: Il Grande Oriente d’Italia celebra il 20 settembre”.
Inoltre, da ammirare il testo dell’ufficiale manifestino celebrativo per il XX settembre, in primo piano sul sito ufficiale del GOI, dal titolo: “Venti Settembre Duemilaundici” (vedi www.grandeoriente.it ).
A ciò, per chi ama il gusto retrò del culto dei morti, molto in voga specie presso quei vivi che non hanno nulla da dare al proprio tempo salvo vane ciance e celebrazioni di santini, si aggiunga la lettura del seguente documento, sempre pubblicato sul sito GOI (www.grandeoriente.it ) in data 21 settembre 2011:
"Dove lo troviamo uno come Nathan, oggi? Un uomo orgoglioso di servire il popolo, contro ogni potere esterno. La sua lezione di moralità e buongoverno serve ancora oggi all'Italia". E' nelle parole di Massimo Teodori il filo conduttore del talk show 'Ernesto Nathan e l'Unità d'Italia. Patriottismo, laicismo, buongoverno', a cura dello stesso storico e politologo, che si è tenuto a Villa il Vascello, a Roma, sede del Grande Oriente d'Italia, nell'ambito delle iniziative per i 150 anni dell'Unità d'Italia che l'Obbedienza di Palazzo Giustiniani, guidata dal Gran Maestro, Gustavo Raffi, promuove in tutta Italia per contribuire a riscoprire il senso dell'identità e lanciare "nuovo Patto di Fratellanza contro il declino del Paese".
Sul palco tricolore, dopo l'inno di Mameli e l'applauso al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, mentre scorrevano sul maxischermo immagini dello storico sindaco di Roma, Ernesto Nathan, a dare inizio ai lavori, seguiti da centinaia di partecipanti, è stato Teodori, che nei suoi interventi ha sottolineato il ruolo della Massoneria, che "fu l'intelaiatura dell'Unità italiana. Non si può fare storia del Risorgimento -ha rimarcato- senza fare la storia della Massoneria italiana". "L'ebreo straniero, mazziniano, radicale e massone, come spregiativamente era chiamato Nathan dai reazionari e clericali -ha proseguito Teodori- univa la ricchezza spirituale del pensatore, l'etica responsabile dell'amministratore della cosa pubblica, e lo slancio del politico di classe, liberale, democratico e riformatore. In un paese in crisi materiale morale, ricordiamo un personaggio, Ernesto Nathan, che è bel Pantheon della 'bella Italia'. Un interprete della storia unitaria, ma anche un esempio dei doveri dell'uomo, esponente di quel laicismo che ha ricongiunto l'Italia all'Europa civile, nata sui diritti dell'uomo. Ha dato il volto moderno a Roma, esempio di buon governo, ed è stato orgogliosamente Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia". Nathan, autore del pamphlet 'Il dovere presente', pubblicato nel 1895, è per Teodori radice di "un percorso contro corruzione e una politica che mira a gestire l'esistente, un richiamo alla moralità oltre le gradazioni di partito. Per lui il laicismo fu un'opzione di vita".
Valerio Zanone, presidente del Comitato scientifico del Grande Oriente per le celebrazioni del centocinquantenario dell'Unità d'Italia, ha sottolineato l'importanza di Nathan, "eccezionale figura per contrappasso: fra 'i romani de Roma', un uomo nato a Londra diventa sindaco, nella Roma papale opera e fa scuola un ebreo e mazziniano. Un esempio di politica nuova, che disegna la municipalizzazione e il risanamento dei vecchi quartieri, tra i quali Testaccio. La politica comunale affrontava i due problemi eterni dell'amministrazione capitolina, il bilancio e l'urbanistica. E' sua -ricorda l'ex senatore liberale- la celebre frase 'non c'è trippa per gatti', a commento della decisione di non ricorrere alle risorse del comune per nutrire i felini, la dice lunga sulla statura di un uomo che amministrò in nome del popolo e con coscienza sociale aprì scuole e avviò riforme". Nadia Ciani, storica e saggista, autrice di 'Da Mazzini al Campidoglio: vita di Ernesto Nathan', ha invece ripercorso la storia del 'sindaco straniero', nato a Londra da padre ebreo di origini tedesche e da madre italiana, Sarina Levi, che "ha inculcato in Ernesto la fede negli ideali di Mazzini". Di Nathan massone, eletto nel 1895 Ernesto Gran maestro del Grande Oriente, ha parlato Fulvio Conti, storico dell'Università di Firenze, autore della 'Storia della Massoneria italiana'. "Nathan viene dopo la Gran Maestranza di Adriano Lemmi, che ha fatto uscire la Massoneria dal cono d'ombra -ha spiegato Conti- il suo progetto era fare della massoneria un agente di modernizzazione del Paese". "Per Nathan -ha rimarcato Conti- la Massoneria è un'associazione patriottica ed educativa, non politica. Siamo nel cuore del concetto mazziniano: il progresso della società si può raggiungere attraverso l'educazione e lo strumento dell'associazione. Anche per questo -ha sottolineato lo storico- Nathan difende la nascita di cooperative e camere del lavoro e si impegna per la scuola pubblica e il sociale". In particolare la seconda gran maestranza di Nathan, nel 1917 fu fortemente caratterizzata da quel patriottismo che lo accompagnò fino agli ultimi anni, quando ultrasettantenne si arruolò volontario, combatte' sul Carso, e fu ufficiale di collegamento tra gli italiani e gli alleati inglesi.
Nel 1907 Nathan fu eletto a sindaco di Roma con un inedito blocco di radicali, repubblicani, socialisti e una parte di liberal-costituzionali. Quello schieramento unitario era anche un'indicazione di linea politica per l'intera Italia, allora dominata da Giolitti e il giolittismo. Ne ha parlato Carlo Ricotti, docente all'Università Luiss di Roma, autore tra l'altro de 'Il costituzionalismo inglese nel Mediterraneo' e studioso che ha analizzato particolarmente l'aspetto politico dello schieramento che portò Nathan in Campidoglio. "Dopo la 'cura Nathan', Roma appare trasformata -ha spiegato Ricotti- La novità assoluta è l'alleanza tra settori della borghesia, i ceti operai e i ceti medi nascenti nei quali si fondevano motivi anticlericali e nascenti fermenti nazionalistici. L'amministrazione Nathan è passata alla storia come modello ineguagliato di efficienza e moralità. Lavorò per tutelare la laicità dello Stato e l'elevazione del proletariato". Per Ricotti, "la vera cifra dell'amministrazione Nathan è la capacità di pensare la modernità e progettare il futuro. Fiducia nella ragione, religione del progresso capace di ingegneria sociale e legislativa, che riesce a guardare a un progetto di riforme. Un acuto senso pratico che gli deriva dalla matrice anglosassone". Da sottolineare ancora "l'alto livello tecnico dei collaboratori di Nathan, in squadra c'era ad esempio Meuccio Ruini, ma anche altre figure che erano espressione della cultura italiana più moderna che aveva scalato le Alpi per studiare le innovazioni in Europa". "Siamo amministratori -ha ricordato Ricotti citando uno dei pensieri di Nathan- ma nei limiti delle leggi e delle istituzioni. Ribelli al dominio di ordini di partito e di religione. Pochi amministratori possono sottoscrivere oggi queste convinzioni", ha concluso il docente della Luiss, richiamando anche il rapporto di collaborazione e amicizia che unì il sindaco e Maria Montessori.
"Il bilancio finanziario verrà dopo le esigenze del bilancio morale e intellettuale", scriverà Nathan. Di questo ha trattato Lauro Rossi, storico e autore di studi sulle condizioni economico-sociali dell'Agro romano nella seconda metà del secolo XIX, ricordando "l'impegno di Nathan nell'educazione scolastica e sanitaria. Ma anche la lotta contro la malaria nell'agro romano. Opera con un gruppo di intellettuali e di medici all'avanguardia, tra cui Sibilla Aleramo, a capo di un movimento per le scuole dell'agro romano. Nathan finanzia il progetto e fa squadra con loro. Vengono costruire scuole serali nelle capanne o nei granai", ha ricordato Rossi, e spinti da un ideale, senza compenso, i maestri di Roma in bicicletta andavano a insegnare ai bambini. Impegno morale alto ma anche "la fortuna di operare con persone di assoluto valore". Per Franco Ferrarotti, docente di sociologia all'Università di Roma 'La Sapienza', "l'incontro con l'amministrazione Nathan è avvenuto studiando i piani regolatori della Capitale. La bellezza di questo incontro è che non siamo qui per 'ricomporre il morto'. Questa non è commemorazione ma una chiamata alla responsabilità, una presa di coscienza. Un nuovo modo di impostare l'attività politica: il buongoverno -ha scandito Ferrarotti tra gli applausi della platea- non dipende dal buon cuore ma dalle conoscenze e dalle capacità. Il pragmatismo non è praticismo ma politica dei piccoli passi, senza dimenticare lo scopo del viaggio lungo la via: quello di costruire una società più funzionale e giusta. E resistere, per fare gli interessi della società contro quelli meschini di parte". "Studiando Nathan -ha aggiunto il sociologo- abbiano capito che si possono sfruttare le ricerche della scienza senza diventare scientisti. Oggi i migliori cervelli vanno all'estero -ha ricordato- ma la prima lezione di Nathan è il valore della ricerca. E la seconda non è meno importante: la democrazia non può essere ridotta a mera procedura, è un ideale verso cui ci muoviamo. I diritti senza doveri finiscono nel populismo". Per Ferrarotti, "a Roma, 'capitale strabica', occorre rafforzare la laicità, e impedire che un potere prevalga sull'altro. Non è l'istruzione -ha sottolineato il sociologo- ma il recupero del senso del consorzio civile, rispetto dell'altro che è rispetto per sé. Siamo in una società che si inchina solo al successo, non importa in che modo venga raggiunto. Di fronte a ciò - ha concluso Ferrarotti - la grande lezione dello 'straniero' Nathan è l'appartenenza e l'impegno per una società che curi i rapporti umani, cercando il senso delle azioni".
A tracciare le conclusioni della mattinata di lavori, è stato il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, Gustavo Raffi. "Non solo abbiamo ricordato un grande massone e patriota -ha detto Raffi- ma abbiamo richiamato quell'azione etica e di buongoverno che suona come condanna morale del presente. La chiamata al risveglio delle coscienze sia sentita davvero -è stato l'appello del Gran Maestro di Palazzo Giustiniani- si esca dal coro delle voci bianche. Si studi la storia per capire il presente e pensare al futuro". "L'Italia -ha aggiunto- è un grande fabbricato allo stato grezzo, che deve essere ultimato. Nathan ebbe la fortuna di avere attorno a se grandi intelligenze. Ma oggi -è stata la provocazione di Raffi- chi le cerca le grandi intelligenze, le persone 'scomode' perché pensano? Bisogna rimuovere e spazzare il clima di rassegnazione, la gente non si scandalizza più. Il pericolo in queste situazioni -ha avvertito Gustavo Raffi- è che al posto della bacchetta magica venga fuori un manganello nell'illusione di risolvere i problemi. E' questo che deve preoccuparsi e che dobbiamo lottare". "A Nathan -ha proseguito il Gran Maestro- si può attribuire la bella definizione di contemporaneo della posterità. La storia non si inventa: Nathan è la nostra storia, -ha concluso il Gran Maestro riferendosi all'impegno della Libera Muratoria di Palazzo Giustiniani per rimettere in piedi la speranza del Paese- non storia di eunuchi che si nascondono ma di uomini che vivono il presente e si lanciano verso il futuro. Uomini che studiano, hanno il coraggio delle proprie idee e sono ribelli per la verità. Questo -ha concluso Raffi- ci ha insegnato Nathan.".
Intendiamoci, dai comunicati ufficiali fino al talk-show sul Fratello Ernesto Nathan, sono tutte parole, riflessioni, perorazioni che quei (tanti, sempre di più) Fratelli del GOI che aderiscono a o simpatizzano per Grande Oriente Democratico approvano senza alcuna riserva.
Il punto è che si tratta di belle ma vuote parole, perché pronunciate da Gustavo Raffi ed accoliti e cortigiani vari.
E la domanda che risuonava nel report del dibattito sulla figura del miglior sindaco che la capitale abbia avuto: “Dove lo troviamo uno come Nathan, oggi?” è la più drammatica delle questioni, con un effetto tragicomico se mettiamo in comparazione il Gran Maestro di ieri, Ernesto Nathan, appunto, con il Gran Maestro di oggi, Gustavo Raffi.
Il primo, repubblicano mazziniano di nome e di fatto, fu un uomo capace di incidere profondamente, con opere concrete, nella vita civile, culturale e politica della giovane nazione italiana.
Il secondo, modesto e sbiadito quanto velleitario, retorico e pomposo mazziniano di provincia, si tiene abbarbicato da anni alla massima poltrona del GOI senza avere prodotto altro che vani proclami autoreferenziali e senza esito alcuno per le sorti dell’Italia, mentre magari, gli unici esiti concreti e palpabili sono stati i quattrini transitati sui conti correnti suoi e dei suoi famuli e complici.
Invitiamo qualunque giornalista, intellettuale o osservatore neutro ed equanime a considerare se sia ammissibile che il Gran Maestro della più grande e importante Comunione massonica italiana fondi la sua azione semplicemente nell’enunciare buoni propositi, senza mai metterne in pratica nessuno.
Dove sono le azioni concrete e misurabili del GOI in favore dei giovani o del SUD?
Quali gli interventi risolutivi o almeno concretamente combattivi in favore della laicità, allorché le camere parlamentari hanno legiferato sulla procreazione assistita, le cellule staminali embrionali, il testamento biologico, e da ultimo hanno mancato di legiferare sulla possibile tassazione di beni ed esercizi commerciali di proprietà del Vaticano?
Quali interventi tangibili contro l’omofobia e in promozione di nuovi diritti civili?
Quali ricette applicabili fattivamente per il rilancio dell’economia, per sostenere l’occupazione, per curare i “crampi” della democrazia ed uscire dalla “casa del Grande Fratello”?
Parlare molto per non cambiare nulla e concludere ancor meno: questo è il motto che ben si addice a tutte le vane giaculatorie e allocuzioni del Fratello Raffi dal 1999 ad oggi.
Ai massoni, alle cittadine e ai cittadini italiani non serve l’ennesimo sepolcro imbiancato che con la sua ieratica barba snoccioli facili retoriche garibaldine e mazziniane, criticando una classe politica e dirigente di cui è stato stampella e ricovero in tutti questi anni.
Servono nuovi Mazzini, nuovi Garibaldi, nuovi Nathan, nell’azione quotidiana e per tornare davvero a costruire l’Italia.
Bisogna dire come si vuole fare per rigenerare il paese e quali obiettivi reali perseguire: le affermazioni altisonanti sulla ricerca del buono, del vero e del giusto non sono più credibili nella bocca dei chierici vaticani, figuriamoci sotto le barbe di ambigui figuri in grembiulino sgualcito e guanti non più immacolati da tempo.
Oppure tutto il contributo in termini di misure risolutive per la felicità della nazione si limitava alla sospensione dell’8 per mille del gettito fiscale IRPEF in favore della Chiesa Cattolica?
Ma facci il piacere, Fratello Raffi.
E sull’Europa dei banchieri, tecnocrati, finanzieri e oligarchi che stanno massacrando le conquiste di decenni di welfare state, che si apprestano a cinesizzare le popolazioni europee, che stanno scientemente operando per aumentare la disoccupazione (e ottenere manodopera a basso costo) delegittimare governi democraticamente eletti, mettere in ginocchio classi medie e medio-basse (quelle solo “basse” sono già cadute nello scantinato…) ridurre al silenzio i sindacati, non hai nulla da dire?
Di quale libertà di pensiero eretico e ribellione anti-conformista vai parlando, tu che (con la tua corte) siete l’esempio del conformismo opportunistico più becero, specie rispetto a questa grave crisi economico-politica che colpisce l’Europa e l’Italia?
Invece di suggerire soluzioni per rafforzare politicamente ed economicamente sia il Vecchio Continente che la nostra Nazione (NOI di GOD abbiamo esposto CHIARAMENTE che ci stiamo battendo-insieme ad altri soggetti- per gli EUROBOND, per l’EURO moneta sovrana e per gli Stati Uniti d’Europa), l’unico topolino che la saggezza degli attuali vertici del GOI ha saputo partorire era condividere con questa o con quella categoria sociale o religiosa una iniqua e INUTILE politica di tagli e contrazione di agevolazioni fiscali?
Ari-facci il piacere, Fratello Raffi.
Vediamo inoltre che ti piace parlare di trasformismo.
Di quello degli altri, magari. Di quello di questa classe politica spompata su cui adesso è facile maramaldeggiare, mentre fino a poco fa erano tutte rose e fiori?
Ma del tuo, di trasformismo, ne vogliamo parlare?
Corre voce che nella giornata del 17 settembre a Villa Medici del Vascello, ti sia persino concesso il lusso di affermare che ormai è tempo che il governo Berlusconi si dimetta.
Questo si che è il massimo dell’anti-conformismo…
Quando Noi di GOD dicevamo non: “Fratello Berlusconi dimettiti!” (che è cosa che un massone in quanto tale non ha il diritto di fare rispetto a nessun esecutivo di qualsivoglia colore), bensì: “Fratello Berlusconi, stai governando in spregio allo stato di diritto e ai landmarks delle democrazie liberali, perciò datti una regolata…”, TU DOV’ERI?
A spartirti una bella fetta di TORTA ITALICA con i vari Luigi Bisignani, Giancarlo Elia Valori, Valter Lavitola e compagnia bella (tutti l’un contro l’altro armati, anche costoro, ma concordi nella grande abbuffata…) ecco dov’eravate VOI che adesso vorreste costituirvi in tardivo “Gran Consiglio del Fascio” e rifarvi una verginità in stile BEPPE PISANU, dopo essere stati per anni consunstanziali e sodali del Ducetto di Arcore e della sua corte.
Comunque, su questo anti-berlusconismo tardivo e in mala-fede (magari su commissione di taluni fraterni tecnocrati di Londra, Francoforte e Bruxelles, che sono ancora peggio dell’ormai malridotto piduista brianzolo), avremo modo di tornarci.
Concludiamo invece questo intervento con una breve riflessione sullo strano clamore intorno alle contestazioni di Forza Nuova alle celebrazioni del XX settembre massonico.
Molto rumore per nulla.
Intanto, suona un po’ artefatto che la stessa agenzia di stampa, l’Agenzia Parlamentare, che diffonde la comunicazione sulla contro-manifestazione dei neofascisti e clericali di FN, sia poi quella che pubblicizza reiteratamente le iniziative del GOI per il 20 settembre, sia a Porta Pia che al Gianicolo.
Non è che magari si voleva mettere in scena una pantomima, con la complicità di qualcuno (non necessariamente di tutti, sappiamo che in FN ci sono militanti schietti, anche se agli antipodi del nostro modo di pensare) sia all’interno del partitino di estrema destra che presso i vertici del GOI, tanto per fare un po’ di rumore pubblicitario buono per gli uni e per gli altri?
Giova ricordare, infatti, che diversi anni fa, a Rimini, in occasione della Gran Loggia annuale primaverile, Forza Nuova annunciò-con gli stessi toni esagitati- un assalto ai cattivi fratelli di Palazzo Giustiniani, per ricacciarli nelle spelonche demo-pluto-giudaico-massoniche di provenienza.
Risultato: quel giorno alcuni fratelli dell’Arma avvisarono i colleghi in servizio a Rimini delle avvenute minacce e quando i neofascistelli si presentarono dinanzi al Palacongressi trovarono ad attenderli sia diversi massoni menacciuti in guanti e grembiule pronti appunto a menar le mani, sia un ampio schieramento di carabinieri (com’è noto, la BENEMERITA è sempre stata gremita di liberi muratori e forse è per questo che è una delle più solide ed efficienti istituzioni italiane).
La situazione che ne seguì fu a dir poco paradossale.
I carabinieri dovettero proteggere piuttosto i forzanuovisti dai massoni indignati, che non il contrario. Comunque, ristabilita la calma, alcuni di questi nostalgici del Fascio furono invitati a visitare gli stands massonici all’interno del Palacongressi e la cosa finì a tarallucci e vino.
Leggenda vuole-ma su questo particolare non ci giureremmo- che fu proprio in quell’occasione riminese che il neofascista forzanuovista Gerardo Picardo fosse illuminato sulla via di Hiram e iniziasse il suo personale percorso di avvicinamento a Gustavo Raffi, fino a diventarne il Portavoce de facto e l’estensore dei suoi discorsi oltre che il supervisore di Erasmo News, conseguendo nel frattempo anche l’iniziazione muratoria.
Sulla questione del neofascista Gerardo Picardo quale addetto stampa ufficioso della Gran Maestranza targata Raffi, rimandiamo i curiosi ai seguenti contributi nei quali la cosa venne menzionata:
"27 gennaio 2011: Giornata della Memoria, Grande Oriente Democratico e la Grande Ipocrisia di Raffi, Abramo & Company"
Licio Gelli, Silvio Berlusconi e Gustavo Raffi: una Trimurti inquietante di massoni contro-iniziati e golpisti (Parte I ) (30 gennaio 2011)
Il massone fascista Licio Gelli, l' "Anello della Repubblica" e la perdurante ignoranza degli italiani sulla Massoneria, che alcuni Media gradiscono rimanga tale (21 febbraio 2011)
Mistificazioni giornalistiche sul Grande Oriente d'Italia e testate inattendibili: Commento a "L'Agenzia di viaggi del Maestro Raffi spacca in due la massoneria italiana" by Valerio Carli per il quotidiano l'OPINIONE (20 marzo 2011)
Breve Commento a "Giustizia massonica: un confronto leale" (30 aprile 2011)
Ancora a proposito di "destra" e "sinistra" massonica: il caso del massone neonazista, razzista, tradizionalista e integralista cristiano Anders Behring Breivik, autore di stragi in Norvegia per conto di chi? Attenzione preventiva anche all'Italia (terra di stragismi vari irrisolti, ricordando che prevenire è meglio che curare) dove non mancano i neonazisti/neofascisti alla corte dell'illegittimo Gran Maestro del G.O.I. Gustavo Raffi
(25-26 luglio 2011)
Ecco, diciamo che ci piacerebbe scartare l’idea di una “combine” tra Gerardo Picardo e i suoi vecchi amici di Forza Nuova per fare un po’ di pubblicità sia a loro che all’astro decadente di Gustavo Raffi & Company, pardon Camerati…ma lasciamo che a giudicare sia la pubblica opinione…
Sopra tutte queste miserie, celebriamo oggi, come ogni giorno (e non soltanto il 20° del nono mese dell’anno), i valori fondamentali di LAICITA’, modernità, libertà, pluralismo, tolleranza e affrancamento dalla confusione fra potere temporale e autorità spirituale, che la breccia di Porta Pia rappresenta.
Non a caso, la festività che celebra tale evento del XX settembre 1870 fu abrogata dal regime mussoliniano, in grazia dello scellerato connubio clerical-fascista statuito dai Patti Lateranensi del 1929.
Non a caso, a parte coloro che fanno ammuina, ci sono dei militanti sinceramente neofascisti, ultra-clericali, antidemocratici e illiberali di Forza Nuova, che combattono il valore fondativo di quella storica giornata di fine Ottocento.
Sono due Weltanschauung irriducibili l’una all’altra che si confrontano: quella di coloro che credono nel valore supremo della libertà materiale e spirituale e nella sovranità del popolo da una parte; sull’altro versante, coloro che venerano la Tradizione, il principio di autorità e la supremazia fondata sull’obbedienza cieca a duci, papi e re da parte di cittadini che debbono tornare sudditi (eccezion fatta per l’oligarchia intorno al Duce di turno e per i vari “sergenti e caporali” che sfruttano l’altrui militanza).
A ciascuno la sua visione del mondo, tanto un giorno dovrà risponderne al Grande Architetto dell’Universo e quotidianamente alle leggi dello Stato, stando attenti a non tirare troppo la corda in termini di eversione delle stesse.
Certo suona paradossale che, come campione di laicità, tolleranza e libertà contrapposta al clericalismo e al confessionalismo, si erga l’esimio Fratello Gustavo Raffi, il quale, con i suoi sodali, ha riempito il GOI di nuovi Tribunali dell’Inquisizione che cercano di piegare e sottomettere i dissidenti e gli eretici, i contestatori del golpismo e del pensiero unico raffiano. Pensiero che ha poi soprattutto un paio di declinazioni: retorica democratica e liberale a gogò in pubblico, prassi privata concreta autoritaria, intollerante, maneggiona e affaristica: “con Franza o Spagna purché se magna…”.
AD MAIORA.
I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO.